Valle d'Aosta scialpinismo solo con guida alpina o maestro di sci
Da ieri, e fino al 20 Dicembre prossimo, in Valle d'Aosta è consentito fare scialpinismo solo se accompagnati da una guida alpina o da un maestro di sci. La norma, già molto discussa in rete, è contenuta nell'ordinanza della Regione Autonoma della Valle d'Aosta n. 552 del 11 Dicembre 2020 recante "Misure per la prevenzione e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19".
Infatti, al punto 11, della stessa Ordinanza, si legge: "La pratica dello sci alpinismo, al di fuori dei comprensori sciistici e con l'accompagnamento di guida alpina o maestro di sci, le escursioni con le ciaspole su sentieri e percorsi tracciati si svolgono anche nei comuni vicini a quello di residenza, domicilio o abitazione e, comunque, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri tra persone non conviventi, salvo che sia necessaria la presenza di un accompagnatore per minori o le persone non completamente autosufficienti e senza alcun assembramento."
Sembra evidente, quindi, che chi volesse praticare lo scialpinismo in Valle d'Aosta "al di fuori dei comprensori sciistici" dal 12 fino al 20 Dicembre può farlo solo se accompagnato da guida alpina o maestro di sci. Cosa non richiesta, invece, a chi pratica escursioni con le ciaspole "su sentieri e percorsi tracciati" che può fare a meno di questo "accompagnamento". Secondo il sito www.aostasera.it il Presidente della Valle d'Osta, Erik Lavevaz, nella conferenza stampa di presentazione dell'ordinanza (visibile su youtube) avrebbe motivato queste prescrizioni rilevando che per le ciaspole non ci sono state particolari problematiche nell’Unità di coordinamento, perché può essere considerata una pratica alla stregua della passeggiata mentre per lo scialpinismo c’è il rischio di poter distaccare una valanga, evento che non potrebbe essere gestito sul fronte sanitario.
Come detto tra gli appassionati e praticanti, ma anche tra le guide alpine, da subito è stata polemica. Sui social in molti non capiscono, anzi non ammettono e contestano fortemente, questa discriminazione verso chi da sempre pratica lo scialpinismo senza guida alpina o maestro di sci. Inoltre per molti questo sarebbe, anche se per ora limitato nel tempo, un precedente pericoloso. Altri, non senza ragione, chiedono che, se limitazione deve esserci, questa sia valida per tutti e, quindi, che nessuno (con o senza guida o maestro di sci) possa praticare lo scialpinismo "al di fuori dei comprensori sciistici". Fermo restando, aggiungiamo noi, che alle guide alpine e maestri di sci, senza clienti, giustamente è già consentito allenarsi praticando lo sci alpinismo, come del resto è consentito al Soccorso alpino. Infine, c'è chi fa notare che anche le escursioni con le ciaspole non sono scevre da possibili criticità, per incidenti e distacco di valanghe.
Come ulteriore riflessione va aggiunto che, senza nulla togliere alla professionalità e al valore di guide alpine e maestri di sci, forse non è opportuno esporli ad una responsabilità così grande. Infatti, come tutti sanno, gli incidenti succedono anche con i professionisti della montagna e in questo momento qualsiasi tragica fatalità sarebbe, se possibile, vissuta ancora in modo più pesante e drammatico. E' ovvio che tutti si aspettano che dopo il 20 Dicembre, con l'auspicato ingresso in zona gialla della Valle d'Aosta, tutti gli scialpinisti abbiano libero accesso alla montagna con e senza guida.
In questo senso sembra indirizzarsi anche il comunicato stampa e l'appello del CAI di oggi: «A nostro avviso - osserva il Presidente generale del Club alpino italiano Vincenzo Torti - pur rispettandosi le intuibili motivazioni sottese a provvedimenti a tutela della salute pubblica, non si riesce assolutamente a cogliere qualsiasi ragionevolezza nel criterio discriminatorio adottato, peraltro di dubbia utilità per gli stessi professionisti che, notoriamente, non è nell'ambito territoriale che attingono la loro clientela». «Del resto - prosegue Torti - lungi dal sentirsi favorite da questa scelta, non poche Guide alpine e non solo valdostane hanno espresso disagio e disappunto per questo provvedimento che desta un diffuso allarme per quanto potrebbe comportare in tema di libertà di accesso alla montagna». Da qui «l'auspicio che questa scelta, che si confida venga contenuta nell'attuale previsione temporale, non venga reiterata negli stessi termini: se si teme che un eventuale incidente possa avere ripercussioni su una sanità sottoposta a stress, non è discriminando tra i potenziali frequentatori che si ottiene il risultato di escluderne l'eventualità».
Anche il CAAI Club Alpino Accademico Italiano ha preso posizione contro il provvedimento. Clicca qui per leggere L'inaccettabile provvedimento liberticida della regione Valle d'Aosta sullo scialpinismo