Balikwas, la nuova via alla Corna delle Quattro Matte in Presolana
In due riprese tra luglio e settembre Luigi Berio e Paolo Serralunga hanno aperto una nuova via sulla parete sud della Corna delle Quattro Matte nel massiccio della Presolana. Balikwas prende una linea completamente indipendente e corre a destra di A piede libero e la classica Via Albani. Entrambi gli alpinisti sono originari di Milano, ma Serralunga vive da un paio di anni sul Lago d'Orta. Ad entrambi piace scovare i posti più intricati, e come spiega Berio, "Le Quattro Matte sono una cima che ci ha affascinato. La parete è pochissimo visibile, spunta solo dalla cresta del Visolo. Le vie escono proprio sulla cima, isolata e selvaggia (ha una via "normale" per veri esploratori lunga ed esposta). La roccia è una favola. E per concludere… esiste una leggenda su queste quattro sorelle matte. Quindi siamo andati a metterci il naso!”
Per quanto riguarda lo stile dell'apertura Berio ha spiegato "In generale ci piace bucare il meno possibile e ingegnarci per proteggerci dove possibile. Abbiamo messo un fix solo nei punti dove ci siamo appesi ai cliff. Le numerose clessidre hanno permesso di aprire lasciando la roccia praticamente immacolata e di questo siamo stati molto contenti." Di seguito un racconto scritto da Serralunga e la relazione della nuova via
BALIKWAS, QUALCOSA È CAMBIATO
Giò ha lo sguardo velato da leggeri flutti di tristezza. È stanco, il corpo frollato. È leggermente rinvigorito dalla consapevolezza e da una razionale soddisfazione per la via nuova salita; della sua roccia lunare ha ancora fresca memoria tattile. Grigio velluto di pietra, con zone sdrucite e bucherellate. Pieghe, coste e tasche.
Il vapore sale dalle tazze di tè, avvitandosi. La colazione è imbastita, sul tavolo a cui sono pacatamente seduti dopo la breve notte di sonno profondo e vuoto. Le mani di Giò abbracciano la tazza, mentre quelle di Pietro portano la sua tazza di fronte alle labbra per un prudente sorso di bevanda bollente.
Pietro ha lo sguardo rilassato, disteso. Non è meno stanco di Giò, ma il fatto che si sta gongolando nell’idea della salita compiuta gli dà energia e lo tiene seduto dritto.
“Sono un po’ triste che l’abbiamo salita” dice Giò. “Avrei voluto che non fossimo già riusciti a percorrere la linea immaginata. Sai.. Avrei voluto sognarla ancora un po’”.
Pietro è stupito, posa la tazza e dichiara: “Io sono contento che sia andata abbastanza velocemente”. Guarda Giò negli occhi: “Se così non fosse stato, avrei avuto paura di non avere le energie mentali e la motivazione per inseguire ancora questo sogno”.
Il treno sfila nella vegetazione che costeggia i binari e si porta in vista del lago. È autunno, e il sole è appena tramontato. La luce indiretta illumina delicatamente lo specchio d’acqua incorniciato tra rilievi boscosi. Quella colazione Giò e Pietro l’hanno sparecchiata più di un mese fa.
La casa dove fumava il tè Giò l’ha lasciata, non ci è più tornato; qualcosa è mutato.
Mentre Pietro guarda fuori dal finestrino del treno, realizza. Capisce che hanno svoltato, Giò l’aveva compreso subito. Avevano parlato a lungo di quella possibilità, dei possibili ostacoli e dei possibili percorsi per aggirarli. Nuove prospettive si aprono davanti a loro. Ciascuno di loro ha un suo nuovo campo visivo e nuove linee da provare a seguire. Linee con un principio più marcato che perdono nitidezza man mano che si allontanano e intrecciano.
Sente un leggero brivido eccitato nel petto e sul cuoio capelluto. La luce sfuma sul palcoscenico chiudendo questa scena. Se ne è già aperta un’altra.
Ed è sorprendentemente diversa, la concezione di tutto è ribaltata, fresca. Percorsa da nuovi fremiti vitali e dubbi esistenziali. Vitale stravolgimento.
Paolo Serralunga
SCHEDA: Balikwas, Corna delle Quattro Matte, Presolana