Frutti di stagione

Elio Bonfanti e lo straordinario, quanto effimero, mondo del ghiaccio. Saper cogliere i frutti di stagione ovvero scegliere: "Non il difficile per forza ma il bello e il divertente facendo un passo indietro per stare insieme e gustare un mondo che ci piace."...
Alpine Ice Tour

Elio Bonfanti e lo straordinario, quanto effimero, mondo del ghiaccio. Saper cogliere i frutti di stagione ovvero scegliere: "Non il difficile per forza ma il bello e il divertente facendo un passo indietro per stare insieme e gustare un mondo che ci piace."...

Domenica 11 dicembre 2005

Andare in giro per le valli alpine alla ricerca di cascate di ghiaccio da salire, è una “fissa” che mi è venuta ormai tanti anni fa contagiato dalla voglia di fare e dall'ammirazione che nutrivo nei confronti di alcuni alpinisti di allora. Lo spirito di emulazione, la voglia di primeggiare e, perché no, la speranza di poter diventare anch'io un professionista della montagna hanno segnato per un certo periodo tutte le giornate della mia vita, quindi, ogni fine settimana, insieme ai compagni di allora, dimostrando una miopia fuori dal comune… “aravo“ tutti i valloni più solitari e sperduti delle Alpi, alla ricerca di una nuova perla da aggiungere alla mia ancora magra collana.

Devo precisare che la mia iniziazione all'alpinismo aveva un marchio di fabbrica secondo il quale il ghiaccio andava bene soltanto nel whisky per cui, come tutti i giovani curiosi e disobbedienti, ero estremamente attratto da questo elemento che nella mia fantasia scatenava imprese epiche ma che nella pratica mi obbligava a frequenti, ripetute e talvolta comiche ritirate. Insomma dovevo prendergli le misure e, dato che eravamo agli albori di questa specialità, dovevo affidarmi solo ai sentito dire e al mio intuito che, oggi posso dirlo, era quasi nullo (con buona pace dei miei compagni di allora, se non se ne fossero già accorti).

La chiave di volta fu l'incontro con Giancarlo Grassi il quale probabilmente intravedendo in me un potenziale suicida decise di aprirmi uno spiraglietto tra le porte di questo meraviglioso mondo tutto da scoprire e tenendomi sotto la sua ala mi permise di mettere a fuoco quelli che erano i miei molti dubbi. Quasi subito appresi che non dovevo smontare la cascata per ricercare gli appigli sulla roccia sottostante, altrettanto in fretta, anche se a prezzo di alcuni clamorosi e “fortunati” errori, afferrai che sopra le cascate ci sono dei bei canali di neve che purtroppo talvolta decidono di far scendere verso il basso il loro candido contenuto. Il modo di insegnare di Giancarlo era molto diretto del tipo: “Ti ho detto, ora fai!!”. Perciò al di fuori di due argomenti che per lui erano dei diktat, non sempre fargli vedere che avevo capito mi riusciva benissimo. Il succo di questi due concetti si poteva facilmente riassumere in: Primo: “Su ghiaccio non si vola”; secondo: “Sulle candele (stalattiti) si sale a fine stagione quando sono blu e quando si sono consolidate.

Mai quindi mi sarei sognato di contravvenire a queste regole primo perché i chiodi che si piantavano erano pochi, di dubbia tenuta e difficili da mettere, secondo perché sulle stalattiti manco pensavo di andarci da primo. Da allora sono passati la bellezza di venticinque anni nei quali questa specialità ha subito una trasformazione radicale: sono cambiati gli attrezzi, le tecniche di assicurazione, la tecnica di scalata (il triangolo a quei tempi aveva applicazioni diverse…) ma soprattutto quando la ricerca della difficoltà è andata scontrarsi con la precarietà delle strutture è cambiata la testa degli arrampicatori (me compreso) facendo sì che questi talvolta perdessero di vista le regole dateci dai nostri maestri.

Al giorno d'oggi un giovane minimamente dotato, uscendo da una delle varie palestre di arrampicata, acquisisce una gestualità tale, che trasportata sul ghiaccio gli permette, senza avere un retroterra specifico, di superare difficoltà sino a pochi anni fa impensabili. Per cui se è vero (come è vero) che l'esperienza è la somma degli errori fatti è altrettanto vero che questi ragazzi di errori non possono e non devono farne perché il terreno su cui si muovono è talmente specialistico e aleatorio che purtroppo non basta piantare poco o tanto gli attrezzi, chiodare più o meno il tiro, o fare il 5°+ o il 6°.

In questo ambito il ventaglio di cose di cui devono tener conto è veramente molto ampio per cui a tutti coloro i quali, si avvicinano a questa specialità, l'invito che mi sento di rivolgere è nel titolo di questa paginetta “Frutti di stagione”. Aspettare cioè che le cascate maturino e con queste maturi anche la loro capacità di saperle affrontare seguendo ad esempio lo spirito che ha accompagnato questi giorni in giro con Ezio: Non il difficile per forza ma il bello e il divertente facendo un passo indietro per stare insieme e gustare un mondo che ci piace.

Elio Bonfanti 11/12/05


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Tutte le cascate dell'Alpine Ice Tour


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