17° Piolets d'or, anteprima
Dal 22 al 25 aprile tra Chamonix e Courmayeur si terrà la 17a edizione del Piolet d'or, il premio alpinistico forse più famoso, tanto da essere definito l'Oscar dell'alpinismo.
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Il pubblico del Piolet d'or
Giulio Malfer
Dunque... si riparte. Come molti ricorderanno l'anno scorso il Piolet d'or aveva subito uno stop. Una pausa - diciamo di “ripensamento” - dovuta sicuramente a problemi organizzativi ma anche, come è stato scritto da più parti, diretta conseguenza delle dichiarazioni molto critiche del fortissimo sloveno Marko Prezelj, vincitore nel 2007 con Boris Lorencic del 16° Piolet d’Or per la prima salita del pilastro ovest del Chomolari (7326 mt – Tibet).
In sostanza Prezelj, titolare peraltro anche del Piolet 1991, aveva dichiarato di non credere nei premi alpinistici e di aver partecipato per poter esprimere questa sua opinione. Nulla di nuovo sotto il sole in realtà. Basti pensare che nel corso degli anni c'erano stati alpinisti (come Rolando Garibotti nel 2006 per esempio) che, ringraziando, semplicemente non avevano accettato la candidatura. Per non parlare di premi che nulla hanno a che fare con l'alpinismo e che forse sono ben più prestigiosi, come i Nobel per la letteratura rifiutati ad esempio da Boris Pasternak e da Jean-Paul Sartre... Comunque sia, dopo questo episodio si è cercato di definire meglio lo spirito del Piolet. Ma come già detto nel 2008 il tentativo degli organizzatori, Montagnes magazine e GHM, di stilare una “Carta del Piolet” condivisa da tutti non è poi andato a buon fine.
Ora eccoci qui a questa ripartenza che prende il via da una nuova “Charter prevailing over the awarding of the Piolets d'or ascents of the year”, messa a punto dalla nuova organizzazione composta dal GHM Groupe de Haute Montagne, dalla Nivéales publishing, dalla rivista Montagnes Magazine e dalla new entry, rivista Vertical, che come tutti sanno fa parte anch'essa, come la prima, dello stesso Gruppo Nivéales. Il tutto con il sostegno dell'American Alpine Journal.
Il documento come ci ha sintetizzato Christian Trommsdorff - presidente del GHM nonché alpinista nominato al Piolet d'or 2006 e membro della Giuria nell'ultimo Piolet - “E' molto più chiaro e diretto in confronto al passato e fa prevalere lo stile rispetto ai risultati”. In pratica afferma Trommsdorff: “Il Piolets d'Or non vuole essere una competizione, ma una celebrazione della classe mondiale dell'alpinismo. Lo scopo è quello di riconoscere e promuovere i valori attuali dell'arte dell'Alpinismo attraverso un evento internazionale che riunisca i rappresentanti degli alpinisti di tutti gli orizzonti”. Va detto che sono evidentemente tutti principi condivisibili anche se per la verità non sembrano così differenti dallo spirito “antico” del Piolet. Il pregio naturalmente è che ora sono stati scritti.
Ma oltre alla “Charter” c'è un'altra novità senz'altro più curiosa, quella del nome. Molti forse se ne saranno accorti: il Premio ha subito una piccola ma forse rilevante modifica al plurale, passando da Piolet a Piolets. Forse che si assegneranno premi diversi? Magari ci saranno delle categorie diverse? E se sì quali? Sempre Trommsdorff ci ha spiegato che “non ci saranno diverse categorie ma ciò potrebbe essere preso in considerazione in futuro, se l'organizzazione avrà più mezzi finanziari”.
Invece, continua il presidente del GHM: “La giuria assegnerà il Piolet ad una salita, o se lo riterrà destinerà più Piolets a più salite significative. Inoltre sarà anche assegnato, ancora una volta con uno spirito non competitivo, un Piolet d'Or alla carriera come riconoscimento per un'attività molto significativa nella storia dell'alpinismo”. Insomma, sembra di capire che forse ci saranno degli ex aequo, cosa che alle volte, anche se raramente, succede in tutti i Premi. La considerazione che si può fare è che se ciò è stato fatto per evitare polemiche comunque qualcuno dovrà essere premiato e qualcuno escluso. Ovvero la coperta resta sempre corta... e allora forse declinare al plurale il nome serve solo per fare confusione e togliere quell'unicità (come in tutti i premi non assoluta) che aveva il Premio in passato.
In ogni caso ci ha detto Trommsdorff: “La GHM, Montagnes e Vertical, con il sostegno dell'American Alpine Journal, garantiranno la completezza, l'onestà intellettuale e l'integrità del lavoro della giuria, ma non ne faranno parte. Inoltre in giuria non ci sarà nessun membro francese né italiano”. Questo evidentemente per l'altra novità che vede la Francia, con Chamonix, e l'Italia, con Coumayeur, come sedi di questa 17a edizione.
A proposito della Giuria, va detto che i giurati sono davvero di grande spessore. A cominciare dal presidente, il britannico Doug Scott: un vero mito dell'alpinismo mondiale. Per continuare con lo statunitense Jim Donini, ex presidente dell'American Alpine Club e alpinista di gran valore con all'attivo molte salite in Patagonia e in Himalaya (come la cresta nord del Latok I con Jeff Lowe). Di assoluto valore, poi, è senz'altro l'austriaco Peter Habeler, uno degli himalaysti più forti di tutti i tempi e autore, tra l'altro, della prima salita dell'Everest senza ossigeno insieme a Reinhold Messner. Della Giuria inoltre fanno parte il giornalista coreano Im Duck Yong, “inventore” dell'Asian Piolets d’Or e alla sua terza esperienza nella Giuria del Piolet, e il giornalista spagnolo Dario Rodriguez co-editore della notissima rivista Desnivel
Un discorso a parte invece merita un altro membro della Giuria, Dodo Kopold. L'alpinista slovacco, infatti, proprio in quest'ultimo mese è stato al centro di una polemica che definire spiacevole è assolutamente riduttivo. Tanto che oltre a comparire su alcuni siti web specializzati, tra cui explorers.com, ha necessitato anche di un comunicato stampa della Slovak Mountaineering Association in cui si imputa a Kopold non solo di aver mentito a riguardo delle salite del GI e GII e Broad Peak ma soprattutto di essersi macchiato dell' “abbandono” dei propri compagni e in particolare di Vlado Plulik, poi scomparso sul Broad Peak. Ora, senza entrare nel merito della vicenda e salvaguardando il diritto di Kopold di confutare queste pesantissime accuse, a noi la sua scelta come giurato sembra perlomeno non opportuna, anzi sbagliata proprio per quei valori etici e morali dichiarati dalla “carta del Piolet”... Con una facile battuta si potrebbe dire che queste cose credevamo succedessero solo nel mondo politico italiano.
Resta da dire dell'ultima novità di questo 17° Piolet, ovvero della sua volontà, come ci spiega sempre il presidente del GHM “di essere una festa, con conferenze, incontri, dibattiti, film e altre attività”. Del programma se ne saprà di più nelle prossime settimane. Intanto non resta che attendere il 24 aprile, quando a Courmayeur verranno presentate le candidature riferite alle salite del 2008 e al premio alla carriera. Mentre il 25, a Chamonix, verrà consegnato il Piolet o, ancora non si sa, i Piolets d'oro. Detto che dispiace, anzi che ci sembra non proprio "indovinato" che le date della manifestazione coincidano proprio con quelle del TrentoFilmfestival ma anche, e soprattutto, con il periodo in cui molti alpinisti sono in spedizione: Bonne chances “non competitive” a tutti.
Piolet d’or tutti i vincitori e le salite
2007 Slovenians Marko Prezelj and Boris Lorencic, for the first ascent of Chomolhari's northwest pillar
2006 Steve House and Vince Anderson for the first rapid alpine-style ascent of the Rupal Face of Nanga Parbat
2005 Russian team led by Alexander Odintsov for the first direct ascent of the North Face of Jannu
2004 Valery Babanov and Yuri Koshelenko for an ascent on the South Face of Nuptse
2003 Mick Fowler and Paul Ramsden for a new route on the North Face of Siguniang (6250m) in China
2002 Valery Babanov for a solo climb of Meru Central
2000/2001 Thomas Huber and Iwan Wolf for the first ascent of the direct north pillar of Shivling (6543m)
1999 Lionel Daudet and Sébastien Foissac for the ascent of the Southeast Face of the Burkett Needle
1998 Andrew Lindblade of Australia and Athol Whimp of New Zealand for the first direct ascent of the North Face of Thalay Sagar
1997 Russian team from Ekaterinburg led by Sergey Efimov for the first ascent of the West Face of Makalu
1996 Slovenians Tomaz Humar and Vanja Furlan for a new route on the East Face of Ama Dablam
1995 Andreas Orgler, Heli Neswabba and Arthur Wutsher Germany for numerous new routes in the Ruth Glacier area of the Alaska Range and especially a new route on the South Face of Mount Bradley
1994 Francois Marsigny of France and Andy Parkin of England for the new ice and rock route up the Esperance Col on Cerro Torre
1993 The youth high altitude expedition of French Alpine Club (median age 20 years) for ascents in the Pamir Mountains
1992 Michel Piola and Vincent Sprungli for the ascent of the East Face of Torre South del Paine in Patagonia (the name of the route is "Dans l'Oeil du Cyclone")
1991 Slovenians Andrej Stremfelj and Marko Prezelj for a 3000m ascent of the South Pillar of Kanchenjunga's South Summit, 8476m, in the Himalaya
In sostanza Prezelj, titolare peraltro anche del Piolet 1991, aveva dichiarato di non credere nei premi alpinistici e di aver partecipato per poter esprimere questa sua opinione. Nulla di nuovo sotto il sole in realtà. Basti pensare che nel corso degli anni c'erano stati alpinisti (come Rolando Garibotti nel 2006 per esempio) che, ringraziando, semplicemente non avevano accettato la candidatura. Per non parlare di premi che nulla hanno a che fare con l'alpinismo e che forse sono ben più prestigiosi, come i Nobel per la letteratura rifiutati ad esempio da Boris Pasternak e da Jean-Paul Sartre... Comunque sia, dopo questo episodio si è cercato di definire meglio lo spirito del Piolet. Ma come già detto nel 2008 il tentativo degli organizzatori, Montagnes magazine e GHM, di stilare una “Carta del Piolet” condivisa da tutti non è poi andato a buon fine.
Ora eccoci qui a questa ripartenza che prende il via da una nuova “Charter prevailing over the awarding of the Piolets d'or ascents of the year”, messa a punto dalla nuova organizzazione composta dal GHM Groupe de Haute Montagne, dalla Nivéales publishing, dalla rivista Montagnes Magazine e dalla new entry, rivista Vertical, che come tutti sanno fa parte anch'essa, come la prima, dello stesso Gruppo Nivéales. Il tutto con il sostegno dell'American Alpine Journal.
Il documento come ci ha sintetizzato Christian Trommsdorff - presidente del GHM nonché alpinista nominato al Piolet d'or 2006 e membro della Giuria nell'ultimo Piolet - “E' molto più chiaro e diretto in confronto al passato e fa prevalere lo stile rispetto ai risultati”. In pratica afferma Trommsdorff: “Il Piolets d'Or non vuole essere una competizione, ma una celebrazione della classe mondiale dell'alpinismo. Lo scopo è quello di riconoscere e promuovere i valori attuali dell'arte dell'Alpinismo attraverso un evento internazionale che riunisca i rappresentanti degli alpinisti di tutti gli orizzonti”. Va detto che sono evidentemente tutti principi condivisibili anche se per la verità non sembrano così differenti dallo spirito “antico” del Piolet. Il pregio naturalmente è che ora sono stati scritti.
Ma oltre alla “Charter” c'è un'altra novità senz'altro più curiosa, quella del nome. Molti forse se ne saranno accorti: il Premio ha subito una piccola ma forse rilevante modifica al plurale, passando da Piolet a Piolets. Forse che si assegneranno premi diversi? Magari ci saranno delle categorie diverse? E se sì quali? Sempre Trommsdorff ci ha spiegato che “non ci saranno diverse categorie ma ciò potrebbe essere preso in considerazione in futuro, se l'organizzazione avrà più mezzi finanziari”.
Invece, continua il presidente del GHM: “La giuria assegnerà il Piolet ad una salita, o se lo riterrà destinerà più Piolets a più salite significative. Inoltre sarà anche assegnato, ancora una volta con uno spirito non competitivo, un Piolet d'Or alla carriera come riconoscimento per un'attività molto significativa nella storia dell'alpinismo”. Insomma, sembra di capire che forse ci saranno degli ex aequo, cosa che alle volte, anche se raramente, succede in tutti i Premi. La considerazione che si può fare è che se ciò è stato fatto per evitare polemiche comunque qualcuno dovrà essere premiato e qualcuno escluso. Ovvero la coperta resta sempre corta... e allora forse declinare al plurale il nome serve solo per fare confusione e togliere quell'unicità (come in tutti i premi non assoluta) che aveva il Premio in passato.
In ogni caso ci ha detto Trommsdorff: “La GHM, Montagnes e Vertical, con il sostegno dell'American Alpine Journal, garantiranno la completezza, l'onestà intellettuale e l'integrità del lavoro della giuria, ma non ne faranno parte. Inoltre in giuria non ci sarà nessun membro francese né italiano”. Questo evidentemente per l'altra novità che vede la Francia, con Chamonix, e l'Italia, con Coumayeur, come sedi di questa 17a edizione.
A proposito della Giuria, va detto che i giurati sono davvero di grande spessore. A cominciare dal presidente, il britannico Doug Scott: un vero mito dell'alpinismo mondiale. Per continuare con lo statunitense Jim Donini, ex presidente dell'American Alpine Club e alpinista di gran valore con all'attivo molte salite in Patagonia e in Himalaya (come la cresta nord del Latok I con Jeff Lowe). Di assoluto valore, poi, è senz'altro l'austriaco Peter Habeler, uno degli himalaysti più forti di tutti i tempi e autore, tra l'altro, della prima salita dell'Everest senza ossigeno insieme a Reinhold Messner. Della Giuria inoltre fanno parte il giornalista coreano Im Duck Yong, “inventore” dell'Asian Piolets d’Or e alla sua terza esperienza nella Giuria del Piolet, e il giornalista spagnolo Dario Rodriguez co-editore della notissima rivista Desnivel
Un discorso a parte invece merita un altro membro della Giuria, Dodo Kopold. L'alpinista slovacco, infatti, proprio in quest'ultimo mese è stato al centro di una polemica che definire spiacevole è assolutamente riduttivo. Tanto che oltre a comparire su alcuni siti web specializzati, tra cui explorers.com, ha necessitato anche di un comunicato stampa della Slovak Mountaineering Association in cui si imputa a Kopold non solo di aver mentito a riguardo delle salite del GI e GII e Broad Peak ma soprattutto di essersi macchiato dell' “abbandono” dei propri compagni e in particolare di Vlado Plulik, poi scomparso sul Broad Peak. Ora, senza entrare nel merito della vicenda e salvaguardando il diritto di Kopold di confutare queste pesantissime accuse, a noi la sua scelta come giurato sembra perlomeno non opportuna, anzi sbagliata proprio per quei valori etici e morali dichiarati dalla “carta del Piolet”... Con una facile battuta si potrebbe dire che queste cose credevamo succedessero solo nel mondo politico italiano.
Resta da dire dell'ultima novità di questo 17° Piolet, ovvero della sua volontà, come ci spiega sempre il presidente del GHM “di essere una festa, con conferenze, incontri, dibattiti, film e altre attività”. Del programma se ne saprà di più nelle prossime settimane. Intanto non resta che attendere il 24 aprile, quando a Courmayeur verranno presentate le candidature riferite alle salite del 2008 e al premio alla carriera. Mentre il 25, a Chamonix, verrà consegnato il Piolet o, ancora non si sa, i Piolets d'oro. Detto che dispiace, anzi che ci sembra non proprio "indovinato" che le date della manifestazione coincidano proprio con quelle del TrentoFilmfestival ma anche, e soprattutto, con il periodo in cui molti alpinisti sono in spedizione: Bonne chances “non competitive” a tutti.
Piolet d’or tutti i vincitori e le salite
2007 Slovenians Marko Prezelj and Boris Lorencic, for the first ascent of Chomolhari's northwest pillar
2006 Steve House and Vince Anderson for the first rapid alpine-style ascent of the Rupal Face of Nanga Parbat
2005 Russian team led by Alexander Odintsov for the first direct ascent of the North Face of Jannu
2004 Valery Babanov and Yuri Koshelenko for an ascent on the South Face of Nuptse
2003 Mick Fowler and Paul Ramsden for a new route on the North Face of Siguniang (6250m) in China
2002 Valery Babanov for a solo climb of Meru Central
2000/2001 Thomas Huber and Iwan Wolf for the first ascent of the direct north pillar of Shivling (6543m)
1999 Lionel Daudet and Sébastien Foissac for the ascent of the Southeast Face of the Burkett Needle
1998 Andrew Lindblade of Australia and Athol Whimp of New Zealand for the first direct ascent of the North Face of Thalay Sagar
1997 Russian team from Ekaterinburg led by Sergey Efimov for the first ascent of the West Face of Makalu
1996 Slovenians Tomaz Humar and Vanja Furlan for a new route on the East Face of Ama Dablam
1995 Andreas Orgler, Heli Neswabba and Arthur Wutsher Germany for numerous new routes in the Ruth Glacier area of the Alaska Range and especially a new route on the South Face of Mount Bradley
1994 Francois Marsigny of France and Andy Parkin of England for the new ice and rock route up the Esperance Col on Cerro Torre
1993 The youth high altitude expedition of French Alpine Club (median age 20 years) for ascents in the Pamir Mountains
1992 Michel Piola and Vincent Sprungli for the ascent of the East Face of Torre South del Paine in Patagonia (the name of the route is "Dans l'Oeil du Cyclone")
1991 Slovenians Andrej Stremfelj and Marko Prezelj for a 3000m ascent of the South Pillar of Kanchenjunga's South Summit, 8476m, in the Himalaya
Note:
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www.vladoplulik.sk | |
www.pioletdor.org |
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