Alpinismo: Kammerlander e Unterkircher in vetta allo Jasemba
Hans Kammerlander e Karl Unterkircher ce l’hanno fatta. Con un ultimo, bellissimo, e per niente facile, raid di 20 ore complessive di arrampicata, i due alpinisti sud tirolesi hanno toccato la vetta dello Jasemba (7350m), alle 15,00 (ora locale) di martedì 22 maggio.
Questa è sicuramente la prima salita della parete sud della bellissima montagna del Solo-Khumbu, che s’innalza al confine nepalese-tibetano tra il Cho Oyu (del cui gruppo fa parte) e l’Everest. Ma in realtà potrebbe essere anche una prima assoluta visto che quell’ipotetica prima salita del versante Nord, di cui alcuni parlano, non si sa se e chi l’abbia realizzata né tanto meno quando.
“Karl è in gamba è davvero bravo, con lui mi sono trovato veramente bene”, ci ha raccontato Kammerlander dal campo base. Aggiungendo poi che: “Questa è una via molto bella ma davvero impegnativa, e anche molto, ma davvero molto pericolosa… la più difficile della mia carriera”. E visto che il giudizio viene da uno degli alpinisti che ha scritto la storia dell’alpinismo himalayano degli ultimi 20 anni, c’è di che riflettere.
Sicuramente per i due fortissimi sud tirolesi quella della vetta è stata una giornata davvero memorabile. Basti pensare che Hans Kammerlander insegue il sogno Jasemba da tre anni consecutivi. Una storia e un viaggio iniziati nel 2005 con la prima spedizione di cui faceva parte anche Karl Unterkircher. Proseguita quindi nel 2006, con il tentativo che, come molti ricorderanno, fu tragicamente segnato dalla scomparsa del suo fraterno amico Lois Brugger. Ed infine con questa terza e ultima spedizione che ha portato Hans e Karl in vetta per un epilogo finalmente felice quanto fortemente voluto.
Tutto è iniziato il 2 maggio quando Kammerlander, insieme a Hartmann Seeber ed Ernst Brugger (il fratello di Luis), è arrivato al Campo base dello Jasemba dove, il giorno dopo, l’ha raggiunto anche Karl Unterkircher. Il 13 maggio i due avevano già installato il Campo 1 a 6100m, attrezzando la via con corde fisse. Il 14 maggio sono ancora in parete. Il 16 sono di ritorno al Campo base dopo aver attrezzato la via fino a 6700m, il punto massimo raggiunto dalla spedizione dell’anno scorso.
Un punto massimo con una sorpresa: per un difetto dell’altimetro, Hans Kammerlander nel 2006 l’aveva indicato a circa 7100m di quota. Invece, ora, lo strumento che porta con sé segna quota 6700m… Questo significa che mancano ancora 650m: l’ultimo lunghissimo e del tutto inesplorato balzo per il top è ancora più lungo e difficile di quanto preventivato.
Ma la strada della vetta ormai è irrinunciabile: resta solo da scegliere quando partire. Il momento giusto arriva lunedì 21 maggio. Il piano è semplice: si punta al campo 1 e dopo una sosta si va diretti in vetta. Così è. Dopo aver superato i primi 1000 impegnativi metri di ghiaccio, roccia e misto, i due approdano al campo 1 per poi ripartire in piena notte, poco dopo la mezzanotte, per il loro secondo step.
Hans e Karl, raggiunto velocemente il punto più alto a 6700m, iniziano la dura lotta sul terreno sconosciuto, molto difficile e aleatorio degli ultimi 650m. Kammerlander descrive questa sezione come tecnicamente molto difficile, molto impegnativa e molto pericolosa. Aggiungendo poi che: “Tutti i 2000m metri della via sono più difficili e impegnativi della nord dell’Eiger…”, senza contare l’effetto della quota ben maggiore dello Jasemba…
Finalmente, dopo oltre 2000m di salita (650m finali senza corde fisse, dei quali gli ultimi 120 su un’affilatissima e precaria crestina di neve che si spalanca su un abissale vuoto) i due sono in cima. Sono le ore 15,00 del 22 maggio; sono trascorse circa 14 ore dalla partenza dal campo 1, e in tutto i due hanno arrampicato per circa 20 ore complessive dalla partenza dal Campo base.
Verso le 9 di sera la difficile discesa li riporta al campo 1 dove passano la notte. Tutto ormai sembra andare per il meglio. Ma le “sorprese” non sono ancora del tutto finite… Al mattino ripreso a scendere dopo 100 metri si accorgono che le loro corde fisse non ci sono più. Anzi: gran parte della parete sotto il Campo 1 non c’è più! Tutto, comprese le loro corde fisse, è stato spazzato via da un’enorme valanga. La considerazione (da brivido) è istantanea: quando sono saliti hanno scampato l’appuntamento con il disastro solo di poche ore. Il sangue gli si gela nelle vene, ma devono far fronte all’emergenza: la discesa è liscia come un campo di biliardo… Fortuna vuole che con loro abbiamo un “cordino” di emergenza in kevlar e due (sic) chiodi da ghiaccio... Così dopo una pericolosa serie di calate e discese, verso le 14,00 di ieri (23 maggio) approdano sani e salvi al Campo base.
“Ora sono stanchissimo” ha confidato Kammerlander “Sono stanco ma sereno. Sai sento che Lois è qui con noi: è stato insieme a noi per tutta la salita. E’ a lui che dedichiamo questa via. Lois era qui nel 2005, poi l’anno scorso è successo quello che è successo…. Era un amico e una bella persona, Lois…”.
Hans Kammerlander
E' nato, ultimo di sei figli, nel 1956 in Sudtirol, dove vive. Ha iniziato da giovane ad arrampicare sulle montagne Sud tirolesi ed in seguito sulle Dolomiti, quindi sulle grandi pareti delle Api e delle più alte montagne del mondo. ha salito 13 Ottomila, tutti senza ossigeno.
Kammerlander è guida alpina e dirige la scuola d'alpinismo ALPINSCHULE SUDTIROL.
Karl Unterkircher
nato il 27.08.1970, vive con la moglie Silke ed i figli Alex e Miriam a Selva di Val Gardena (Dolomiti- Alto Adige ). A 15 anni comincia le prime arrampicate in montagna. Dal 1997 è guida alpina.
Spedizioni: 2004: Everest e K2 in due mesi senza ossigeno supplementare. 2005: Tentativo allo Jasemba (Pasang Namhu Chuli) con Kammerlander e L. Brugger. 2006: Mt. Genyen, prima ascensione dal versante Nord, Sashung
arch. news Kammerlander | |
arch. news Unterkircher | |
www.kammerlander.com | |
www.karlunterkircher.com | |
montura.it |