Lumignano, l'arrampicata e la sua guida-libro
Il 30 gennaio una folla di appassionati climber-praticanti ha salutato a Vicenza l'uscita della nuova guida "Lumignano, arrampicate nei Monti Berici" edita da Antersass e redatta da Michele Guerrini e Andrea Minetto per la grafica di Marco Simionato.
Mi capita sempre più raramente, ma ieri sera mi sono ri-trovato (piacevolmente e non senza un po' di stupore) immerso e perso nella lettura di una guida di arrampicata. Badate: non sto dicendo che sono stato lì incantato davanti a numeri e lettere, a simboli e coordinate sognando passaggi e difficoltà, come del resto una buona guida fa sempre fare a qualsiasi arrampicatore, grande o piccolo che sia. No, non mi sono fatto prendere, o non mi ha "preso" poi così tanto l'aspetto tecnico (peraltro molto buono e curato) del tutto. Invece, questo nuovo vademecum della falesia (o meglio delle falesie) di Lumignano mi ha proprio catturato come un libro di racconti - o di "recit d'ascension", o di "fatti, misfatti e amori di scalatori" che dir si voglia.
Devo subito aggiungere però, per onestà, che la cosa ha anche delle spiegazioni diciamo "logiche" e forse "interessate". Vengo da quelli parti e quelle rocce un po' le conosco. Quindi c'è da mettere in conto anche un bel po' di coinvolgimento emotivo pregresso (ma anche di curiosità) nel mio star lì a sfogliare e leggere, e poi (con un mezzo sorriso ebete sulla labbra) a confrontare quanto scritto con la mia esperienza personale di quei luoghi e (anche) di quelle persone. Ciononostante mi sono proprio lasciato andare dentro al racconto e ai racconti. Mi sono immerso nelle storie piccole e grandi, nelle burle da falesia e nei personaggi (veri) di Lumignano.
Certo, si può dire che abbia fatto la sua parte la (bella) prefazione scritta con gran leggerezza e "classe" - anche in senso anagrafico - da Manolo. Si può dire, anche, che non è cosa comune leggere Pierin dal Prà raccontare di se stesso (e degli altri) che, con i calzoni corti e il futuro in tasca, scopre la sua pietra eletta e, insieme, la sua strada e il suo talento. Come è sempre bello risentire il tocco di grande ironia (e autoironia) di Heinz Mariacher mentre, con una sorta di nonchalance, sfiora penetrandola la sua passione immensa per l'arte (e la filosofia) dell'arrampicata. Ma non è solo questo che mi ha spinto, pagina dopo pagina, a ricercare tutti i pensieri e le parole scritte per Lumignano.
Non solo le storie dei big, insomma, mi hanno conquistato. A proposito di big: non perdetevi la storia del (grande) Lucio Bonaldo quando si racconta in un'intervista (molto "tecnica" devo dire) ma soprattutto quando viene raccontato dagli altri... imperdibile Lucio! Beh, dicevo, non solo storie di bravissimi climber nati tra le pareti di Lumignano come Savio, Andolfato, Dell'Antonia, Cristofari e della generazione che li ha preceduti come Simeoni, Campi, Valdo, Sergio Billoro (ricordato dal figlio Luigi), ma le storie e pensieri di tutti mi hanno conquistato. Come quel "Facendo sicura a Lumignano", raccontato da Francesca Varagnolo, vera e propria sintesi del "sentire" dell'arrampicatore comune che poi, se ci si pensa bene, è il più grande che ci sia.
Una cosa colpisce in questa guida e nei suoi racconti: tutti, ma proprio tutti, parlano di quest'universo di roccia come della propria casa, anzi di una casa comune da condividere con tutti gli altri. Un piccolo miracolo (da non credere) se si pensa a quanto un mezzo grado in più o in meno, uno "scavato" di un certo tipo piuttosto di un altro o una top rope soffiata sotto il naso abbiano fatto discutere in tutti questi anni.
Un piccolo miracolo che si annuncia già nella copertina firmata da Michele Guerrini e Andrea Minetto. Ovvero da uno (Guerrini) fra i più propositivi e ispirati ma anche più ombrosi ed etici tra i padri della Lumignano classic e il re (Minetto) del "politicamente scorretto" applicato all'arrampicata nonché vulcanico inventore e motore dell'altra Lumignano, quella più "popolare" e sanguigna. Basta leggere i loro interventi-racconti per capire quanto siano diversi l'uno dall'altro. Quanto siano diversi, e quanto ciò non abbia loro impedito di realizzare questo gran bel "Lumignano, arrampicate nei Monti Berici" con la fondamentale collaborazione di Marco Simionato (grafica e illustrazioni) e dell'Editrice Antersass (Alberto Peruffo coordinatore del progetto e Paola Lugo coordinamento editoriale).
Mi piace pensare che sia stato l'amore per queste fantastiche pareti a permettere tutto ciò. E sicuramente in questo "libro-guida" si avverte una passione irrefrenabile per questi spazi liberi. Luoghi per noi eletti, dove la pietra, l'aria e i sogni si fondono. Dove immense piccole soddisfazioni si confondono con le delusioni. Dove, tra il cielo e le striature multicolori, il tempo si placa... Come non amare questi ricordi? Per un attimo (sfogliando questo libro) l'ho assaporato. Poi ho pensato ai gradi (di Befana, del Mago, di Technicolor ecc. ecc.), ai numeri e ai numerini e a quelle infinite discussioni che (ammettiamolo) sono anch'esse il sale di quei pomeriggi passati a far niente inseguendo, con gli occhi e con la mente, incredibili chimere travestite da appigli. E ho sorriso felice... a Lumignano e a tutti quelli che la amano.
Vinicio Stefanello
Devo subito aggiungere però, per onestà, che la cosa ha anche delle spiegazioni diciamo "logiche" e forse "interessate". Vengo da quelli parti e quelle rocce un po' le conosco. Quindi c'è da mettere in conto anche un bel po' di coinvolgimento emotivo pregresso (ma anche di curiosità) nel mio star lì a sfogliare e leggere, e poi (con un mezzo sorriso ebete sulla labbra) a confrontare quanto scritto con la mia esperienza personale di quei luoghi e (anche) di quelle persone. Ciononostante mi sono proprio lasciato andare dentro al racconto e ai racconti. Mi sono immerso nelle storie piccole e grandi, nelle burle da falesia e nei personaggi (veri) di Lumignano.
Certo, si può dire che abbia fatto la sua parte la (bella) prefazione scritta con gran leggerezza e "classe" - anche in senso anagrafico - da Manolo. Si può dire, anche, che non è cosa comune leggere Pierin dal Prà raccontare di se stesso (e degli altri) che, con i calzoni corti e il futuro in tasca, scopre la sua pietra eletta e, insieme, la sua strada e il suo talento. Come è sempre bello risentire il tocco di grande ironia (e autoironia) di Heinz Mariacher mentre, con una sorta di nonchalance, sfiora penetrandola la sua passione immensa per l'arte (e la filosofia) dell'arrampicata. Ma non è solo questo che mi ha spinto, pagina dopo pagina, a ricercare tutti i pensieri e le parole scritte per Lumignano.
Non solo le storie dei big, insomma, mi hanno conquistato. A proposito di big: non perdetevi la storia del (grande) Lucio Bonaldo quando si racconta in un'intervista (molto "tecnica" devo dire) ma soprattutto quando viene raccontato dagli altri... imperdibile Lucio! Beh, dicevo, non solo storie di bravissimi climber nati tra le pareti di Lumignano come Savio, Andolfato, Dell'Antonia, Cristofari e della generazione che li ha preceduti come Simeoni, Campi, Valdo, Sergio Billoro (ricordato dal figlio Luigi), ma le storie e pensieri di tutti mi hanno conquistato. Come quel "Facendo sicura a Lumignano", raccontato da Francesca Varagnolo, vera e propria sintesi del "sentire" dell'arrampicatore comune che poi, se ci si pensa bene, è il più grande che ci sia.
Una cosa colpisce in questa guida e nei suoi racconti: tutti, ma proprio tutti, parlano di quest'universo di roccia come della propria casa, anzi di una casa comune da condividere con tutti gli altri. Un piccolo miracolo (da non credere) se si pensa a quanto un mezzo grado in più o in meno, uno "scavato" di un certo tipo piuttosto di un altro o una top rope soffiata sotto il naso abbiano fatto discutere in tutti questi anni.
Un piccolo miracolo che si annuncia già nella copertina firmata da Michele Guerrini e Andrea Minetto. Ovvero da uno (Guerrini) fra i più propositivi e ispirati ma anche più ombrosi ed etici tra i padri della Lumignano classic e il re (Minetto) del "politicamente scorretto" applicato all'arrampicata nonché vulcanico inventore e motore dell'altra Lumignano, quella più "popolare" e sanguigna. Basta leggere i loro interventi-racconti per capire quanto siano diversi l'uno dall'altro. Quanto siano diversi, e quanto ciò non abbia loro impedito di realizzare questo gran bel "Lumignano, arrampicate nei Monti Berici" con la fondamentale collaborazione di Marco Simionato (grafica e illustrazioni) e dell'Editrice Antersass (Alberto Peruffo coordinatore del progetto e Paola Lugo coordinamento editoriale).
Mi piace pensare che sia stato l'amore per queste fantastiche pareti a permettere tutto ciò. E sicuramente in questo "libro-guida" si avverte una passione irrefrenabile per questi spazi liberi. Luoghi per noi eletti, dove la pietra, l'aria e i sogni si fondono. Dove immense piccole soddisfazioni si confondono con le delusioni. Dove, tra il cielo e le striature multicolori, il tempo si placa... Come non amare questi ricordi? Per un attimo (sfogliando questo libro) l'ho assaporato. Poi ho pensato ai gradi (di Befana, del Mago, di Technicolor ecc. ecc.), ai numeri e ai numerini e a quelle infinite discussioni che (ammettiamolo) sono anch'esse il sale di quei pomeriggi passati a far niente inseguendo, con gli occhi e con la mente, incredibili chimere travestite da appigli. E ho sorriso felice... a Lumignano e a tutti quelli che la amano.
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