Sull'Aiguille d'Argentiere Fay Manners e Tom Lafaille aprono la discesa Stratonspherique
Il 17 febbraio Tom Lafaille ed io siamo partiti dal parcheggio delle Grandes Montets intorno alle 3:30 di mattina. Volevamo partire dal fondo valle senza utilizzare gli impianti di risalita, per una giornata che prevedeva quasi 3000 metri di dislivello. Abbiamo iniziato salendo i 2700 m per raggiungere la cima dell'Aiguille d'Argentiere, raggiungendo la cima ovest intorno alle 10:30 dopo esser saliti attraverso il Glacier di Milieu.
Dalla vetta abbiamo seguito una linea rocciosa, sciando poi su terreno esposto sopra le parete, raggiungendo un punto al di sotto da dove siamo riusciti a trovare neve a sufficienza da riuscire a sciare una linea logica. Abbiamo dovuto fare un mix di discesa in corda doppia, disarrampicata e sci ripido. La prima sezione ci ha richiesto molto tempo poiché si trattava di un terreno piuttosto complesso che ha richiesto di attraversare macchie di neve e navigare sopra e sotto pareti e piccole sezioni rocciose. È stato molto impegnativo sciare su un terreno così esposto, ma la neve era buona e avevamo programmato proprio di sciare la cresta superiore al sole quando la neve si fosse trasformata.
Nel tratto centrale abbiamo sciato la spalla. A questo punto la neve si era ammorbidita perfettamente e, anche se sembrava davvero esposta e remota, la discesa era spettacolare. Riuscivamo a vedere tutte le persone in basso che facevano sci alpinismo sul Glacier di Milieu che ci guardavano, chiedendosi come fossimo arrivati lassù e cosa stessimo mai facendo!
I due canali inferiori erano i metri più spettacolari. Il primo canale era stretto e presentava alcune sezioni piuttosto tecniche in cui avevamo davvero bisogno di controllare i nostri salti. Il secondo canale era più largo e siamo riusciti a sciarlo facendo più curve, sembrava meno intenso.
Abbiamo completato l'intera salita e discesa in puro stile alpino. Senza l'uso degli impianti e, inoltre, non abbiamo lasciato alcuna traccia. Abbiamo usato una corda da 30 metri per calarci in corda doppia su alcuni tratti ripidi e rocciosi, ma abbiamo usato un nodo Dufour, il che significa che non abbiamo dovuto lasciare dietro di noi né cordini né ancoraggi. Dove era impossibile tenere gli sci ai piedi, invece di scendere in corda doppia, siamo scesi disarrampicando oppure abbiamo traversato seguendo le fessure nella roccia. L'intera salita e discesa sembrava una classica gita alpinistica, più simile allo sci alpinismo in alta montagna che allo sci alpinismo nella trafficata Chamonix Mont Blanc.
Per fortuna avevamo programmato bene la discesa, poiché erano strettamente necessarie condizioni più simili a quelle primaverili piuttosto che alle fredde condizioni invernali di neve polverosa. Volevamo sciare la parte alta non appena il sole l'avesse colpita, per questo abbiamo aspettato un po' in cima che la neve si trasformasse. In discesa, la temperatura della neve era perfetta per offrire stabilità sui traversi esposti, ma era anche sufficientemente tollerante da rendere la sciata divertente e giocosa. I canali inferiori hanno ricevuto il sole più tardi, il che è stato perfetto poiché la neve si è ammorbidita proprio quando siamo arrivati noi. Non avremmo voluto sciarli prima.
È stata una giornata lunga finita alle 17:00 nel parcheggio, per un totale di 14 ore non-stop in montagna. Ma con la lettura della linea, cercando di orientarsi “a vista” dalla cima, dover effettuare transizioni multiple (sci sullo zaino, poi di nuovo sugli sci, indossare ramponi per salire o per fare brevi traversate dove non era possibile sciare, ecc.) ha fatto si che non fossimo troppo veloci. Così facendo siamo riusciti a sciare tutte le sezioni con la neve più soffice e senza incontrare sezioni di ghiaccio o neve troppo dura. Sono orgogliosa di aver aperto questa nuova discesa con gli sci sopra Chamonix, che ora si chiama Stratonspherique.