Chang Himal parete nord, la salita di Andy Houseman e Nick Bullock
I dettagli della prima salita della parete nord del Chang Himal, Himalaya, Nepal, che i britannici Nick Bullock e Andy Houseman hanno superato in cinque giorni e in stile alpino.
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Andy Houseman e Nick Bullock in cima al Chang Himal (6750m), Nepal
Bullock collection
Pochi giorni fa abbiamo pubblicato una breve notizia della prima salita della parete nord del Chang Himal da parte degli inglesi Nick Bullock e Andy Houseman che, dal 29 ottobre al 1 novembre hanno salito lo sperone centrale alto 1800m in stile alpino, gradando la via ED+. Ora sono giunti anche i dettagli della loro bella salita.
Dal loro bivacco, posto immediatamente ai piedi della parete, Houseman e Bullock sono partiti presto e, nonostante un avvio non ottimale - Houseman ha vomitato quasi subito - i due hanno continuato, ad arrampicare slegati passando sotto il grande seracco e procedendo su neve non consolidata. Poi, raggiunto uno sperone di roccia si sono legati per salire un tiro di M4+ e, verso le 15.00, a circa 6000m di quota, hanno trovato una piccola cengia di neve che gli è servita come base per la notte.
La mattina successiva la partenza non è stata facile, con un tiro di 55m di M5 che li ha portati ad una seconda banca di roccia. Questa è stata superata con tre difficili tiri fino all' M6. Quindi, rallentati da questa difficile sezione, si sono fermati per il secondo bivacco a 6200m.
L'alba del terzo giorno li ha visti arrampicare, ancora una volta slegati, per 2 ore e mezzo lungo una rampa di neve verso destra per raggiungere la cresta. Houseman e Bullock hanno poi continuato per neve marcia che offriva pessime possibilità di protezioni. Ancora una volta sono stati costretti a bivaccare, questa volta a 6550m con "una bella vista, anche se in un'atmosfera un po' freddina."
Il giorno successivo è stato quello della vetta: arrampicando senza gli zaini verso mezzogiorno hanno raggiunto l'appuntita cima, con l'intera via che si apriva direttamente sotto i loro piedi. Dopo una mezz'ora sono tornati al bivacco e ai loro zaini per un'altra notte. All'indomani li aspettavano ancora 15 ore di doppie e arrampicata in discesa per raggiungere la sicurezza della bivacco iniziale.
Abbiamo chiesto a Bullock come valutava la via: "A livello personale ci ha detto è molto vicina ad essere una delle migliori esperienze che io abbia mai vissuto in montagna. Ma per favore non fraintendetemi, questa parete non è la morte, non è l'unica cosa nella vita, la parete migliore, la più grande, la più alta, la più audace o la cosa peggiore. In una stagione autunnale dove alcune vie difficile sono state salite, qui in Nepal e in Cina, certamente non è la più difficile. Invece è stato un passo verso lo sconosciuto, una sfida per superare altre sfide che abbiamo già vissuto in montagna, è stata la parete più grande che Houseman ed io abbiamo avuto le palle di affrontare, arrivando alla base ed iniziando ad arrampicare, con soltanto il nostro zaino sulle spalle. Non è una via pazzesca, ma piuttosto una difficile classica che aspetta altre salite. Che ne dite?"
Dal loro bivacco, posto immediatamente ai piedi della parete, Houseman e Bullock sono partiti presto e, nonostante un avvio non ottimale - Houseman ha vomitato quasi subito - i due hanno continuato, ad arrampicare slegati passando sotto il grande seracco e procedendo su neve non consolidata. Poi, raggiunto uno sperone di roccia si sono legati per salire un tiro di M4+ e, verso le 15.00, a circa 6000m di quota, hanno trovato una piccola cengia di neve che gli è servita come base per la notte.
La mattina successiva la partenza non è stata facile, con un tiro di 55m di M5 che li ha portati ad una seconda banca di roccia. Questa è stata superata con tre difficili tiri fino all' M6. Quindi, rallentati da questa difficile sezione, si sono fermati per il secondo bivacco a 6200m.
L'alba del terzo giorno li ha visti arrampicare, ancora una volta slegati, per 2 ore e mezzo lungo una rampa di neve verso destra per raggiungere la cresta. Houseman e Bullock hanno poi continuato per neve marcia che offriva pessime possibilità di protezioni. Ancora una volta sono stati costretti a bivaccare, questa volta a 6550m con "una bella vista, anche se in un'atmosfera un po' freddina."
Il giorno successivo è stato quello della vetta: arrampicando senza gli zaini verso mezzogiorno hanno raggiunto l'appuntita cima, con l'intera via che si apriva direttamente sotto i loro piedi. Dopo una mezz'ora sono tornati al bivacco e ai loro zaini per un'altra notte. All'indomani li aspettavano ancora 15 ore di doppie e arrampicata in discesa per raggiungere la sicurezza della bivacco iniziale.
Abbiamo chiesto a Bullock come valutava la via: "A livello personale ci ha detto è molto vicina ad essere una delle migliori esperienze che io abbia mai vissuto in montagna. Ma per favore non fraintendetemi, questa parete non è la morte, non è l'unica cosa nella vita, la parete migliore, la più grande, la più alta, la più audace o la cosa peggiore. In una stagione autunnale dove alcune vie difficile sono state salite, qui in Nepal e in Cina, certamente non è la più difficile. Invece è stato un passo verso lo sconosciuto, una sfida per superare altre sfide che abbiamo già vissuto in montagna, è stata la parete più grande che Houseman ed io abbiamo avuto le palle di affrontare, arrivando alla base ed iniziando ad arrampicare, con soltanto il nostro zaino sulle spalle. Non è una via pazzesca, ma piuttosto una difficile classica che aspetta altre salite. Che ne dite?"
Note:
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