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Val Varaita, vent'anni in un attimo

Alpine Ice Tour e gli incontri di viaggio. Vent'anni in un attimo, di Elio Bonfanti: il ieri e l'oggi dell'arrampicata su ghiaccio in Val Varaita, tra pensieri, passione ed emozioni...

Alpine Ice Tour

Dicembre 2005

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Alpine Ice Tour e egli incontri di viaggio. Vent'anni in un attimo, di Elio Bonfanti: il ieri e l'oggi dell'arrampicata su ghiaccio in Val Varaita, tra pensieri, passione ed emozioni...

Sabato 3 dicembre 2005.

Talvolta è difficile scrutare nei meandri della mente di certi uomini per cercare di capire perché dopo un prudentissimo viaggio in auto (a causa delle pessime condizioni della strada) questi debbano affidare l'incolumità del loro corpaccione a circa 4 cm quadri o poco più di acciaio forgiato. Questo è il loro lasciapassare per entrare ed appendersi in un mondo parallelo a quello della quotidianità, un mondo fatto di ghiaccio, di freddo, e di gestualità provate e riprovate, perfezionate su se stessi negli anni per poter salire quei castelli incantati che sono le Cascate di Ghiaccio. Uomini sconosciuti ai più, i cui strani destini, talvolta si incrociano con quelli di altri mossi dalla stessa passione, linee che rimangono parallele e lontane per anni che poi per caso tornano per un momento a toccarsi.

E' esattamente quello che mi è successo oggi in Val Varaita alla mia prima uscita stagionale su ghiaccio quando, dopo l'ennesimo prudentissimo viaggio, ho re-incontrato Ezio. Si, Ezio, Ezio Marlier, quello che incontravo più di vent'anni fa al rifugio Torino quando giovane e timoroso accompagnavo Giancarlo Grassi alla ricerca di nuove “Goulottes” da salire ossessionati dalla foga di arrivare prima del “Gaba”. Ezio, quello con cui ci contendevamo in Valeille la prima salita della cascata “Pareri contrastanti” scatenando le nostre piccole polemiche senza accorgerci che era ancora tutto da salire… che “Bocia” eravamo.

Oggi mi ritrovo davanti non più il ragazzino di allora, ma un Alpinista di alto lignaggio, sempre pieno di idee , di entusiasmo e di talento, a cui oramai mi avvicino con il sacro rispetto che si riserva ai “Big”. Dopo tre secondi di chiacchiere mi butta lì, scrivi quattro righe racconta una storia, perché in questo Tour sul ghiaccio che ho deciso di fare voglio raccogliere le testimonianze di un sacco di gente. Accidenti parlare mi viene facile, (mi chiamavano Banfanti) scrivere un po' meno e ci sono talmente tante cose da raccontare su questi ultimi venticinque anni di arrampicata su ghiaccio che mi tremano persino un po' le gambe per la paura di dimenticare qualcosa o qualcuno e dato che “Verba volant e carta manent” cercherò di essere iper sintetico limitandomi ad alcune semplici considerazioni legate alla Val Varaita che considero “una valle Avanti…”

Avanti perché qui all'inizio degli anni '80, (ormai lo sanno anche le pietre) ad opera di Isaia e Marchisio è nata la nostrana Piolet Traction e qui nella fase esplorativa, tanti alpinisti locali e non, hanno lasciato le loro firme; tra questi non possiamo dimenticare, Ghigo, Grassi, Scotto, Siri, Piras.
Avanti perché qui nel 1988 grazie a Grassi e di nuovo Isaia è stato fatto il primo meeting (in Europa ) di arrampicata su cascate di ghiaccio, nel quale, tra una moltitudine di tritaghiaccio e di signori “Grandifirme” arrivati da tutto il mondo, mi ricordo di un salto verso il basso, fatto da un ragazzo francese con un muso da furetto ed una classe incredibile… Era François Damilano.

Avanti perché il settimo giorno quando il creatore si è riposato, Isaia, in combutta con madre natura, ha fatto sì che le cascate si moltiplicassero. Con un fine intreccio di bocchette di dispersione d'acqua ha rimpolpato le rigole più tenere e ha creato da zero alcune linee nell'anfiteatro di Pineta Nord sino ad arrivare, anche lì in anticipo sui tempi, al gioiello del “ghiacciodromo” nell'anfiteatro della 'diga castello' dove, supportato da Ariaudo, Battista e Piras, ha costruito una struttura formidabile.
Avanti, perché l' arrampicata su ghiaccio è progredita in maniera esponenziale, le attrezzature come ben sapete sono cambiate, la mentalità degli arrampicatori anche, e quando le cascate della Valle Varaita sembravano ormai diventate facili e destinate a passare in secondo piano ecco che con queste soluzioni sono ritornate ad essere un efficace laboratorio del gesto.

Oggi cerco di astrarmi per un momento dall'azione ed è bellissimo vedere in questo luogo vecchie e nuove generazioni che arrampicano così vicine in armonia e serenità ma un avambraccio mi richiama duramente alla realtà, è la mia prima cascata della stagione ed il freddo è troppo freddo il ghiaccio è troppo ghiaccio e io troppo poco allenato... Ma chi me l'ha fatto fare di fare da primo questo tiro? Potevo buttare giù la corda da sopra! no?!. Sussurro a Rinaldo, tienimi un momentino và! E prontamente il Roetti tende la corda quanto basta per non farmi fare brutta figura, Ezio sornione mi dice ma è mai possibile che a 45 anni siamo ancora qui a fare i cretini al freddo?

Vorrei dargli ragione ma la passione è più forte dell'anagrafe e della bollita, poi... c'è sempre qualcosa da imparare dai giovani, per cui devo capire come diavolo fa Anselmo “Giolitti” a salire e a piantare così poco le piccozze. O come Roberto “Ravera”, qui di fianco a me, riesce stare così ben messo su 4 cm quadri o poco più di acciaio forgiato.

Elio Bonfanti (4/12/2005)