AlexAnna: la via di Larcher alla sud della Marmolada secondo Matteo Della Bordella

Lo scorso agosto Matteo Della Bordella e Giacomo “Jacky” Neri hanno realizzato la prima ripetizione, con la prima ripetizione rotpunk per Matteo Della Bordella, di AlexAnna (740m, 8a+ max, 7a+ obbl.) la via aperta e liberata da Rolando Larcher sulla parete sud di Punta Penia (Marmolada, Dolomiti). Il report di Della Bordella.
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Il tracciato di AlexAnna (740m, 8a+ max, 7a+ obbl.) la via aperta e liberata da Rolando Larcher sulla parete sud di Punta Penia (Marmolada, Dolomiti).
M. Della Bordella
Rolando Larcher aveva descritto AlexAnna come “un’incredibile e miracolosa teoria di appigli ed appoggi…”. A testimoniare la bellezza e il "vuoto assoluto" di questa via di grande arrampicata - che sale la sud di Punta Penia "infilandosi" tra la grande Larcher-Vigiani (altra via aperta da Rolando Larcher e Roberto Vigiani nel 2000) e la classica Soldà, con cui ha in comune le prime tre lunghezze - c'erano anche le belle foto di Giampaolo "trota" Calzà. Ma, si sa, per "tarare" il valore di una via occorre aspettare il giudizio dei ripetitori. Così, anche per AlexAnna, ora è arrivato il momento di un giudizio esterno. Matteo Della Bordella che con Giacomo “Jacky” Neri lo scorso agosto ne ha fatto la prima ripezione e prima ripetizione rotpunkt non ha dubbi e dice che: "Sono le vie come questa che mi fanno sentire una persona fortunata, che mi fanno sentire bene". E, detto da lui (sicuramente uno dei climber italiani più attivi, determinati e forti sulle grandi pareti), è una conferma di qualità sicura.

ALEXANNA di Matteo Della Bordella

Marmolada, parete Sud-Ovest. 750 metri, 11 spit e 12 chiodi (soste escluse). Rolando Larcher 2007-2010. Basta questo per lasciar intendere che si tratti di una gran via.

Dopo una “pausa riflessiva” nell’estate del 2011, passata praticamente sempre in Svizzera, è tempo di tornare su quella che forse per me è la più bella parete delle Alpi: la Marmolada. Alcuni dei miei più cari ricordi sono legati a questa parete come quando in occasione del mio ventunesimo compleanno, salii in giornata e a vista la Via Attraverso il Pesce con mio padre Fabio. Un vero e proprio sogno realizzato, per me e per mio padre, e indubbiamente uno dei ricordi più belli della mia vita. Ma non solo il Pesce, anche Fram, Fantasia, Tempi moderni furono per un verso o per l’altro grandi avventure, esperienze che ti restano dentro.

E adesso, agosto 2012, sono qui al bivacco Dal Bianco, con Giacomo Neri, in arte “Jacky”, pronto per l’ennesima grande avventura. Dai numeri e dalle parole di Rolando, AlexAnna si presenta come la via che sto cercando: in perfetto stile “Marmolada”, espressione che chi ha scalato su questa parete può capire cosa significhi.

Immaginando l’impegno complessivo della via decidiamo di affrontare la salita in due giorni, lo stesso Rolando mi disse che “in cengia ci stanno anche le tende degli scout” quindi perché sprecare questa bella occasione di passare una notte sotto le stelle?

I primi 4 tiri della via sono facili e sappiamo che recuperare il saccone sarà un compito dispendioso. Tuttavia con qualche trucchetto ci ritroviamo all’inizio vero e proprio di AlexAnna senza aver speso troppe energie.

Per Jacky è la prima volta in Marmolada, anzi la prima in Dolomiti, anzi la prima su una big-wall, anzi la prima su roccia non solidissima dove occorre anche piazzare le protezioni. Apprezzo molto il fatto che mi abbia lasciato andare da primo su tutti i tiri dicendomi “questa è la tua via!”, cosa che da buon amico ho avuto modo di ricambiare qualche giorno più tardi nella nostra vacanza.

Le lunghezze fino alla cengia di AlexAnna sono già impegnative e richiedono buona esperienza nel piazzare le protezioni, ma come bellezza non sono nulla di speciale e sono il riscaldamento per la parte alta. Così a metà pomeriggio del primo giorno arriviamo al tiro chiave: un 8a+ con una sezione iniziale difficile, seguita da un faticoso traverso sotto un tetto e un’uscita più facile.

Al primo giro non mi do molte chances di salire il tiro in libera, ma dopo un “riposante pisolino” appeso all’imbrago riparto e con mio grande stupore supero la sezione difficile indenne. Purtroppo non ho ben studiato il successivo traverso sotto il tetto, ma ancora una volta grazie a qualche provvidenziale incastro e ai friend lasciati posizionati dal giro precedente ne vengo fuori con grande cattiveria. Arrivo in sosta con un misto di stupore ed esaltazione per un risultato del tutto inaspettato!

Dopo un caldo bivacco, per metà notte fuori dal sacco a pelo, il giorno successivo ci aspetta il cuore della via. Mi accorgo subito che partire con due serie di friends attaccate su un 7c ben impegnativo non è un buon riscaldamento! Ma dopo aver studiato i passaggi chiave del tiro e aver lasciato in sosta buona parte del peso, il secondo giro per salire in libera il tiro qui è poco più di una formalità. Ma signori che tiro! Dire entusiasmante è riduttivo, sequenza di buchi e buchetti su roccia grigia che sembra fatta apposta per scalare. Se avete in mente le foto di Rolando della via non vi sarà difficile credermi.

La strada verso la salita in libera della via sembra spianata ed io ormai ci credo. Almeno finché non arrivo in vista di un corto 7b+, spittato dall’aria innocua. Dopo aver fallito anche qui il tentativo a vista, cerco la soluzione per salire in libera il tiro. Soluzione che non arriva. E continua a non arrivare anche dopo un buon 15 minuti di studio.

A un certo punto mi lascio andare all’arrabbiatura: non ci posso credere di non riuscire a fare la via per un 7b+! Poi ritrovo la calma e la concentrazione. Provo a ripartire dalla sosta, e con la forza della disperazione in un modo o nell’altro ne vengo ancora fuori non so ancora bene come. 7c senza discussione secondo me!

Grazie a Dio il 7b+ successivo è un’altra musica. Visto il precedente non provo nemmeno l’a vista, ma al secondo giro è una passeggiata di salute. 7b secondo me. Altri due tiri e arriviamo in cima, io e Jacky. AlexAnna è alle nostre spalle. Una via 100% nel mio stile, un successo bellissimo proprio perché inaspettato. Beh, che non ha certo potuto eguagliare l’emozione di quando salii il Pesce, ma che certo ci è andato vicino. Sono le vie come questa che mi fanno sentire una persona fortunata, che mi fanno sentire bene. I like.

Matteo Della Bordella - Ragni di Lecco



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