Alpinismo: Quattro vie nuove in Kyrgyzstan
In Agosto 2006 e 2005 quattro vie nuove nella valle del Karakol nel massiccio del Terskey Ala Too, Kyrgyzstan, per piccola spedizione slovena.
Per la serie alpinismo ed l’esplorazione lo Sloveno Andrej Magajne ci invia il suo report di due viaggi in Kyrgyzstan, e più precisamente nella valle del Karakol nel massiccio del Terskey Ala Too, che gli ha sfruttato, assieme a Simon Slejko, Andrej Erceg e Dejan Miskovic, quattro vie nuove. Durante il primo viaggio nel 2005 il tempo instabile ha permesso ad Andrej e al suo compagno Simon Slejko di salire soltanto una via nuova, "Amor therapeutica" (V/AI5, 700m) sulla parete nord dello Slonienok (4728m). Ma la zona ha tali potenzialità per aprire vie nuove che i due sono tornati quest'estate assieme ad Andrej Erceg e Dejan Miskovic e, con tempo più clemente, hanno salito due nuove vie, "Espresso" (V/AI5, 900 m) e "Frappucino Kirgizzo" (V/AI5+, 900m), sulla parete nord del Pic Karakolski (5280m) e una terza via, "Tretje oko" (Il terzo occhio) (VI/AI6, 1200m), sulla parete nord del Djigit (5170m). Il report completo di Andrej Magajne, che comprende anche una breve introduzione alla valle del Karakol, è invitante: senz’altro è una meta assolutamente da non tralasciare. Karakol valley 2005 & 2006 Andrej Magajne "I"Nel 2005 io e il mio compagno di cordata Simon Slejko siamo incappati in un tempo sorprendentemente instabile che ci ha imposto di cambiare i nostri progetti: la neve fresca sulle pareti nord del Pik Karakolski (5280m) e del Djigit (5170m) ci ha costretto ad ammettere che una salita sarebbe stata troppo rischiosa e pericolosa. Poi però, quando il cielo finalmente si è aperto abbiamo deciso che meritavamo un premio molto rassicurante: la parete nord dello Slonienok (4728m). Eravamo molto motivati e abbiamo salito un classico muro di ghiaccio, 700m di buona neve, alcuni salti più ripidi e una lunga cresta. Il tutto per nove ore in salita a cui se ne sono aggiunte altre quattro per la discesa e le doppie lungo la via normale. Abbiamo chiamato la via “Amor terapeutico”, proponendo il grado della russa 5A (V, AI 5); 7.8.2005. Il giorno dopo ha iniziato nuovamente a piovere e dopo 13 giorni abbiamo finalmente abbandonato il nostro sogno di una via nuova sul Djigit e sul Karakolski, e fatti gli zaini siamo tornati alla “civiltà”. Quest'anno siamo tornati per chiudere i conti, assieme agli amici Andrej Erceg e Dejan Miskovic. E la nostra perseveranza è stata finalmente premiata dal bel tempo e da tre bellissime vie nuove proprio sul Karakolski e sul Djigit. Passata la mezzanotte del 11/08/06 con Simon abbiamo iniziato a salire l'ovvio canalone a forma di serpente sulla parete nord del Pic Karakolski. Abbiamo trovato ghiaccio ripido attorno ai 60-75 gradi ma di eccellente qualità e siamo saliti senza corda per tutta la via, tranne gli ultimi 100m verticali. Quindi raggiunta la cresta ovest e la via normale siamo tornati al campo base la sera dello stesso giornata. Il giorno dopo Dejan e Andrej sono partiti per la loro via, una lunga parete di ghiaccio divisa da due salti verticali. Circa a mezzogiorno hanno raggiunto la via normale che Dejan ha seguito fino in cima al Karakolski. Hanno bivaccato sul ghiacciaio On Tor e sono tornati a campo base il 13/08/06. Nel frattempo io e Simon abbiamo esaminato il nostro ultimo obiettivo, la famosa parete nord del Djigit e siamo rimasti colpiti dall'incredibile linea di ghiaccio sottile che incide sulla destra la zona centrale della parete. Il giorno clou è arrivato il 22/08/2006 quando tutti e quattro abbiamo lasciato il bivacco sul passo On Tor e siamo entrati nel canalone iniziale che prometteva di rivelarci il passaggio giusto nell'enorme barriera di seracchi. Abbiamo trovato l'uscita da questa trappola di ghiaccio nella prima mattinata e abbiamo quindi proseguito per la ripida parete soprastante. Nonostante il fatto che il muro fosse abbastanza ripido, abbiamo riscontrato le maggior difficoltà in un diedro verticale, con neve instabile e protezioni non buone, a metà via. Dopo quasi 17 ore ininterrotte di arrampicata abbiamo raggiunto la cornice sommitale. Il tempo stava peggiorando, così abbiamo scavato un piccolo ripiano e siamo sopravissuti ad un bivacco freddissimo. Alla mattina, con tempo splendido, abbiamo salito gli ultimi metri fino alla cima, dove abbiamo goduto di una vista straordinaria su innumerevoli cime, molte mai salite. Tutto si è concluso con la discesa lungo la via normale. Breve introduzione alla valle del Karakol Le cime e le pareti più alte del massiccio Terskey Ala – Too si trovano nella valle del Karakol. Una volta era qui che si facevano i campionati della ex unione sovietica, prima che il Kyrgyzstan conquistasse l'indipendenza nel 1991. Salite di grande rilievo (6A extra – ED/ED+) sono state realizzate sul Djigit, ma i sovietici non erano abituati a salire il ghiaccio e sono scappati sulle roccia il più presto possibile, quindi ancor oggi ci sono delle linee incredibile di ghiaccio mai salite. Da allora non c'è stato molto sviluppo. Quando siamo arrivati noi le condizioni erano abbastanza buone, come nelle Alpi circa 20 anni fa. Sfortunatamente il riscaldamento della terra ha causato danni anche qui. Questo è stato evidente in questa (caldissima) estate. Le parete sono ripide e mi ricordano quelle sopra Chamonix. La valle del Karakol è facile da raggiungere. Ci vogliono circa 1-2 giorni dalla Slovenia a Karakol (volo Ljubljana – Istanbul – Biskek poi taxi fino a Karakol). Il giorno dopo si possono acquistare viveri ed organizzare trasporto, mentre potete arrivare a campo base già al terzo o il quarto giorno dall’arrivo. Vale la pena notare che tutto il viaggio ci è costato circa 1500 euro a persona, tutto incluso. Da questo punto di vista dubito che ci sia un altro posto sul pianeta dove si possono salire così tante vie nuove su cime inviolate. Ma soprattutto, è un posto bellissimo. E' veramente un posto da vedere." Andrej Magajne |
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