Amici per Sempre al Pizzo Matto in Val Grosina (Valtellina) dedicata a Jacopo Compagnoni

Il report e la relazione di 'Amici per sempre' sul Pizzo Matto nell'incantevole val Grosina (Valtellina), aperta nel settembre (2022) da Elia Andreola Giuliano Bordoni e Eraldo Meraldi. La via è dedicata a Jacopo Compagnoni, travolto da una valanga nel dicembre 2021.
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Il terzo tiro di Amici per sempre, Sass del Plan Sertif del Pizzo Matto, Val Grosina (Valtellina)
Eraldo Meraldi

Con un amico autentico è bello andare per montagne tra le immense bellezze da vedere e incontrare. La qualità del tempo passato insieme eccelle sulle cose che vengono realizzate, creando una sorta di ricompensa esistenziale profonda e sentita.

Avevo conosciuto meglio Jacopo un po’ prima di quando aveva iniziato il percorso che poi lo avrebbe portato ad essere la guida alpina più prudente, amata ed impegnata del gruppo dell’Ortles-Cevedale e dell’Alta Valtellina.

La sua compagnia è stata subito piacevole, e lunghe chiacchierate accompagnavano sempre le nostre arrampicate sia in falesia che in montagna; si passava da semplici discorsi sulla tecnica d’arrampicata, a cose di vita di paese fino a spaziare su temi più profondi, sul senso della vita, ecc.

Gli anni di differenza che avevamo erano un arricchimento ulteriore e reciproco, ognuno con le sue vicissitudini ed esperienze e sinceramente per me è sempre stato interessante passare il tempo con persone più giovani,  ricche di nuovi stimoli e circondate sempre d’aria fresca.

Lo ricordo sempre felice e sorridente sulle tantissime vie d’arrampicata percorse insieme e mi viene in mente specialmente quella volta quando arrivati alle prime luci dell’alba all’attacco della Comici - Dimai alla Cima Grande di Lavaredo ci siamo trovati quattro cordate davanti a noi. Uno sguardo rapido d’intesa, nessuna parola e due cordate le abbiamo subito passate salendo slegati sullo zoccolo di secondo e terzo grado, poi un’altra cordata vedendo il nostro moto inesorabile ci ha lasciato strada sorridendo e subito dopo la prima cordata si è arresa per evidente stato di incertezza sulla via più evidente del mondo.

Comunque ci siamo trovati in breve, dopo solo i primi due tiri impegnativi, davanti a tutte le cordate e solo allora siamo scoppiati in una smorzata risata, ma non per la soddisfazione di aver passato tutti, ma per poterci godere in pieno l’atmosfera fredda e silenziosa della nord. Sfruttando l’andamento precedente e con la tranquilla eccitazione del momento abbiamo continuato impassibili la salita godendo appieno del piacere dell’arrampicata e delle sensazioni che un luogo così ti regala; siamo usciti dalla via in meno di cinque ore, siamo andati in cima ad ammirare gli orizzonti dolomitici, poi scesi velocemente dalla via normale siamo rientrati sereni e soddisfatti in Valfurva a casa per cena.

Tante sono le vie granitiche nel Masino dove ci siamo divertiti come matti e poi lungo le impegnative vie d’arrampicata dell’Alta Valtellina da me aperte, dove eravamo sì impegnati, ma anche rilassati tanto da divagare sempre su temi immaginari e a volte anche futili.

Jacopo vestiva sempre scuro, poi un bel giorno arrivò con colori chiari e sgargianti e questa cosa mi è rimasta impressa perché salendo la via, Soli di ghiaccio all’Averta in val di Zocca, nell’ombrosa e fredda parete spiccava come una stella luminosa e spensierata.

Jacopo mi aveva spesso affiancato nel mio lavoro di previsore valanghe al Centro Nivo-meteorologico di ARPA Lombardia per capire meglio la neve e la dinamica delle valanghe, con uscite mirate in condizioni anche complesse dove le varie situazioni venivano sempre valutate con attenzione scientifica e con prove di stabilità della neve, arrivando in conclusione a dire, "si stacca o non si stacca la valanga?"; di distacchi ne abbiamo provocati tanti ma questo ha anche aumentato il rispetto e la conoscenza per questo ambiente, così complesso e nello stesso tempo affascinante.

Il mestiere di guida alpina lo portò ad essere sempre più impegnato in varie attività e questo ci ha un po’ distolto dall’andare insieme in montagna, comunque ci sentivamo spesso e ogni discorso era sempre attento e sentito; ogni volta che andava con Adele, sua mamma, mi chiamava e mi diceva "hai visto che brava Adele? Ha fatto questo e quello" e sempre gli rispondevo "certo, bravissima, anche perché è con te e si fida solo di te, del suo Jacopo!".

Ci eravamo sentiti due giorni prima dell’accaduto e mi aveva chiesto un po’ com’era la situazione neve in quota, e devo dire che gli avevo risposto che era un po’ ambigua, vista anche la scarsità di neve presente e il vento recente che aveva contribuito a distribuirla in modo molto disomogeneo creando accumuli in zone quasi impensabili.

Devo anche dire che se ci fossi stato io al suo posto, quel giorno su quel pendio, sarei sceso come è sceso lui; non c’erano accenni evidenti di potenziale pericolo, non per niente il punto X era molto in basso rispetto all’entrata e in un punto solitamente scarico di tensioni. Invece si è staccato tutto trascinando il mio amico Jacopo giù per la montagna; fatalità, destino o qualunque cosa sia, non ci è dato sapere, ma come ci è dato vivere è così anche per passare altrove, ognuno di noi ha una sua "scadenza" ma questo purtroppo o per fortuna non è dato sapere, quindi cerchiamo di vivere serenamente e con qualità il tempo presente.

Jacopo era uno sciatore eccezionale, aveva una portanza sugli sci che era unica e fenomenale, sciata leggera elegante in qualsiasi tipo di situazione e questo non è da tutti. Certo che essere di Santa Caterina Valfurva è un privilegio per chi ama la neve fresca e lui l’amava all’inverosimile, per lui sciare era passione bianca e l’essenza della libertà.

Perdere un amico è come perdere un tesoro, ma a me del tesoro non interessa, mentre un amico che non c’è più tocca molto, e ne sono dispiaciuto e addolorato; certo rimangono i ricordi, i tanti momenti belli e di qualità e giorni passati insieme anche se a volte mi sembra che sia ancora qui e avrei voglia di parlargli ed ascoltarlo.
Il tempo passa e attenua la tristezza per la mancanza di Jacopo, allora penso a qualcosa di bello per ricordarlo. Ho sempre pensato che certi ambienti solitari ed ameni avessero quella particolare energia per farti stare bene, sostanzialmente un luogo ideale; un bell’avvicinamento tranquillo, una scalata agevole e divertente ed un rientro panoramico e rilassante. Basta poco per essere felici!

In val Grosina ad esempio, una diramazione ad inizio dell’Alta Valtellina tutto sembra essere al posto giusto; ambiente curato, abitazioni ed alpeggi che rispettano i tempi passati e l’alta montagna silenziosa. Qui salendo da Malghera a Pian del Lago si rimane incantati da tanta bellezza; un piccolo altopiano prativo con un caratteristico lago ha quell’atmosfera dei quadri di Segantini, "il pittore della montagna". Si continua arrivando ad un secondo ampio pianoro e ad un terzo; ecco che sopra dove arriva il sole, si erge un’ampia bastionata rocciosa bella e imponente solcata da un incassato canale: a destra è lo Sperone Cinto dove c’è già una bella via, Hey Doug, e a sinistra il Sass del Plan Sertif.

Qui sul Sass del Plan Sertif, a settembre dell’anno scorso con Elia Andreola e Giuliano Bordoni amici guide alpine, abbiamo aperto in due giornate una bella via d’arrampicata su un bel pilastro rossastro che ricorda molto altri luoghi ma dove il sole del mattino si riflette più che altrove; volevamo salire una linea semplice e l’abbiamo centrata perfettamente, questo per poter permettere a molti arrampicatori di gustare appieno una bella salita e tutto l’ambiente circostante carico di energia e tranquillità.

La scelta del nome della via è stata ovvia anche se era un po’ che mi girava per la testa; Amici per sempre è un manifesto perché l'amicizia vera e autentica esiste ed è quello che è stato e sempre sarà con Jacopo. E mi piace pensare che Jacopo sia qui con noi, anche a sognare che le albe, i tramonti e gli orizzonti migliori si vedono solo continuando ad andare per montagne. Anche se non ci sei più, non sarai mai solo…

di Eraldo Meraldi


JACOPO COMPAGNONI, il ricordo di Elia Andreola
Jacopo è stato un amico e compagno di cordata che trasmetteva sempre positività e ti motivava anche nei momenti dove le difficoltà della parete aumentavano. Con lui ho salito varie pareti, sia su roccia che su ghiaccio, in Alta Valtellina, in Dolomiti nel gruppo del Monte Bianco e Francia.

Ricordo con piacere la salita che avevo fatto con lui nel giugno del 2005, lungo la via via Ertl-Schmidt sull’impegnativa parete nord dell’Ortles. Io avevo 18 anni e lui 24; avevo già salito l’Ortles, ma solo dalla via normale, mentre Jacopo non era mai salito. Mi chiamò una mattina dicendomi che la parete era in buone condizioni e se ero libero d’andare con lui; accettai ben volentieri e così nel pomeriggio partimmo in auto per Solda e salimmo tranquilli al rifugio Tabaretta. Il giorno dopo ricordo una giornata perfetta, un po’ di timore iniziale, ma nel complesso fu una salita rapida e stupenda su neve e ghiaccio e con un cielo azzurro indimenticabile. Conservo ancora nell’album le varie foto della salita e l’autoscatto di vetta di me e Jacopo, fieri per la bellissima avventura. Bravo e grazie Jacopo, sei stato un ottimo socio.


UN TOCCASANA PER LA MENTE E L'ANIMA di Francesco Berta
Mi ha fatto molto piacere l'iniziativa di Eraldo sull'apertura di una via in ricordo di Jacopo e come suo solito ha trovato il contesto perfetto: dall'ambiente isolato in un posto incredibile, alle difficoltà di salita e soprattutto allo stile della via.

Jacopo era un amico con cui ho condiviso molte salite… sciate... e la cosa più bella era che ogni giro, uscita, avevano molta varietà e diversità tra loro; mai nei soliti posti frequentati da tutti... Jacopo, sapeva trovare il bello, il contesto più adatto, ma soprattutto non mancavano mai le risate, anche per le stupidaggini dette oppure per il sano divertimento in quello che si faceva.

Mi auguro che questa via di arrampicata porti a ricordare Jacopo e a conoscere maggiormente questi angoli meno frequentati dell'Alta Valtellina perché è situata in un luogo bellissimo in termini paesaggistici che sovrasta tutto l'anfiteatro di Pian del Lago e il suo caratteristico bivacco dove passare una notte, può essere un toccasana per la mente e l’anima.


LE TRACCE DI JACOPO COMPAGNONI
di Giuliano Bordoni
Una vecchia canzone diceva: "ho scritto t’amo sulla sabbia, ma il vento a poco a poco se l’è portato via." Così abbiamo lasciato un messaggio sulla roccia, ma la traccia più grande l’hai lasciata tu dentro di noi. Se porti un amico nel cuore non ti lascerà mai.

Ci sono molti modi per definire Jacopo e credo mi porterò gelosamente tutti i suoi ricordi con me. Jacopo non faceva la Guida Alpina, Jacopo era la Guida Alpina. Uno può fare un mestiere oppure esser quel mestiere. Il mestiere della guida puoi farlo o puoi esserlo. Jacopo lo era, con tutta la sua passione, naturalezza e semplicità. Andar per monti era la sua seconda pelle, si vestiva di montagne e le vedevi chiaramente dentro i suoi occhi.

Jacopo era anche uno sciatore, o meglio uno SCI-VOLATORE. Questa forse era la cosa che più ci accomunava. Credo di non aver conosciuto nessun altro fortemente legato alla neve come lo era lui.

A uno sciatore fuoripista non importa quanto uno guarderà o quanto rimarrà la traccia che lascia dietro di sé. Quella traccia, anche se per poco tempo, è un segno tangibile della sua audacia e delle sue paure, senza filtri, senza menzogna, così reale quanto fugace. Ecco Jacopo di tracce ne ha lasciate parecchie, nella neve e nei cuori delle persone che sono state compagne di avventure o semplici giornate per monti.

Non so quanto queste rimarranno, ma, nei cuori di chi le ha, lì rimarranno per sempre e così Jacopo non se ne andrà mai. Per questo mi fa tutt’ora strano parlarne all’imperfetto. Ho ancora l’istinto di prendere il telefono e scrivergli per chiedergli la condizione della neve in quel versante, su quella montagna, nonostante sappia già a priori la sua risposta: "bellissima"… Al Pian del Lago abbiamo lasciato un segno, un messaggio: Amici per sempre. Da quelle rocce, su quella via si respira nell’aria il suo profumo.

AMICI PER SEMPRE di Deborah Compagnoni
Grazie per questa via! È un percorso da scoprire lentamente lungo una vallata magnifica e incontaminata. La serenità che si prova nell’attraversarla ha il sorriso dolce di mio fratello Jacopo. Grazie dell’amicizia sana e vera che avete sempre dimostrato frutto della fiducia e del rispetto; valori ormai rari in questo tempo veloce… Grazie! Amici per sempre.

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