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Val di Fassa ice

Alpine Ice Tour

Gennaio 2006

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Val di Fassa e la Cascata di Fontanazzo, Maurizio Pretto e Ezio Marlier tra il ghiaccio che solca verticale il bosco: "Risaliamo il cono di neve ai piedi della cascata e in venti minuti siamo alla base. Nonostante la relativa vicinanza alla strada, il rumore non si avverte, ci sembra di essere lontani da tutto."...

Giovedì 5 gennaio 2006

E' giovedì mattina, fa freddo e nevica! Sto aspettando Ezio. Ci siamo dati appuntamento qui oggi in Val di Fassa, quando ci siamo salutati a Sottoguda l'altro giorno. Ezio è un amico particolare, così com'è particolare il modo in cui ci siamo conosciuti un paio d'anni fa sotto una cascata in Val Daone.

9.30 ci troviamo, come d'accordo, davanti alla struttura d'arrampicata di Campitello di Fassa. Qui salutiamo Mario e Loris che sono in pieno lavoro per tracciare gli itinerari per la tappa dell'Alpine Cup di arrampicata su ghiaccio che si terrà oggi. Dopo un caffé e quattro chiacchiere, Ezio ed io decidiamo di partire: destinazione la Cascata del Fontanazzo di sinistra.

Parcheggiata l'auto e preparato il materiale, attraversiamo la pista da fondo e ci inoltriamo nel bosco d'abeti. Risaliamo il cono di neve ai piedi della cascata e in venti minuti siamo alla base. Nonostante la relativa vicinanza alla strada, il rumore non si avverte, ci sembra di essere lontani da tutto.

E' bello essere qui con Ezio, ma nella mente mi passa un ricordo: penso all'anno scorso, quando ero su questa stessa cascata con Riccardo, un amico che non c'è più. Come si divertirebbe anche lui oggi con noi. Mi piace pensare che, se noi li ricordiamo in questi momenti, è un po' come se loro arrampicassero a fianco a noi.

Vogliamo essere veloci per scendere alla struttura in tempo per vedere la gara. Parto io per il primo tiro, ma non arrampico bene. Ad un certo punto sento Ezio che da sotto mi urla: “Dove hai lasciato i piedi, a casa?”. Forse oggi non è giornata oppure la mai testa è da qualche altra parte. Ad un certo punto torno un po' in me e arrivo alla sosta. Ezio, che sale velocemente, mi raggiunge e riparte per il secondo tiro. La candelina non è ancora ben formata e il ghiaccio fa un po' schifo forse a causa degli sbalzi termici degli ultimi giorni. Ezio, con la sua abilità ed esperienza supera facilmente l'ostacolo.

Seguono altri tre tiri facili su un canale di neve e ghiaccio. In breve raggiungiamo l'ultimo tiro. Parto io, finalmente mi sono un po' ripreso. Sono veloce e mi piace come mi sto muovendo, me lo conferma anche Ezio dalla sosta gridandomi: “Così si arrampica ostregheta!”. I suoi consigli, come sempre, mi sono stati molto utili. Arrivo in sosta, faccio sicura su un pino e recupero Ezio che arriva poco dopo.

Ci facciamo i complimenti e via in doppia, ritorniamo agli zaini: sono le 12.40. Sistemando il materiale parliamo della valutazione sulla difficoltà della cascata e dei discorsi riguardo a questo, fatti con Beppe e Francesco, amici incontrati nei giorni scorsi. Dare un grado difficoltà ad una cascata è difficile specialmente se la discussione su questo va a toccare l'ego di chi valuta.

Anche oggi mi sono divertito, è stata una bella cascata in compagnia di Ezio. Ora possiamo scendere per andare a festeggiare la nostra salita e la nostra amicizia davanti ad un bel piatto di pasta e quattro fette di salame assieme a Paola.

Maurizio Pretto