Cima di Prà Vecchio nel Gruppo dell'Adamello. Di Francesco Salvaterra

La guida alpina Francesco Salvaterra presenta la Cima di Prà Vecchio (nella zona del Carè Alto, Gruppo dell’Adamello) e le vie di arrampicata Via Maffei (R. Lorenzi, G. Rigamonti, C. Maffei 1971) e Puerto Escondido (Marco Fedrizzi, Francesco Salvaterra 2020).
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La parete est di Cima di Prà Vecchio, Carè Alto, Adamello
archivio Francesco Salvaterra

Per quanto riguarda il versante orientale del gruppo dell’ Adamello, ossia quello che si affaccia sulle valli Giudicarie e Rendena, le salite più interessanti per l’arrampicatore-alpinista probabilmente sono: la cresta sud-est del Carè Alto (circa 500m 4+/5) oppure la via Sogni Erotici sulla stessa cima (500m 5+/A0 o 6b), lo sperone Ovest dell’Ago Mingo (circa 700m 4+) e la Maffei sulla cima di Prà Vecchio (300m 5+/A0 o 6b). Quest’ultima cima è la meno conosciuta e si trova nel sottogruppo del Carè Alto; con questo articolo vorrei presentarla perché offre delle interessanti opportunità alpinistiche.

La zona del Carè Alto è conosciuta per salite di alta montagna molto interessanti, con creste, ghiacciai e canaloni innevati, tuttavia ci sono anche delle belle salite in roccia. Queste sono molto poco frequentate, a differenza delle classiche creste: Cerana, Normale e cresta SO. Volendo prevedere una due giorni di arrampicata, penso che le salite più interessanti siano la cresta SE o la via Sogni Erotici al Carè Alto e la Maffei o Puerto Escondido alla cima di Prà Vecchio.

Logistica: il primo giorno salita in giornata alla cima di Prà Vecchio, seguendo l’accesso diretto da Malga Niscli (se si dispone anche della sera precedente si può portarsi al rifugio Carè Alto senza zaini, facendoli salire in teleferica). Dopo la via, traversando dal sentiero passo degli Altari-Carè Alto si raggiunge il rifugio per la notte, il giorno successivo salita al Carè Alto. Volendo si può affrontare tutte queste salite con una dotazione non troppo pesante: corda singola da 50m, ramponi in alluminio e martello-piccozza.

Cima di Prà Vecchio, sottogruppo del Carè Alto, massiccio Adamello.

La cima di Prà Vecchio è una montagna semi-sconosciuta del sottogruppo del Carè Alto, ubicata lungo la dorsale monte Coel - cima degli Obici, anche conosciuta come linea degli Honved. Verso Sud presenta una parete discontinua alta circa 300 metri, con un bello spigolo dove sale la via "Zito parla l'granito" (anni 90’). Rivolta a E, incassata e poco visibile si trova invece la parete dove salgono le due vie descritte in questo articolo. Quest’ultima è sicuramente la più interessante e rappresenta uno dei muri più ripidi della zona orientale del gruppo dell’Adamello. L'avvicinamento è lungo e faticoso ma saprà premiare l'alpinista in cerca di un luogo appartato, avventuroso e in grado di offrire dei tiri belli ed estetici.

ACCESSO

Lungo e faticoso. Esistono due possibilità:
- Passando dal rifugio Carè Alto: Consigliato, meglio se dormendo la sera prima al rifugio. Possibilità di far salire gli zaini in teleferica. Dal rifugio Carè Alto (2.30 ore dal parcheggio) si scende dal “Bus del Gatt” e prende il sentiero per il passo degli Altari. Arrivati dopo circa 1 ora sotto l'evidente spigolo sud-est della cima di Prà Vecchio lo si abbandona proseguendo per un ripido canale erboso fino a una valletta con grossi massi e alla base dell’evidente parete est. 1,30 ore dal rifugio, 4 ore totali.
- Accesso diretto da malga Niscli: raggiunto il ponte Zucal si segue per Malga Niscli, al bivio per il passo degli Altari prendere a sx per Malga Niscli. Salire al passo degli Altari per poi traversare alla parete non conviene perché dal passo è ancora molto lunga e si perde quota. Da Malga Niscli in poi il sentiero praticamente non esiste più ed è difficile orientarsi. Si rimane nel fondo della valle stando a dx del torrente fino all’impennata finale, qui si sale sulla massima pendenza puntano la cima di Prà Vecchio fino a intercettare il sentiero che collega il rifugio Carè Alto al passo degli Altari, da qui vedi sopra. Circa 3 ore abbondanti totali, tuttavia molto faticoso e di difficile orientamento specie al buio.

Giunti nell’anfiteatro di fronte alla parete si sale fino all’imbocco del canale, spesso nevoso, che lambisce la parte alta della parete. Conviene lasciare tutto il materiale non necessario alla scalata alla base del canale, le doppie riconducono nello stesso posto. E’ possibile scendere indossando solo le scarpette. Per entrambe le vie si risale l’ evidente canale, dal suo imbocco dopo circa 40m sulla sx si vede chiaramente un diedro verticale con qualche chiodo, attacco della via Maffei. Pochi metri dopo, parte un secondo diedro, visibile una sosta con due stopper utilizzata per le calate nel canale, attacco della via Puerto Escondido.

RIENTRO

Alla fine della cresta si arriva su una forcella con parecchi resti di baraccamenti e i segni rossi della traversata degli Honved. Si scende disarrampicando un canale che lambisce la parete appena salita, è il proseguimento di quello salito all’attacco. Terreno facile ma con detriti e su erba scivolosa per circa 60 metri. Prima che si verticalizzi, sulla dx (faccia a valle) c'è una sosta evidente con 2 ch. Vedi schizzo per le altre doppie, sono attrezzate per scendere con una sola corda da 50m, terreno mai molto verticale. In discesa è conveniente scendere sulla massima pendenza, senza sentiero, fino a malga Niscli. Vedi info sull’accesso diretta da malga Niscli. Circa 2.30 ore.

SCHEDA: Via Maffei, Cima di Prà Vecchio, Adamello - Presanella 

SCHEDA: Puerto Escondido, Cima di Prà Vecchio, Adamello - Presanella 




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