Bolivia: nuova via italiana sul Monte Rumi Mallku
Lo Jaqusiri (5900m) è un contrafforte del Chachacomani ed è caratterizzato da una lunga cresta sommitale per buona parte orlata da cornici. Abbiamo conosciuto per caso questa montagna, tramite un amico, Davide Vitale, che è ottimo andinista e insegnante d'inglese alla missione di Penas, dove abbiamo risieduto per tutto il periodo "boliviano".
Davide quest'anno aveva già aperto una via sulla parete con due alpinisti boliviani. Due giovani alpinisti francesi poi, probabilmente su suo consiglio hanno fatto, pochi giorni prima del nostro arrivo, la prima salita della cresta sud-ovest del Jaqusiri e hanno continuato fin sulla cima del Chachacomani realizzando un exploit che hanno chiamato Black to Black.
Il nome Jaqusiri, in lingua Aymara, ha più significati non tutti positivi, suona come: giacere "quello che sta steso", crollare, lanciare... potremmo dire una montagna che dispensa valanghe e crolli. Di fatto ora, complice anche la stagione molto secca, la parete ovest non presentava pericoli oggettivi così rilevanti ma il crepaccio terminale era talmente aperto e la neve si era ritirata lasciando spazio a placche di roccia lisce che l'accesso diretto alla parete era compromesso. Sarebbe stata possibile una linea sullo spigolo in centro parete ma era poco chiara la risoluzione di una serie di pilastri intasati da placche di neve all'uscita, in alto.
Probabilmente, se non fosse stata una salita d'acclimatazione, avremmo provato per quella via ma non essendo acclimatati abbiamo preferito tentare la prima ripetizione della cresta sud-ovest. Questa ha un dislivello di circa 500m per uno sviluppo di circa 800m, presenta sezioni di roccia e ghiaccio; la salita è stata effettuata domenica 05/06/16, le difficoltà in roccia arrivano fino al 5c e il ghiaccio ha pendenze fino a 60°. Arrivati sulla cima, per la discesa ci siamo calati con una doppia e poi arrampicando a ritroso nel bacino glaciale tra il Chachacomani e il Jaqusiri e quindi, ormai al tramonto, siamo risaliti al colle tra le due montagne; ormai al buio, attraverso un ghiacciaio reso complicato dalla stagione calda e secca, raggiungevamo la tenda sulla morena.
Giunti al campo della Laguna Glaciar, tra i monti Illampu e Anchouma, questa volta con l’idea di cercare una linea di scalata nel gruppo della piramide Yakuma siamo rimasti colpiti dalla mole del Rumi Mallku che in lingua Quechua, significa: Condor di Pietra.
La parete ovest del Rumi Mallku presenta una vasta porzione di destra caratterizzata da tre pilastri e una cresta che, dalla cima dell’ultimo dei tre, a destra, raggiunge direttamente la spalla sommitale della montagna (cresta ovest)
Per preparare la scalata, il giorno 10/06, abbiamo effettuato una ricognizione alla base della parete e un deposito materiale. Dei tre pilastri abbiamo scelto quello di sinistra, il più abbordabile, anche perché ci siamo resi conto della possibilità, in alto, di traversare a destra verso la cresta. La scalata è iniziata alle 4 di mattina con la partenza dal campo base ed è terminata alle 21 con il ritorno a quest’ultimo. La roccia dei pilastri è, in genere, un buon granito ma spesso, nelle sezioni più compatte, le fessure sono chiuse e l’arrampicata improteggibile. La discesa è avvenuta arrampicando a ritroso sui pendii di ghiaccio rivolti a sud che scendono dalla cresta ovest e il ritorno sul ghiacciaio dell’Anchouma. Sulla parete rimangono aperti diversi problemi alpinistici, in primo luogo il grande pilastro di destra.
Mindfulness ha un dislivello di circa 500m e uno sviluppo di circa 700m. La salita è stata effettuata sabato 11/06 da: Antonio Zavattarelli (Padre Topio), Pietro Sella, Enrico Rosso. La via è interamente su terreno roccioso con difficoltà fino al 6a.
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