Piercarlo Berta e una storia sulla Regina di Daone

Valle di Daone e La Regina del Lago, i ricordi di Piercarlo Berta sulla signora delle cascate della Valle e sui tempi della scoperta del cascatismo: "tocca a me il tiro della candela e a vederla da vicino mi incute molto timore..."
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Valle di Daone e La Regina del Lago, i ricordi di Piercarlo Berta sulla signora delle cascate della Valle e sui tempi della scoperta del cascatismo: "tocca a me il tiro della candela e a vederla da vicino mi incute molto timore..."

Giovedì 19 gennaio 2006

Sono alla sosta, quella della nicchia sotto la candela finale della “Regina del lago, ramo di destra”. Per l'ennesima volta sono a questa sosta. E' troppo bella questa cascata. Mai banale. Una pietra miliare del cascatismo “daonese”, l'ultimo tiro poi è sempre diverso, dall'inizio o alla fine della stagione cambia addirittura l'impegno.

Spesso mi capita di pensare alla prima volta che ho tentato di salirla, ricordo che la conoscenza di eventuali ripetitori o primi salitori mancava, e sì che da anni ormai si scalava cascate su per le valli del trentino, del bresciano o del bergamasco, essendo poi tra i primi frequentatori cascatisti del bresciano avremmo dovuto essere a conoscenza di eventuali prime salite…

Placido, titolare della locanda alla Paia, ci invita (nel 1989 ndr) al primo meeting della valle di Daone. Quale onore! Io e Seve invitati ad un meeting insieme a Giancarlo Grassi il mitico, Patrick Damilano, Johaquin Quintana, il mitico spagnolo, Siri e tanti altri tra italiani e stranieri, avremmo così visto come scalavano gli altri, rispetto a noi “provincialotti”.

Il primo giorno del meeting vogliamo essere tra i primi a salire il ramo di Destra della Regina del Lago, e con buona determinazione, saliamo alternandoci fino alla sosta precedentemente descritta. Ora a questa sosta sono stati messi due spit; all'epoca ricordo che l'abbiamo attrezzata noi.

Comunque tocca a me il tiro della candela e a vederla da vicino mi incute molto timore. La verticalità, le pance, tutta a stalattiti, ma soprattutto il ghiaccio, piuttosto caldo, di un colore giallastro, è foriero di poca tenuta e di grandi rischi. Parto, scalcio, pulisco, batto e ribatto, io sono molto perplesso e non mi sento per niente a mio agio: non ho per niente voglia di rischiare un salto che (come supponevamo) sarebbe stato dirompente.

In alpinismo, ma, soprattutto su ghiaccio è proibito cadere. Con i chiodi dell'epoca poi, e con il senno di poi... Con le famose orecchie di coniglio, comunque, decido di non rischiare e di fare tentare il mio amico Severangelo, chissà che la sua testa sia più forte della mia. Certo quelli della rinuncia sono momenti molto difficili, ma se io “nun cè la fò nun cè la fò”…

Parte Seve, supera il mio punto, scalcia batte e ribatte ma poi ritorna sui propri passi, ora il mio animo è più sereno. Se ritorna Seve che lo considero tosto vuol dire che la cosa è seria e non posso lamentarmi della mia tenacia. Ritiriamo le armi e ci apprestiamo ad una discesa. Nel tempo che ci prepariamo per la doppia arrivano due persone e, in spagnolo, ci chiedono “porque la ritorna?”, e noi, in italiano, rispondiamo che “soldato che fugge è buono per un'altra volta, e che è tutta esperienza”.

Loro non ci provano nemmeno a salire, guardano la candela e poi ci chiedono di usare le nostre corde per una sana ed intelligente ritirata. Così fa la terza cordata che sale, di nazionalità francese. Ora mi sento quasi vittorioso, ma mentre metto via l'attrezzatura due scalatori cercano di giocare la loro partita. Mentre questi salgono noi si ritorna verso la “Paia”. Sulla sponda opposta del lago Bozzo, in un bello e grande spiazzo, sono ferme molte persone che osservano la scena, tutti sono curiosi di vedere come finirà la storia.

C'é tutta la “creme” del cascatismo qui a Daone. Commentiamo, osserviamo, non scommettiamo. Certo in cuor mio spero che quelle battano in ritirata. Difatti, quando sono alla candela, il primo “attaccante” arrivato al mio segno, ritorna indietro. Sale il secondo che, arrivato al segno, lo supera con un lavoro enorme di battute di picche tanto che gli osservatori cominciano a contare i colpi usati per mettere la picca, e ne sono stati contati anche quattordici.

E' stato fatto un grande lavoro di pulizia, un buon lavoro, tanto che il giorno dopo sono state molte le cordate che hanno salito il ramo destro della Regina del Lago. Ora posso anche presentarvi questi vittoriosi, sono due austriaci, due tipi sponsorizzati dalla ditta Salewa e avranno modo ancora di stupirci… ma il seguito ve lo racconterò nella prossima puntata

Piercarlo Berta


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