A Don Buzzetti, 80 anni dopo...
Rossano Libera il 16 maggio ha compiuto la salita solitaria (con varianti) dei 1000 metri della via Ielmi-Mezzera aperta nel 1933 sulla Nord del Pizzo di Prata (Val Schiesone, Valtellina). Una salita e un'esperienza che al forte alpinista e guida alpina della Val Chiavenna hanno ispirato questo ricordo sulla mitica figura di Don Buzzetti, prete e fortissimo alpinista scomparso nel 1934, che proprio sulla parete Nord del Pizzo di Prata ha scritto una pagina di alpinismo indimenticabile.
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La solitaria e il punto di non ritorno (via Ielmi-Mezzera al Pizzo di Prata)
arch. R. Libera
E' un comune temporale estivo, quello che si scatena il 14 luglio del '34 in alta Val Masino al confine con la val Codera. A non essere per nulla comuni sono le sue conseguenze; da quel giorno si perdono infatti le tracce di un noto alpinista della Valchiavenna. Un prete. E' Don Giuseppe Buzzetti, che proprio in quel momento si consegna alla leggenda...
Vita davvero singolare la sua, come uomo, come prete e come alpinista. E sono proprio le sue gesta alpinistiche a renderlo così noto, all'epoca. Tra le sue salite più incredibili, vanno ricordate quella alla ripida parete Sud Ovest del Sasso Manduino nel 1905 e quella alla tetra e sinistra parete Nord del Pizzo di Prata, quindici anni dopo. Dico incredibili perché si sta parlando di scalate effettuate un secolo fa; dico incredibili perché queste salite, Don Buzzetti le ha compiute in solitaria. Ed in giornata…
Don Buzzetti ha carattere schivo e silenzioso, proprio come le montagne su cui ama arrampicare, spesso da solo, salendo vie nuove dalle difficoltà davvero ragguardevoli per l'epoca. Resto convinto del fatto che, se avesse agito in un contesto più blasonato sotto il profilo alpinistico (le Dolomiti, per esempio...). In quell' estate del '34 non sarebbe entrato solo nella leggenda locale ma sicuramente nella storia dell'alpinismo.
Per conoscerlo meglio e saperne di più, rimando l'attenzione al libro del 2002 "Il Prete Scomparso", edito dal CAI Sezione di Chiavenna. A lui, oltre a questo libro, sono state dedicate cime, serate, vie, poesie, scalate... E, se dopo 80 anni siamo ancora qui a ricordarlo, significa che indubbiamente ha saputo lasciare qualcosa, e credo di mettere tutti d'accordo nell'identificare il Pizzo di Prata (Pizzone) come montagna che maggiormente lo rappresenti.
Non a caso, il 13 aprile scorso, due valligiani l'hanno salita e scesa con gli sci dalla selvaggia Val Schiesone e per il ripido versante Sud Est, ripercorrendo le tracce lasciate dal nostro, dedicandogli infine un ricordo dopo aver vissuto una giornata in un contesto unico ed impareggiabile.
Un mese dopo, il forte vento da Nord che durava da più giorni ha modellato un raro gioiello: l'accesso diretto al canale di sinistra, rispetto a quello percorso dal Don un secolo prima (via Ielmi Mezzera del 1933), aggiungendo qualche regalino nella parte alta. Me ne sono accorto in modo del tutto inaspettato, era il richiamo che aspettavo da tempo!
Dopo 250 metri di scalata mi sono però reso conto dell'effimerità del ghiaccio e delle mie scelte; ero solo e con pochissimo materiale. La discesa era ormai preclusa... Solo un miracolo mi avrebbe potuto portare in cima. Lì ho capito una volta di più che il vero miracolo è vivere pienamente ogni esperienza, credendoci e spendendosi fino in fondo senza riserve. Forse in un secolo non è cambiato poi molto l'alpinismo, sotto questo aspetto...
Il 14 luglio di quest'anno saranno passati 80 anni dalla scomparsa di chi ha vissuto e trasmesso la passione per la montagna al pari di quella per la fede. Don Buzzetti ha saputo formare fedeli devoti ed alpinisti particolari...
di Rossano Libera
Vita davvero singolare la sua, come uomo, come prete e come alpinista. E sono proprio le sue gesta alpinistiche a renderlo così noto, all'epoca. Tra le sue salite più incredibili, vanno ricordate quella alla ripida parete Sud Ovest del Sasso Manduino nel 1905 e quella alla tetra e sinistra parete Nord del Pizzo di Prata, quindici anni dopo. Dico incredibili perché si sta parlando di scalate effettuate un secolo fa; dico incredibili perché queste salite, Don Buzzetti le ha compiute in solitaria. Ed in giornata…
Don Buzzetti ha carattere schivo e silenzioso, proprio come le montagne su cui ama arrampicare, spesso da solo, salendo vie nuove dalle difficoltà davvero ragguardevoli per l'epoca. Resto convinto del fatto che, se avesse agito in un contesto più blasonato sotto il profilo alpinistico (le Dolomiti, per esempio...). In quell' estate del '34 non sarebbe entrato solo nella leggenda locale ma sicuramente nella storia dell'alpinismo.
Per conoscerlo meglio e saperne di più, rimando l'attenzione al libro del 2002 "Il Prete Scomparso", edito dal CAI Sezione di Chiavenna. A lui, oltre a questo libro, sono state dedicate cime, serate, vie, poesie, scalate... E, se dopo 80 anni siamo ancora qui a ricordarlo, significa che indubbiamente ha saputo lasciare qualcosa, e credo di mettere tutti d'accordo nell'identificare il Pizzo di Prata (Pizzone) come montagna che maggiormente lo rappresenti.
Non a caso, il 13 aprile scorso, due valligiani l'hanno salita e scesa con gli sci dalla selvaggia Val Schiesone e per il ripido versante Sud Est, ripercorrendo le tracce lasciate dal nostro, dedicandogli infine un ricordo dopo aver vissuto una giornata in un contesto unico ed impareggiabile.
Un mese dopo, il forte vento da Nord che durava da più giorni ha modellato un raro gioiello: l'accesso diretto al canale di sinistra, rispetto a quello percorso dal Don un secolo prima (via Ielmi Mezzera del 1933), aggiungendo qualche regalino nella parte alta. Me ne sono accorto in modo del tutto inaspettato, era il richiamo che aspettavo da tempo!
Dopo 250 metri di scalata mi sono però reso conto dell'effimerità del ghiaccio e delle mie scelte; ero solo e con pochissimo materiale. La discesa era ormai preclusa... Solo un miracolo mi avrebbe potuto portare in cima. Lì ho capito una volta di più che il vero miracolo è vivere pienamente ogni esperienza, credendoci e spendendosi fino in fondo senza riserve. Forse in un secolo non è cambiato poi molto l'alpinismo, sotto questo aspetto...
Il 14 luglio di quest'anno saranno passati 80 anni dalla scomparsa di chi ha vissuto e trasmesso la passione per la montagna al pari di quella per la fede. Don Buzzetti ha saputo formare fedeli devoti ed alpinisti particolari...
di Rossano Libera
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