Alpi Apuane, sci alpinismo vista mare
La differenza con il vicino Appennino è netta. Dalla Lunigiana (ampia valle percorsa dal fiume Magra) le due catene sono entrambe visibili: quella più a Oriente, l'Appennino, si presenta come un imponente bastione dove nessuna cima spicca particolarmente, quella più a Occidente, le Apuane, sono invece una costellazione di vette aguzze e severe, ciascuna con una caratteristica sagoma ed una propria personalità.
Costituite prevalentemente di rocce compatte (il famoso marmo bianco che le ha rese celebri, ma che ne sta anche determinando il continuo ed inesorabile smantellamento) le Apuane si prestano in estate a piacevoli arrampicate su roccia, soprattutto sulle pendici inferiori dove è possibile trovare ottimo calcare. E' in inverno però che queste montagne diventano uniche: la vicinanza al mare fa sì che la neve molto umida si appiccichi sulle rocce anche su pendenze impensabili, dando così vita ad itinerari di misto che non hanno paragoni per impegno, continuità ed estetica.
Trattandosi di montagne generalmente molto ripide e rocciose, si prestano più all'alpinismo che allo sciapinismo. Fatta eccezione per alcuni interessanti itinerari classici, lo scialpinismo sulle Apuane è sempre molto "alpinistico" e, per salire, è più frequente utilizzare i ramponi piuttosto che le pelli di foca.
Il panorama è unico e le emozioni sono assicurate. E' strano, dopo due giorni passati all'ombra in parete, o dopo avere risalito faticosamente un canale Nord con gli sci sullo zaino, ritrovarsi lassù, su una lama di neve affacciata al Mediterraneo ad assaporare il calore di due soli, uno nel cielo, ed uno specchiato nel mare; e lasciarsi scivolare verso il mare pregustando il profumo del timo e del mirto. Più di una volta, specie a Marzo, mi è capitato di ritrovarmi al mare a fare il bagno di ritorno da una sciata sul Sagro...
ITINERARI
Quasi tutte le cime delle Apuane sono ormai state scese con gli sci, alcune perché segnate da percorsi evidenti, altre perché erano un rebus da risolvere e davvero meritavano un tentativo, altre ancora solo per gioco o scommessa personale.
Considerando le cime principali, al momento non ho informazione di discese con gli sci soltanto dall'Alto di Sella (Apuane Centrali), dal Contrario (Apuane Settentrionali) dal Pizzo Maggiore (Apuane Settentrionali) e dall'Altissimo (Apuane Meridionali) e a dirla tutta tutte ciascuna di esse offrirebbe possibilità di discesa, magari aspettando le giuste condizioni.
Lo scialpinismo sulle Apuane e Appennino Tosco Emiliano è iniziato negli anni '50 e 60' ad opera principalmente di Arturo Ponticelli e Vincenzo Sarperi, con le discese dalle cime più semplici. Le cime più ardite e caratteristiche delle Apuane, invece, come il Pisanino e il Pizzo d'Uccello, nonché i canali più evidenti e frequentemente innevati come la Amoretti alla Pania, hanno avuto la prima discesa in sci negli anni '80 per iniziativa di un gruppo di sciatori locali, noti anche per avere sceso con gli sci la Sciara del Fuoco sull'isola di Stromboli (Eolie). A proposito di questa fase dello scialpinismo apuano, consiglio la lettura di "Sci estroso" di Marileno Dianda.
Terminata questa stagione c'è stato un periodo di scarsa attività, forse c'è stata la sensazione che fosse già stato fatto tutto, o forse gli scialpinisti locali più preparati hanno preferito concentrarsi su più famose discese alpine. Sta di fatto che solo recentemente pochi appassionati hanno ripreso ad esplorare queste montagne sci ai piedi, compiendo diverse notevoli realizzazioni: la prima discesa integralmente in sci del Canale Centrale al Pizzo delle Saette (2009), la prima integrale del Pisanino dal versante Sud (2008), seguita da due altre integrali dal versante Nord-Est (2010) e dal versante Sud Est (2013); la prima discesa del Canale dei Carrubi alla Pania (2008), la discesa integrale dalla vetta del Pizzo d'Uccello (2009), il canale Sud del Garnerone (2009), il Canale Giancarlo al Grondilice (2013), il Pizzo di Mezzo ed il Pizzo Altare (2013).
La pubblicazione più recente sull'argomento è "Sci Alpinismo in Apuane e Appennino" di Marileno Dianda e Riccardo Simoncini, edito da Pezzini (1997) che include gli itinerari classici e qualche itinerario di sci ripido. Al momento manca dunque una guida aggiornata che raccolga tutte le possibilità di discese con gli sci sulle Apuane.
In attesa di una più esaustiva pubblicazione, in questo articolo voglio presentarvi tre itinerari, uno facile e classico, uno di media difficoltà e non molto frequentato e uno difficile ed inedito. Tutti questi itinerari si trovano sulle Apuane Settentrionali e hanno la caratteristica di andare in condizioni abbastanza frequentemente.
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STRATEGIA
La neve è, in senso letterale, un dono del cielo e, come i migliori doni, arriva senza poter essere realmente prevista. Ogni stagione è diversa dalle altre e, anche quando si crede di avere toccando il fondo, o l'apice, arriva un'altra stagione a sorprenderci, nel bene o nel male. Se ciò è vero sulle Alpi, è ancora più vero qui sulle Apuane dove le quote sono modeste e i ripidi versanti sono sempre a tiro di Scirocco. Da novembre ad aprile sono frequenti nevicate abbondantissime, capaci di trasformare in una notte le pareti e i pendii e altrettanto frequenti possono essere episodi di pioggia, che, se opportunamente seguita da temperature rigide, farà la gioia degli alpinisti e degli amanti delle goulotte effimere. A causa di questo meteo così capriccioso, potersi affidare alle informazioni dei locali è, qui più che altrove, un grande vantaggio. Tuttavia si possono fare alcune considerazioni generali:
1: sulle Apuane non c'è gran bisogno di avere "fondo". Dopo una mezza giornata dalla prima nevicata abbondante (almeno mezzo metro) è possibile sciare sui principali pendii. Con spessori consistenti infatti la neve apuana, più umida di quella alpina, impedisce agli sci di sprofondare fino al suolo, ma permette comunque una sciata entusiasmante... con le dovute cautele ovviamente…
2: la neve si stabilizza molto più rapidamente che sulle Alpi, ma tutte le valutazioni sulla sicurezza del manto nevoso restano comunque d'obbligo, soprattutto dopo episodi di vento
3: solo nei canali incassati orientati a nord la neve si mantiene per alcuni giorni farinosa. Negli altri versanti si trasforma rapidamente. I versanti Sud e Sud-Ovest sono quelli con la qualità della neve più affidabile. Bastano due giorni di sole per trovare un perfetto firn, specialmente sugli itinerari più ripidi. I versanti Nord-Est e Nord-Ovest sono i più "rognosi". Difficile prevedere la qualità della neve su queste esposizioni… a meno di non ricevere una soffiata precisa da qualche locale, l'unica è toccare con mano , anzi coi piedi…
alla peggio ci si potrà facilmente dirottare su qualche altro itinerario con esposizione più favorevole.
4: per il carattere carsico di queste montagne, l'orografia è a volte molto particolare perché l'acqua anziché scivolare verso il basso in superficie, si inabissa sottoterra, per sbucare nuovamente fuori quasi al livello del mare. A causa di ciò, frequentemente, seguire il canale principale non è la scelta giusta ed invece bisogna cambiare esposizione più volte per aggirare le difficoltà. Studiare bene l'itinerario su una foto è il sistema migliore per non mettersi nei pasticci.
5: personalmente, tranne nel caso in cui percorra itinerari stranoti e semplici, giro sempre con un paio di ramponi in acciaio e una coppia di piccozze da piolet nello zaino. A seconda dell'itinerario scelto può essere prudente avere imbrago e corda per eventuali doppie. Su queste montagne una buona tecnica di cramponage è davvero fondamentale.
COME ARRIVARE
Dalla pianura padana: da Parma, seguire l'autostrada A15 in direzione La Spezia
Da Genova e ponente ligure: da Genova seguire la A12 in direzione Livorno
Da Firenze: seguire la A11 in direzione Viareggio
Da Roma: seguire la statale Aurelia fino a Rosignano e quindi la A12 in direzione Genova
di Giampaolo Betta, Guida Alpina
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