Fanny Gibert, l'arrampicata, l'entusiasmo, il sorriso

Intervista alla climber Fanny Gibert. Classe 1993, francese, si è piazzata terza nella Coppa del Mondo Boulder 2018 e punta al pass per le Olimpiadi di Tokyo 2020.
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Fanny Gibert, membro del Climbing Team Vibram.
Eddie Fowke, The Circuit Climbing

Fanny, che cosa rappresenta per te l'arrampicata?
Per me scalare significa sfidare me stessa: provo a compiere movimenti quasi impossibili, a volte spingendomi al mio limite massimo, con passaggi che richiedono una performance perfetta. Cerco di ragionare molto sui miei gesti e di capire come realizzarli al meglio. Sono dipendente dall'emozione che provo quando porto a termine un movimento che credevo fosse quasi impossibile, l'arrampicata è principalmente questo per me.

E se non ci fosse stata l’arrampicata nella tua vita?
Immagino che avrei praticato altre discipline. Amo lo sport e le competizioni in generale. Ma, onestamente, non riesco a immaginare uno sport che mi renda più felice dell'arrampicata!

Quanto arrampichi di solito?
Dipende dal periodo: in certi momenti il mio programma è davvero folle. In genere arrampico quasi ogni giorno. Di solito trascorro un giorno di riposo senza praticare alcuna attività fisica e un giorno con due sessioni di allenamento. Quando lo faccio? Ogni volta che posso! Sono una climber professionista ora, quindi è la mia priorità.

Gare? Falesia? Cosa preferisci?
Le competizioni sicuramente! Mi piacciono perché mi rendono davvero entusiasta. Adoro quel clima di tensione che si respira prima della gara e mi piace il senso di sfida, la sfida di sentirmi pronta in quel giorno, in quel preciso istante. Le emozioni che si provano in quei momenti sono così intense! Mi piace anche andare a fare boulder outdoor. Purtroppo non ho molto tempo da dedicare a questa disciplina, ma sono sicura che in futuro avrò occasione di farlo e di divertirmi anche di più.

Quando vai ad arrampicare, quante scarpette con gomme diverse porti con te?
Per le gare porto le mie Scarpa Drago, che sono perfette. Ma porto anche un paio di scarpe più rigide nel caso ci fossero prese più piccole. Ho anche un paio di Scarpa Furia S, più morbide, ideali nei passaggi in cui "spalmare i piedi" sia complicato. Per l'allenamento prima di una gara cerco di indossare delle scarpette il più possibile simili a quelle che userò durante la competizione. Per le attività all'aperto, dipende tutto dal tipo di roccia e dal lavoro che devo svolgere.

Quanto contano le suole per le tue performance?
Le suole sono fondamentali. Non sarebbe possibile risolvere alcuni passaggi con delle suole di media qualità. Per questo quando cerco di raggiungere performance impeccabili mi assicuro di avere con me le "armi" migliori. E in gara ho già avuto modo di constatare che questo può fare un'enorme differenza.

Dov'è stata di importanza fondamentale la suola?
Nelle spalmate sui volumi! Anche nel momento di massima aderenza sulle prese per i piedi e negli agganci di punta è importante avere scarpe morbide e un buon attrito sulla punta. Le suole giocano un ruolo fondamentale in tutte le situazioni in cui c'è bisogno di un grip ottimale. È indispensabile trovare un perfetto equilibrio tra morbidezza e rigidità nelle scarpette, un equilibrio che permetta di reggersi senza problemi anche su prese più piccole e avere il giusto supporto nella parte posteriore della scarpa, sui talloni.

Hai una mescola preferita e perché?
La gomma Vibram XS Grip2 è quella che preferisco. Semplicemente, ha un grip eccezionale.


Fanny Gibert, francese classe 1993 e universitaria alla facoltà di ingegneria meccanica, cresce sull’Isola di Reunion dove inizia a scalare, dedicandosi in particolare al boulder. Vincitrice per tre volte del campionato francese di boulder, nel 2018 conquista il terzo gradino del podio della Bouldering World Cup. Il suo obiettivo per il futuro è partecipare alle Olimpiadi di Tokyo 2020.

Info: www.vibram.com




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