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Il velo di Ormea

Alpine Ice Tour

Dicembre 2005

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Giovanni Massari, Matteo Canova, Carlo Ramò, Giorgio Villoroso e Ezio Marlier in Valle Tanaro, Alpi Marittime, su 'Il velo di Ormea': "La corda che ci lega è invisibile, siamo tutti uniti da una grande passione ed un rischio calcolato ci rende un gruppo ancora più compatto..."

Venerdi' 23 dicembre h 14.10:

Venerdi' 23 dicembre, ore 14.10: iniziano le vacanze! Scambi di auguri, vigorosi abbracci con i miei alunni sui gradini della scuola e dalle mie spalle la meta di domani: “Il velo di Ormea” che da tre anni, cioè da quando insegno educazione fisica nella scuola Forestale di questo paese della Val Tanaro, desidero scalare. Nel pomeriggio scendo a Ceva dove incontro Ezio (Marlier) per organizzare l'uscita del giorno dopo…

Sabato 24 dicembre, ore 7.00. Sveglia!!! Stamattina potevo dormire ma niente… ogni volta che mi alzo per una salita mi domando chi me lo fa fare di lasciare le coperte calde… ed oggi avrei un motivo in più per restare: Francesca, la mia splendida fresca mogliettina. Ma passione, voglia di scalare e la consapevolezza che le esperienze vissute in montagna mi fanno vivere meglio anche il quotidiano mi spingono inesorabilmente fuori di casa.

Ore 7.30: casello di Ceva. Ritrovo Ezio ed insieme recuperiamo i compagni dell' avventura odierna: Matteo (Canova), grafico ed amante della montagna a 360° attualmente impegnato nel corso guide, Giorgio (Villoso) suo compagno ai corsi, e, a Ormea, Carlo (Ramò). Dopo le formali presentazioni e il caffé di rito si parte per l'ennesima salita. Preparazioni consuete e discorsi sempre uguali si consumano nell'avvicinamento.

Il bosco diventa ripido e calziamo i ramponi. Mi perdo lungo il sentiero e dopo un po' di girovagare arrivo per conto mio alla base della colonna. Non mi dispiace questa divagazione solitaria: mi posso immergere nei mie pensieri, sentire il mio corpo che lavora, concentrarmi sulla prima cascata della stagione.

Finalmente ci ricongiungiamo alla base della colonna che sembra piuttosto impegnativa ma in buone condizioni. Dopo un breve risalto il nostro piccolo esercito si riunisce all' inizio delle difficoltà. Come in un piccolo commando l'intesa che si respira è perfetta. Un drappello di moschettieri, tutti per uno e uno per tutti, si avventa sulla colonna; Ezio, novello d'Artagnan, apre le danze, supera agilmente l'unico passaggio ostico e rapidamente è in vetta.

L'atmosfera mi soddisfa salgo con vero piacere fisico il pilastro ghiacciato, magia delle nuove grivel dietro ad Ezio. In sosta una stretta di mano, mi sento felice; non abbiamo né fettucce né rinvii e ci sleghiamo in bilico sul bordo… la sinergia con Ezio è perfetta e proprio per questo mi sento sicuro lo stesso…

Dal bordo vedo la scuola, la realtà capovolta mi riporta alla vita di tutti i giorni. La corda che ci lega è invisibile, siamo tutti uniti da una grande passione ed un rischio calcolato ci rende un gruppo ancora più compatto. Scendiamo in doppia mentre Matteo è impegnato sul tiro. Ezio perde la macchina fotografica e la cerco con lui in doppia nel canale sottostante; troviamo solo la scheda e almeno le foto sono salve. Alla macchine parliamo delle nostre guasconate, dei nostri pensieri ed emozioni… uno dei momenti più belli della giornata!

Più tardi ci troviamo riuniti; un altro mistero è sfatato, un'altra missione compiuta. Torniamo nel mondo più felici di vivere e di essere nelle nostre case.

Giovanni “Giova” Massari