Cervino CineMountain: il cambiamento climatico, le vette più alte e la profondità degli oceani
Il Cervino si sgretola. Secondo i ricercatori del Federal Institute of Technology of Zurigo, negli anni la conformazione della montagna per eccellenza, quella sagoma triangolare iconica che ricorda i disegni dei bambini, è destinata a cambiare. Un allarme che si insegue da oltre dieci anni ma che gli incidenti di questi ultimi giorni hanno riportato alla cronaca. Da 23 anni il Cervino CineMountain, il festival del cinema di montagna ai piedi della terza vetta più alta d’Italia, è un luogo dove si crea una cultura comune, prevalentemente attraverso i film, ma anche gli spettacoli e le performance, che pone al centro il concetto di montagna come patrimonio: un bene fragile dal punto di vista ambientale, che richiede una consapevolezza particolare, una coscienza vigile e allenata e un maggior dispendio di energie. Raccontarla significa in un certo qual modo proteggerla, ed è una responsabilità condivisa, così come sono condivise le emozioni che regala questo ambiente. Ed è per questo che nell’edizione 2019 il Festival dedica una giornata all’ambiente, giovedì 8 agosto, con la proiezione di 4 film sul tema e un incontro con esperti, alpinisti e ambientalisti.
“Il Cervino, come del resto tutte le montagne, si sono modellate nel tempo e i crolli di alcuni tratti della Gran Becca sono evidenti ancor prima del 2003. A riguardo esistono molte foto del passato che lo testimoniano. Oggi, a causa dei cambiamenti climatici e di conseguenza delle temperature troppo alte questo fenomeno si è accentuato. Ma la colpa non è della montagna. Lei si comporta come il suo solito, siamo noi che dobbiamo fare più attenzione.” Afferma Hervé Barmasse, alpinista, guida alpina e oggi anche storyteller, tra gli ospiti della serata dedicata all’ambiente, in collaborazione con Montura. Sul palco insieme a lui un parterre autorevole: si confronteranno la biologa marina Mariasole Bianco, il nivologo Michele Freppaz, l’alpinista da sempre attento all’ambiente e al sociale Fausto De Stefani e Luca Albrisi, un freerider estremo coautore del Clean Outdoor Manifesto.
PIANETA TERRA CHIAMA LUNA: AIUTO! (Giovedì 8 agosto, ore 21.00 – Centro Congressi Valtournenche)
I ghiacci si sciolgono, la desertificazione avanza, gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più evidenti e disastrosi. La Terra sta diventando inospitale al punto da rendere urgente lo studio approfondito di habitat alternativi? Nell’anno che celebra i 50 anni dall’allunaggio e che ha visto diffondersi nel mondo le manifestazioni di sensibilizzazione nei confronti dell’ambiente, il Cervino CineMountain ospita una serata dedicata al confronto e all’analisi scientifica sul tema. Esperti come la biologa marina Maria Sole Bianco - punto di riferimento internazionale per le politiche legate alla tutela dell’ambiente marino, tra gli ideatori del Manifesto della Generazione blu, che riassume in dieci punti le azioni che rendono i bambini protagonisti della tutela del mare - il nivologo Michele Freppaz - esperto di suoli d’alta quota, e professore associato presso l’Universita di Torino – gli alpinisti Hervé Barmasse – il “figlio del Cervino” – e Fausto De Stefani - tra i soci fondatori di Mountain Wilderness con cui ha organizzato “Free K2” ovvero una spedizione per ripulire la vetta dai rifiuti – e lo snowboarder e freerider estremo Luca Albrisi – autore di The Clean Approach, un documentario sulla riscoperta del profondo rapporto tra uomo e natura attraverso la pratica di attività outdoor sostenibili. A partire dalla situazione del Cervino insieme rifletteranno, si confronteranno e analizzeranno cause ed effetti dell’inquinamento ambientale, dalle vette agli oceani, per suggerire pratiche di tutela ambientale da attuare con urgenza.
Nel pomeriggio, dalle ore 16.00, in programma la proiezione di quattro film sul tema, tra i quali l’anteprima europea di Bare Existence, il film che è un grido d’allarme per il riscaldamento globale che sta estinguendo gli orsi polari.
I FILM
BARE EXISTENCE – Anteprima europea
Il documentario girato da Max Lowe, scrittore, regista e fotografo, collaboratore di spicco del National Geographic con la passione per l’esplorazione delle grandi distese del pianeta, racconta l’attività di monitoraggio e tutela degli orsi polari da parte degli scienziati della Polar Bear International nel territorio della Baia di Hudson, al confine canadese, un tempo densamente popolata dagli orsi, che oggi conta il 30% di esemplari in meno rispetto al 1984, con una prevista riduzione di 2/3 nei prossimi 50 anni. Tra ricerche, analisi, incontri di sensibilizzazione e esplorazioni del territorio, il documentario offre le toccanti immagini degli orsi avvicinarsi alle aree abitate, stazionare a lungo sulle terre riaffiorate dallo scioglimento dei ghiacci, affamati dalla riduzione della crosta glaciale che riduce, conseguentemente, l’habitat di caccia della specie, che si nutre prevalentemente di foche. Scene strazianti che alimentano la preoccupazione degli scienziati “di non riuscire a fare abbastanza”, e per questo lavorano ogni giorno per dare un futuro a questi straordinari animali, convinti che ci sia ancora il tempo per cambiare le cose, a patto di fare le scelte giuste.
THE SILVER BRANCH – Anteprima italiana
L‘evocazione agrodolce della fine di un‘epoca e della lotta di un uomo per preservare la sua terra. Patrick McCormack è un poeta e contadino, discendente delle generazioni di agricoltori che hanno vissuto nelle selvagge montagne della Irlanda occidentale. La sua vita è profondamente intrecciata con la sua terra e la sua comunità rurale, minacciate dalla volontà del governo di trasformare l’area in una mecca turistica, distruggendo l’equilibrio ambientale di un paesaggio sacro e fragile. The Silver Branch è un poema filosofico in forma di film che riflette su temi universali e drammaticamente attuali: il rapporto tra uomo e natura, tra tradizione e spirito, tra corpo e anima. Una storia di vita, amore, dolore e lotta, alla ricerca della connessione profonda della nostra specie con il pianeta che ci ospita.
BAYANDALAI
Racconta la vita dell‘ultimo dei grandi pastori della Taiga, un anziano della tribù Dukhas, un pastore nomade della Mongolia settentrionale che alleva le sue renne nella più grande foresta della Terra: la Taiga. Grazie al suo intimo rapporto con gli animali e con l‘ambiente, Bayandalai ha accesso alle verità spirituali e ad una consapevolezza superiore che appare difficile trasmettere ai più giovani compenenti della sua tribù, irrimediabilmente attratti dalle esche della vita urbana del XXI secolo: lavoro, denaro, stabilità e sempre nuovi oggetti da possedere.
AIGLE ET GYPAÈTE – Les maîtres du ciel
La favolosa odissea dei rapaci nei cieli delle Alpi più selvagge. Grazie ai sensi ipersviluppati, l‘aquila reale deve superare la vigilanza di marmotte, camosci e stambecchi, per confrontarsi con i suoi simili, risolvere i conflitti con i concorrenti e sopravvive- re all’inverno. Ma un rapace largo quasi tre metri, il Gipeto, vola sopra la valle e intende stabilirsi lì. In che modo questi avvoltoi condividono il territorio dell’aquila reale? Questo film, girato nell‘arco di sette anni, ci conduce in una favolosa odissea aerea che ha come teatro le Alpi selvagge in tutto il loro splendore.
"Ci troviamo di fronte a una catastrofe. Voglio che proviate la paura che provo io ogni giorno. Voglio che agiate come fareste in una situazione di crisi. Come se la vostra casa fosse in fiamme. Perché è quello che sta succedendo."
Greta Thunberg
Il Festival
Le vette come metafora di difficoltà, di grandi ostacoli da affrontare, ma anche di sfide e limiti da superare, territori impervi che plasmano le vite e la cultura dei popoli che le abitano, e il cambiamento climatico che ne riduce gli spazi, ne cambia il profilo fino a rendere impossibile la sopravvivenza di uomini e animali. Queste altre storie sono le protagoniste delle 68 pellicole selezionate alla XXII edizione del Cervino CineMountain, il festival del cinema di montagna più alto d’Europa, in programma dal 3 all’11 agosto a Cervinia e Valtournenche. Tra le novità di quest’anno la formula itinerante, che porterà le proiezioni anche nelle vicine Antey, Chamois e Torgnon, sempre nella suggestiva cornice del Cervino.
Il programma della ventunesima edizione è una finestra aperta sull’avventura, senza limiti, senza confini, dentro e fuori dai protagonisti. Le 68 opere cinematografiche presentate sono suddivise in varie sezioni. Nel menu troviamo una selezione di 10 tra i film che hanno vinto i festival del circuito dell’International Alliance for Mountain Film e che concorrono per il Grand Prix des Festivals - Conseil de la Vallée, e i premi del concorso internazionale: “Montagne du Monde” (per il miglior film straniero), “Montagne d'Italia” (per il miglior film italiano), “Montagne Tout Court” (per il miglior cortometraggio), “Premio C.A.I.” (per il miglior film di alpinismo, arrampicata, esplorazione), “Premio SONY” (per la migliore fotografia) e “Premio del Pubblico”. Infine CINEMOUNTAIN KIDS, una ricchissima selezione di cortometraggi d'animazione per il pubblico più giovane, proiettati ogni pomeriggio in uno spazio dedicato, che si contenderanno il “Premio del Pubblico KIDS”, assegnato dai bambini.
Non mancano poi les matinées e i grandi appuntamenti con gli ospiti: da Piero Chiambretti a Erri De Luca, Nives Meroi e Hervé Barmasse, Kurt Diemberger, Fausto De Stefani, un emozionante ricordo del Grande Torino e l’omaggio alla Luna, il cambiamento climatico e l’intimità del vivere la montagna in silenzio, e infine la storia di Tarcisio Bellò, recentemente scampato ad una valanga in Pakistan.
Tutte le info su: www.cervinocinemountain.com
FB: @cervinocinemountainfilmfestival
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