Diretta Centrale - Parete di Ferro - Lastia di Framont
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Diretta Centrale: Parete di Ferro - Lastia di Framont
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Daniele Costantini, Stefano Santomaso, Gianni Del Din 1990
Autore scheda
Gianluca Benedetti
Lunghezza dislivello
130m
Difficoltà
VII-
Difficoltà obbligatoria
R3. L’itinerario è piuttosto continuo e le protezioni non sempre ravvicinate.
La Diretta Centrale offre un'elegante ed impegnativa arrampicata in placca con difficoltà piuttosto continue. Risale verticalmente la parete e supera i caratteristici grandi tetti soprastanti sul loro limite destro, dove si interrompono. La salita, orientata da pochi cordini e qualche chiodo, non è sempre ottimamente proteggibile ma si svolge su roccia ottima.
Accesso generale
Raggiunta Malga Framont (1575 m) da Agordo per strada asfaltata, si procede a piedi oltre la malga lungo una carrareccia pianeggiante che si trasforma poi in sentiero (n. 552 CAI). All'intersezione con l'Alta Via n. 1 si segue verso sinistra il sentiero CAI n. 554 per il rif. Vazzoler e la forc. del Camp, che si raggiunge costeggiando il versante orientale delle Torri del Camp. Superata la forcella (1933 m) si scende verso sud nella Busa del Camp, tenendo la sinistra a prendere la traccia diretta al Mont Alt di Framont, che lambisce una parete rocciosa (è anche possibile scendere più a destra per traccia sui prati fino all'omonima casera e da lì puntare a sinistra costeggiando le pareti). Scesi sul fondo della Busa si attraversano verso destra un prato e un torrente fino alla grigia parete sul lato opposto della valle. Si costeggia la parete, su traccia incerta, oltrepassando prima una caratteristica grande grotta e in seguito un enorme masso appoggiato (zona di chiodatura di una nuova falesia attrezzata). Dopo qualche centinaio di metri si incontrano le prime vie della Parete di Ferro (Presapoc e poi Il ragno e la polenta). 1,30 h da Malga Framont.
Al ritorno può essere conveniente attraversare il bosco verso est, restando più o meno in quota, fino a raggiungere la Forcella delle Sejere (2003 m), quindi scendere verso sud per il ripido sentiero fino a riportarsi, per mulattiera pianeggiante, sui prati di Malga Framont, dopo aver tenuto la sinistra a un bivio (quota 1578 m). 1,10 dalla Parete di Ferro. Accesso
Attacco in comune con Monotonia Ottica. È situato una decina di metri a sinistra della grande colata che di solito bagna centralmente la parete, sotto un’evidente grande fessura (chiodo visibile) che si origina a qualche metro dal suolo, sopra una liscia placchetta. È anche possibile attaccare alcuni metri più a sinistra (chiodo) obliquando subito a destra per fessurine e ricongiungendosi in breve all’itinerario originale. Itinerario
L1. Si supera la placchetta sotto la grande fessura di Monotonia Ottica per poi obliquare subito a sinistra lungo un’altra evidente fessura. Si sale quindi più o meno verticalmente (chiodo), ricercando i passaggi più facili e puntando al bordo di una rigola nera oltre la quale calano le difficoltà. Proseguendo verticalmente su placca più appoggiata (non obliquare né a destra verso un diedro con pulpito sulla sommità né a sinistra verso il gradino dove sosta La Sorpresa) si raggiunge il cordone di sosta. VI+°.
L2. Si sale in leggero obliquo a sinistra lungo una bella placca e dopo un passaggio più delicato (piccolo cordino su clessidrina) si raggiunge la sosta, posta alcuni metri sotto ai grandi tetti soprastanti. VI°.
L3. In salita verso destra ci si porta sotto un tettino (chiodi) che si aggira a destra, ritornando poi leggermente a sinistra e quindi proseguendo in verticale su rocce appoggiate più facili fino alla cengia erbosa soprastante, dove si sosta. VII-°.
L4. Si segue in obliquo verso destra la cengia, prima erbosa e poi rocciosa, traversando fino al primo ancoraggio di calata posto sul bordo del colatoio. Discesa
Con tre calate verticali, prima all'interno del colatoio (CD1 su chiodi e clessidra, CD2 - CD3 ed eventualmente CD4 su soste a spit) e poi lungo la via Free Gorby si raggiunge la base della parete, poco a destra dell’attacco. Materiale
Utili friend in particolare piccoli (eventualmente raddoppiare qualche misura) e cordini in kevlar anche aperti per le clessidre. Consigliati martello e chiodi. Mezze corde. Note
Da una ripetizione del 05/07/2020
Raggiunta Malga Framont (1575 m) da Agordo per strada asfaltata, si procede a piedi oltre la malga lungo una carrareccia pianeggiante che si trasforma poi in sentiero (n. 552 CAI). All'intersezione con l'Alta Via n. 1 si segue verso sinistra il sentiero CAI n. 554 per il rif. Vazzoler e la forc. del Camp, che si raggiunge costeggiando il versante orientale delle Torri del Camp. Superata la forcella (1933 m) si scende verso sud nella Busa del Camp, tenendo la sinistra a prendere la traccia diretta al Mont Alt di Framont, che lambisce una parete rocciosa (è anche possibile scendere più a destra per traccia sui prati fino all'omonima casera e da lì puntare a sinistra costeggiando le pareti). Scesi sul fondo della Busa si attraversano verso destra un prato e un torrente fino alla grigia parete sul lato opposto della valle. Si costeggia la parete, su traccia incerta, oltrepassando prima una caratteristica grande grotta e in seguito un enorme masso appoggiato (zona di chiodatura di una nuova falesia attrezzata). Dopo qualche centinaio di metri si incontrano le prime vie della Parete di Ferro (Presapoc e poi Il ragno e la polenta). 1,30 h da Malga Framont.
Al ritorno può essere conveniente attraversare il bosco verso est, restando più o meno in quota, fino a raggiungere la Forcella delle Sejere (2003 m), quindi scendere verso sud per il ripido sentiero fino a riportarsi, per mulattiera pianeggiante, sui prati di Malga Framont, dopo aver tenuto la sinistra a un bivio (quota 1578 m). 1,10 dalla Parete di Ferro. Accesso
Attacco in comune con Monotonia Ottica. È situato una decina di metri a sinistra della grande colata che di solito bagna centralmente la parete, sotto un’evidente grande fessura (chiodo visibile) che si origina a qualche metro dal suolo, sopra una liscia placchetta. È anche possibile attaccare alcuni metri più a sinistra (chiodo) obliquando subito a destra per fessurine e ricongiungendosi in breve all’itinerario originale. Itinerario
L1. Si supera la placchetta sotto la grande fessura di Monotonia Ottica per poi obliquare subito a sinistra lungo un’altra evidente fessura. Si sale quindi più o meno verticalmente (chiodo), ricercando i passaggi più facili e puntando al bordo di una rigola nera oltre la quale calano le difficoltà. Proseguendo verticalmente su placca più appoggiata (non obliquare né a destra verso un diedro con pulpito sulla sommità né a sinistra verso il gradino dove sosta La Sorpresa) si raggiunge il cordone di sosta. VI+°.
L2. Si sale in leggero obliquo a sinistra lungo una bella placca e dopo un passaggio più delicato (piccolo cordino su clessidrina) si raggiunge la sosta, posta alcuni metri sotto ai grandi tetti soprastanti. VI°.
L3. In salita verso destra ci si porta sotto un tettino (chiodi) che si aggira a destra, ritornando poi leggermente a sinistra e quindi proseguendo in verticale su rocce appoggiate più facili fino alla cengia erbosa soprastante, dove si sosta. VII-°.
L4. Si segue in obliquo verso destra la cengia, prima erbosa e poi rocciosa, traversando fino al primo ancoraggio di calata posto sul bordo del colatoio. Discesa
Con tre calate verticali, prima all'interno del colatoio (CD1 su chiodi e clessidra, CD2 - CD3 ed eventualmente CD4 su soste a spit) e poi lungo la via Free Gorby si raggiunge la base della parete, poco a destra dell’attacco. Materiale
Utili friend in particolare piccoli (eventualmente raddoppiare qualche misura) e cordini in kevlar anche aperti per le clessidre. Consigliati martello e chiodi. Mezze corde. Note
Da una ripetizione del 05/07/2020
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Bellezza
Primi salitori
Daniele Costantini, Stefano Santomaso, Gianni Del Din 1990
Autore scheda
Gianluca Benedetti
Lunghezza dislivello
130m
Difficoltà
VII-
Difficoltà obbligatoria
R3. L’itinerario è piuttosto continuo e le protezioni non sempre ravvicinate.
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