Cerro Torre in inverno e solitaria, Markus Pucher si ferma a 40 metri dalla cima
40 metri. Soltanto 40 maledetti metri lo separavano dalla cima del Cerro Torre, ma sabato 3 settembre quell’ultimo tiro era semplicemente troppo difficile. Troppa neve, troppo ghiaccio inconsistente. Per quello ha rinunciato ed è tornato giù. È questo l’epilogo del più recente tentativo lungo la Via dei Ragni di Markus Pucher, il fortissimo alpinista austriaco che sta inseguendo il suo sogno di calcare da solo ed in inverno quel bellissimo quanto difficile fungo sommitale del Cerro Torre in Patagonia.
Pucher sta inseguendo la chimera della prima solitaria in inverno da tempo, e per questa impresa si è preparato meticolosamente. All’inizio del 2013 Pucher aveva colpito con la velocissima prima solitaria completamente in libera della Via dei Ragni, poi a fine 2014, quindi ancora durante l’estate patagonica, il mondo alpinistico è stato preso alla sprovvista dalla sua audace solitaria della Via dei Ragni durante una forte tempesta, in un giorno in cui tutti gli altri alpinisti erano rimasti al riparo. L’aveva fatto semplicemente, come ci ha raccontato, per vedere se fosse possibile affrontare una via di quel genere in quelle condizioni. Ma anche per iniziare a capire la fattibilità di una possibile invernale.
I dettagli, forniti come sempre da Patagonia Vertical di Rolando Garibotti, sono i seguenti: partenza il primo settembre e notte trascorsa sul ghiacciaio, un’ora dopo aver superato il Paso Marconi aiutato in parte da un amico. La notte del 2 settembre Pucher ha trascorso il bivacco al Filo Rosso, da dove è partito alle 5 di mattina del 3 settembre. Non era completamente da solo sulla montagna, infatti ha superato Jidřich Hudeček, Michal Brunner e Radar, tre alpinisti della Repubblica Ceca che invece avevano trascorso la notte sotto il Colle della Speranza. Salire il tratto dell’Elmo è stato molto difficile a causa del tipico ghiaccio inconsistente della Patagonia, mentre al contrario la Headwall ha presentato ghiaccio cosi duro che Pucher ha faticato a trovare dei buoni agganci per le sue piccozze. Aveva con sé una mezza corda da 80 metri, quattro viti da ghiaccio ed alcune fettucce e si è assicurato soltanto una volta, sul tiro della Headwall, tutto il resto l’ha arrampicato in free solo. Sotto la cima è tornato indietro a causa della massa del ghiaccio inconsistente ed il forte vento. La discesa invece è filata relativamente liscia, tranne per la sezione dell’Elmo, descritta come paurosa visto che per il ghiaccio marcio l’austriaco non ha trovato ancoraggi buoni per le calate. Alle 10 di sera è rientrato in tenda al Filo Rosso, il 4 settembre è tornato a piedi fino a Piedra del Fraile, mentre è rientrato a El Chaltén il 5 settembre.
Ricordiamo che esattamente un anno fa Pucher si era recato da solo a El Chalten, la base di partenza per i gruppi del Cerro Torre e Fitz Roy, ma anche all’epoca le condizioni erano state proibitive e 300m sotto la cima Pucher ha dovuto fare dietrofront. Sabato scorso erano soltanto 40 metri. Tornerà.
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