Scala del Minighel e il Giro della Tofana di Rozes - Tofana di Rozes
1 / 18
Scala del Minighel e il Giro della Tofana di Rozes: Sulla mitica Scala del Minighel
Planetmountain
Bellezza
Autore scheda
Enrico Maioni, Guida Alpina
Versante
Ovest
Dislivello salita
830 metri circa se si sale la scala del Minighel. 960 metri circa se invece della ferrata si risale, dai pressi della Malga Travenanzes, lungo il sentiero n. 403.
Dislivello ferrata
150m
Quota
2586m
Orario
4 h 30′ circa.
Il giro della Tofana di Rozes si annovera certamente tra i miei preferiti, per il meraviglioso ambiente in cui si svolge, per i numerosi fatti storici, di guerra e di pace, che qui ebbero luogo, per la mitica “Scala del Minighèl” e per la Rozes stessa, che ai miei occhi è la più bella montagna delle Dolomiti. È un’escursione a mio avviso magnifica, non troppo lunga ma che richiede comunque un buon allenamento. Si tratta di un percorso ad anello che prende il via al rifugio Dibona, raggiungibile in auto. Come sempre, consiglio agli escursionisti di partire di buonora, non solo per gustare al meglio il silenzio della montagna e la luce del primo mattino, ma anche per evitare i possibili cambiamenti pomeridiani del tempo che spesso si verificano durante la bella stagione.
Accesso generale
Punto di partenza per fare il giro della Tofana di Rozes è il rifugio Dibona (2083m.). Accesso
Da Cortina d’Ampezzo si percorre la S.S. 48 delle Dolomiti in direzione del Passo Falzarego. Si supera la “Locanda del Cantoniere” e successivamente la piccola chiesetta di Vervei, fino a trovare, poche centinaia di metri dopo, un bivio sulla destra con indicazioni per il rifugio Dibona ed il rifugio Duca d’Aosta. Si sale lungo la stretta strada asfaltata fino ad incontrare un secondo bivio, dove si svolta a sinistra. Qui la strada si fa sterrata, ma è solitamente in buone condizioni. Si prosegue ed in pochi minuti si perviene al rifugio Dibona. Itinerario
Dal parcheggio ci si incammina lungo l’evidente stradina in direzione della maestosa Tofana di Rozes fino ad incontrare, dopo una decina di minuti, la teleferica utilizzata dal rifugio Giussani per gli approvvigionamenti. Ricordo i bei tempi quando, al termine di faticose lunghe scalate ed altrettanto lunghi festeggiamenti al rifugio Giussani, “Tòio” (Vittorio Dapoz, gestore del rifugio per ben trentotto anni, fino al 2011) ci “caricava” sul traballante cestello della funicolare che ci trasportava a valle, superando dopo poche centinaia di metri un vertiginoso ed indimenticabile cambio di pendenza.
Carta Topografica Tabacco, n. 03 – scala 1:25.000
Punto di partenza per fare il giro della Tofana di Rozes è il rifugio Dibona (2083m.). Accesso
Da Cortina d’Ampezzo si percorre la S.S. 48 delle Dolomiti in direzione del Passo Falzarego. Si supera la “Locanda del Cantoniere” e successivamente la piccola chiesetta di Vervei, fino a trovare, poche centinaia di metri dopo, un bivio sulla destra con indicazioni per il rifugio Dibona ed il rifugio Duca d’Aosta. Si sale lungo la stretta strada asfaltata fino ad incontrare un secondo bivio, dove si svolta a sinistra. Qui la strada si fa sterrata, ma è solitamente in buone condizioni. Si prosegue ed in pochi minuti si perviene al rifugio Dibona. Itinerario
Dal parcheggio ci si incammina lungo l’evidente stradina in direzione della maestosa Tofana di Rozes fino ad incontrare, dopo una decina di minuti, la teleferica utilizzata dal rifugio Giussani per gli approvvigionamenti. Ricordo i bei tempi quando, al termine di faticose lunghe scalate ed altrettanto lunghi festeggiamenti al rifugio Giussani, “Tòio” (Vittorio Dapoz, gestore del rifugio per ben trentotto anni, fino al 2011) ci “caricava” sul traballante cestello della funicolare che ci trasportava a valle, superando dopo poche centinaia di metri un vertiginoso ed indimenticabile cambio di pendenza.
Poco prima della teleferica, che lasciamo alla nostra destra, si abbandona la stradina per imboccare il sentiero 442, seguendo le indicazioni per la Grotta di Tofana e via ferrata Lipella. Il sentiero, dopo un breve tratto pianeggiante, inizia a salire a serpentine fin sotto l’imponente parete Sud della Rozes.
NOTA: Al successivo bivio, non seguire le indicazioni per 'Gallerie del Castelletto' ma proseguire invece sul ramo sinistro della biforcazione
NOTA: Al successivo bivio, non seguire le indicazioni per 'Gallerie del Castelletto' ma proseguire invece sul ramo sinistro della biforcazione
Ora si prosegue sul comodo sentiero n. 404. Si arriva così, perdendo un po’ di quota, alla Forcella Col dei Bos (2331 m.) dove tra il groviglio di massi provenienti da frane e crolli non sfuggono agli occhi i ruderi di manufatti militari e trincee, i segni lasciati dalla Grande Guerra.
Una curiosità botanica: in questa zona fiorisce l’aconito napello (Aconitum napellus), una pianta velenosa alta fino ad un metro con numerosi fiori di colore da azzurro-carico a blu, riuniti in una lunga spiga eretta. Nota già agli antichi greci, è una delle piante più tossiche della flora italiana diffusa nelle zone montagnose delle Alpi.
La forcella Col dei Bos offre uno splendido punto d’osservazione sulle Cime di Fanis e la Torre Travananzes, ai cui piedi affiora in tutta la sua evidenza di colori la formazione geologica dello Strato di Raibl; si vede il Monte Cavallo, poi lo sguardo si abbassa verso la lunga e profonda Val Travenanzes; sul versante destro della Val Travenanzes s’innalzano la Tofana di Dentro, la Tofana di Mezzo e la Tofana di Rozes. Dalla Forcella, punto d’incrocio di numerose direttrici, avvalliamo piacevolmente per il sentiero 404 che si inoltra nella Val Travenenzes.
Volendo girovagare un po’ tra i macigni che ci circondano ne noteremo alcuni sapientemente scavati e trasformati in formidabili postazioni dagli Austroungarici. Questi massi offrivano ai soldati postazioni imprendibili, come ad esempio il Sasso Misterioso, che si intravede alzando lo sguardo verso il Castelletto.
Il masso deve il suo nome al fatto che le pattuglie mandate in esplorazione notturna da quelle parti sparivano misteriosamente senza far ritorno. Intorno a questo enorme masso si svolsero decine di scontri a fuoco, specialmente di notte.
In basso, nella valle, si scorge un pianoro erboso ed una piccola baita, il Cason di Travenanzes.
Qui un tempo stava la Viktor Wolf Von Glanvell Hütte, costruita negli anni 1906-07 da Luigi Gillarduzzi Minighel i per conto della Sektion Dresden del Deutscher und Österreicher Touristenklub. Oggi del vecchio rifugio restano soltanto poche rovine, situate poco più a sud dell’attuale Cason de Travenanzes.
Ma il nostro percorso non ci porta alla radura: ben prima di arrivarci dobbiamo infatti svoltare a destra, e seguire le indicazioni per Ra Šàra del Minighèl.
NOTA: Qualora si volesse fare il giro della Tofana di Rozes senza salire la via ferrata, si dovrà proseguire in discesa fin poco prima del Cason di Travenenzes ed imboccare il sentiero n. 403 che ci permette di aggirare la via ferrata e ci porta comunque al rifugio Giussani risalendo il Majarié.
NOTA: Qualora si volesse fare il giro della Tofana di Rozes senza salire la via ferrata, si dovrà proseguire in discesa fin poco prima del Cason di Travenenzes ed imboccare il sentiero n. 403 che ci permette di aggirare la via ferrata e ci porta comunque al rifugio Giussani risalendo il Majarié.
In pochi minuti arriviamo alla ripidissima Scala del Minighel, situata a lato di una cascata d’acqua cristallina, el Pišandro del Majarié. La Scala del Minighel, in ampezzano Ra Šàra del Minighèl, è una ferrata davvero curiosa, sia per la sua storia sia anche per la particolarità delle sue fattezze, che la contraddistinguono da tutte le ferrate che ho avuto modo di salire in tanti anni di camminate ed arrampicate in montagna. Come ho detto sopra questa ferrata vanta una storia curiosa: per conoscerla vi invito a leggere il post dedicato alla “Storia della via ferrata del Minighél”.
Possiamo indossare l’imbracatura e l’equipaggiamento necessario a superare in sicurezza el Souto del Majarié, la verticale parete che ci sovrasta. La ferrata è breve, ma per quanto non sia tecnicamente difficile è davvero molto esposta e può mettere a dura prova il coraggio dei meno avvezzi a questo tipo di salita.
Giunti al termine della ferrata dobbiamo ora risalire il circo glaciale del Majariè (masariè = grossi sfasciumi) lungo il sentiero 403, che ci porta al termine della nostra salita, il rifugio Giussani. Qui una tappa è d’obbligo: situato a Forcella Fontananegra, nel cuore delle Tofane, il rifugio dispone di bar e di un ottimo ristorante dove potrete gustare i deliziosi piatti tipici della zona. La famiglia Dapoz, che da ormai due generazioni gestisce il rifugio, vi accoglierà con sincera cordialità.
Dopo la meritata pausa ristoratrice ci incamminiamo ora in direzione del rifugio Dibona, punto d’arrivo del giro della Tofana di Rozes, che si raggiunge in circa tre quarti d’ora. Non distante dal rifugio Giussani noteremo alla nostra sinistra i resti del vecchio rifugio. Fu inaugurato il 16 agosto 1886 col nome di rifugio Tofana e distrutto durante la Grande Guerra. Il 5 settembre 1921, dopo aver ristrutturato una grande caserma degli Alpini, la Sezione del CAI di Cortina vi aprì il rifugio dedicato al Generale Antonio Cantore (caduto a Forcella Fontananegra il 20 luglio 1915).
Il 17 settembre 1972, infine, fu inaugurato il terzo rifugio, dedicato all’alpinista Avv. Camillo Giussani. Oggi il rifugio Cantore è abbandonato, mentre il Tofana è stato ristrutturato nel 1994 ed oggi funge da bivacco invernale.
Il sentiero scende con ripide serpentine e si immette nella vecchia strada militare costruita durante la Grande Guerra per collegare il fondovalle con Forcella Fontananegra.
Camminando comodamente sulla carrareccia riguadagniamo infine la nostra vettura, chiudendo questo percorso ad anello che ci ha permesso di effettuare il magnifico giro della Tofana di Rozes.
CartografiaCarta Topografica Tabacco, n. 03 – scala 1:25.000
Commenti
Ancora nessun commento...
Bellezza
Autore scheda
Enrico Maioni, Guida Alpina
Versante
Ovest
Dislivello salita
830 metri circa se si sale la scala del Minighel. 960 metri circa se invece della ferrata si risale, dai pressi della Malga Travenanzes, lungo il sentiero n. 403.
Dislivello ferrata
150m
Quota
2586m
Orario
4 h 30′ circa.
Itinerari nello stesso gruppo montuoso
News correlate