Cerro Torre spigolo Sud-Est o Via del Compressore: prima ripetizione in libera. Intervista a Mikey Schaefer
Mikey, tu e Josh sieti ben noti tra gli alpinisti. Andrew invece è molto meno conosciuto. Ce lo puoi presentare?
In realtà ho incontrato Andrew la prima volta soltanto la sera prima di recarmi nella valle del Cerro Torre e sto ancora cominciando a conoscerlo. Ovviamente è un climber di grande talento, in primo luogo però è un boulderista. Non è molto famoso, generalmente non fa parlare di sé e lui stesso preferisce sia così. È stato Josh a vedere il talento di Andrew, sapeva che con un po' di “istruzione” sarebbe stato perfetto per la nostra missione, anche se non aveva mai scalato in montagna. Non c'è mai stato un momento in cui sia stato preoccupato dal fatto che Andrew fosse con noi. Sapevo che se Josh lo voleva nel nostro team, era una buona idea.
Una buona idea, realizzata in quanto tempo?
Siamo partiti dal campo Norvegese alle 04:30 circa del 4 febbraio. E abbiamo fatto ritorno al campo la mattina del 6 febbraio, alla stessa ora circa.
Come avete affrontato la salita?
Il nostro obiettivo principale era sicuramente una salita in libera di questa via. Sapevamo che se avessimo avuto buone condizioni e il tempo giusto, semplicemente arrivare in cima del Cerro Torre non sarebbe stata una sfida estrema. Abbiamo amici che avevano salito in precedenza lo Spigolo SE "by fair means", e la via non ci era stata descritta come estremamente difficile. Abbiamo diviso la scalata seguendo quello che aveva più senso, considerando gli individuali punti di forza del nostro team. Il che significa che generalmente Josh ha salito un sacco da primo, visto che è uno dei più forti e più veloci alpinisti che conosco. Josh ha fatto da capocordata dalla terminale fino alla spalla mentre Andrew ed io seguivamo in conserva. Io ho preso il comando sopra la spalla e ho condotto la cordata fino alla base del 12° tiro.
Il 12° tiro, quello chiave, quello boulderso...
Sì. Dopo una breve pausa Andrew ha iniziato quello che era il suo primo tiro da capocordata in Patagonia. E' stato tutto molto impressionante. Nel primo tentativo è caduto, dopo essere quasi riuscito nell'a-vista. Ha poi investito un po' di tempo per capire il passaggio, poi si è fatto calare in sosta, si è brevemente riposato, dopo di che nel tentativo successivo si è sparato la sezione chiave con un po' di difficoltà. Josh l'ha seguito abbastanza facilmente al suo primo tentativo. Io invece sono caduto al mio primo tentativo, ma capiti i movimenti l'ho poi fatto al tentativo successivo.
Lama ci aveva detto che il tiro chiave era veramente adatto al suo stile di arrampicata, molto boulderoso, appunto... Era Andrew la vostra arma segreta ;-)?
Si, Andrew è stata davvero la nostra arma segreta! Come Lama, riteniamo però che la sezione chiave si adatti perfettamente al nostro stile di scalata, a tutti noi piace l'arrampicata tecnica.
E poi?
Abbiamo bivaccato un paio di tiri più in alto, e la mattina successiva Josh è partito da capocordata, conducendoci attraverso le torri di ghiaccio e sulla parte superiore della headwall. Andrew invece ha salito il breve e facile fungo di ghiaccio, la sua prima volta da primo su un tiro di ghiaccio!
Altre impressioni su quei famosi tiri in alto, sulla headwall?
I tiri sulla Headwall mi hanno veramente ricordato tutta l'arrampicata che ho fatto in passato sulla Middle Cathedral a Yosemite. Un po' di run-out, con protezioni un po' distanti, ma sempre lì quando ce n'era bisogno. In realtà abbiamo pensato che il tiro più serio della via fosse il secondo tiro della Headwall, con roccia molto marcia e piuttosto pericolosa, anche se l'arrampicata in sé non è necessariamente così difficile. Abbiamo avuto il vantaggio di avere un team sopra di noi, così abbiamo visto dei piccoli segni di magnesite che ci hanno aiutato a trovare la via giusta. Probabilmente, è per questo il motivo che abbiamo avuto la sensazione che i tiri non fossero così duri come ci erano stati descritti. Sicuramente però è un posto incredibile per fare un'arrampicata così pazzesca!
Cos'è stato importante durante la salita?
La cosa più importante per noi è stata cercare di non arrampicare in grande velocità, ma invece salire ad un ritmo meno elevato ma più efficiente, in modo da essere “freschi” per la parte in libera.
Siete riusciti nella seconda salita in libera. Immaginiamo che fosse questo l'obiettivo principale del vostro viaggio in Patagonia di questa stagione, giusto? E quanto conoscevate la via prima?
Quest'anno avevamo adocchiato alcuni obiettivi e abbiamo optato per lo Spigolo SE anche perché ci siamo presentati a El Chalten appena un giorno prima del bel tempo, e questo ci sembrava l'obiettivo più realistico. Io non ero mai stato sullo Spigolo SE prima, ma Josh aveva già fatto due tentativi in precedenza. Durante uno dei tentativi aveva salito parte della headwall prima di tornare indietro, così conosceva sicuramente un po' della via prima del nostro tentativo. Abbiamo anche raccolto informazioni da Rolando Garibotti e dal nostro amico Matteo Della Bordella che aveva appena ripetuto la via un paio di settimane prima. Josh ed Andrew avevano anche trascorso del tempo a guardare il film sulla salita in libera di David Lama.
Parlando di David Lama: ora che avete ripetuto la via, cosa ci potete dire della sua prima salita in libera del 2012?
La prima libera di David è stata molto impressionante! Ci vuole qualcuno con una prospettiva unica e la giusta fiducia in se stesso per guardare al di là di ciò che gli altri pensano sia possibile, e questo è ciò che ha fatto David. Molta gente pensava che lo Spigolo SE in libera sarebbe stato impossibile o estremamente difficile, ma David è andato lassù a prescindere da tutto e da tutti e ha dimostrato che molti si erano sbagliati. Noi dobbiamo molto della nostra salita in libera a lui e al suo atteggiamento verso ciò che è possibile.
Josh e Andrew si sono recati lì con la propria idea di ciò che è possibile. Josh è molto bravo ad avere una visione oggettiva di ciò che riesce a fare e non si fa influenzare dalle salite degli altri. Dopo aver studiato le foto, guardato il video di David e con le conoscenze di prima mano che aveva, sapeva di poter salire in libera il tiro chiave di 8a. In un primo momento io mi sono purtroppo lasciato influenzare dalla reputazione di quel tiro e dai media, e per questo motivo quasi non volevo nemmeno provarlo. Ho sempre pensato che sarebbe stato troppo difficile per me, visto il grado. Per fortuna Andrew e Josh hanno entrambi fatto sembrare il tiro molto scalabile, così l'ho provato anch'io e ci sono riuscito al secondo tentativo.
Ci sono stati dei momenti particolarmente speciali durante la salita?
È stato bello essere lì con un paio di altri team, in particolare con gli argentini Gabriel Fava e Martín López Abad. È stata una salita importante per questi ragazzi, ma anche per tutto il movimento arrampicata argentino. Erano eccitati come non avevo mai visto, e per tutti noi questo è stato molto motivante.
Adesso in Patagonia è cambiato il meteo, ma fino a pochi giorni fa c'è stato un numero sorprendente di salite di grande rilievo... ce n'è una in particolare che ti viene in mente?
È vero, ci sono state molte salite incredibili quest'anno. Non ce n'è una in particolare che mi viene in mente, ma la quantità di salite che Colin Haley ha realizzato quest'anno è incredibile. La motivazione che continua a dimostrare colpisce molto, e l'enorme quantità di salite difficili è davvero incredibile.
Mikey, sei stato in Patagonia svariate volte, hai effettuato numerose prime salite e ripetizioni. Quanto è forte il richiamo di questa terra?
La Patagonia per me è sempre stata una calamita e probabilmente continuerà ad esserlo per molto tempo ancora, anche se non sono sicuro che ci trascorrerò così tanto tempo in futuro. Le mie priorità nella mia arrampicata, e nella mia vita, si stanno lentamente spostando altrove.
07/02/2012 - David Lama – intervista dopo la Via del Compressore sul Cerro Torre
Intervista all'alpinista austriaco David Lama dopo la prima libera della Via del Compressore sul Cerro Torre, effettuato tra il 20 e il 21 gennaio assieme a Peter Ortner.