Sellaronda dei record e del popolo con gli sci

Guido Giacomelli e Lunger Hansjoerg e Roberta Pedranzini e Francesca Martinelli si sono aggiudicati con un tempo record la 13a edizione della Sellaronda. La mitica maratona sci alpinistica a coppie e in notturna che ha visto alla partenza 720 atleti per un totale di 360 coppie. Tra loro una gran folla di appassionati.
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La partenza della 13a edizione della Sellaronda
Riccardo Selvatico

Venerdì scorso la Sellaronda 2007 ovvero la scialpinistica (a coppie e in notturna) dei primati è stata vinta alla grande dai team formati da Guido Giacomelli e Lunger Hansjoerg e da Roberta Pedranzini e Francesca Martinelli. Entrambe le squadre hanno segnato il record della gara coprendo (rispettivamente in 3 ore 19’ 29’’ e in 4 ore 1’ 14’’) la ormai classica distanza di 42 chilometri di sviluppo per 2700 metri di dislivello della corsa. Alle loro spalle seconde sono arrivate le coppie Daniele Pedrini - Mirco Mezzanotte (in 03.28.40) e Stefanie Koch - Judith Grassl (4.34.22) mentre il terzo posto è andato a Graziano Boscacci - Ivan Murada (3.31.59) e Carla Jellici - Michela Rizzi (4.34.22).

Il Sellaronda propone un tour da sogno. Un’assoluta classica delle Dolomiti con gli sci che partendo da Selva di Val Gardena vi fa ritorno dopo aver attraversato, nell’ordine e con il relativo menù di salite e discese: Passo Gardena, Corvara, Passo Campolongo, Arabba, Passo Pordoi, Canazei, Passo Sella. Ma è anche, e forse soprattutto, un appuntamento per moltissimi appassionati che nello stile delle grandi maratone si concedono la fatica ma anche la grande soddisfazione per mettersi alla prova su un percorso fantastico e in atmosfera bellissima. Al via, infatti, c’erano ben 720 atleti per un totale di 360 coppie (un altro record della manifestazione).

Ce lo racconta Lorenzo Scandroglio (giornalista e sciatore) che in coppia con Cecilia Cova ha partecipato alla grande gara dalla parte di quelli che avevano un grande obiettivo: quello di esserci!


IL NOSTRO SELLARONDA CON LE PELLI DI FOCA
di Lorenzo Scandroglio

Io e Cecilia Cova, una delle poche guide alpine donna italiane, ci siamo presentati sulla linea di partenza della Sellaronda Skimarathon (Coppa delle Dolomiti) sotto le insegne di Planetmountain e della rivista Alp. Una delle rare coppie miste, cioè composte da un uomo e da una donna, delle 360 squadre iscritte a questa competizione che sta diventando una classica, capace di bruciare oltre 700 iscritti in tre ore. Su e giù per i quattro passi del Sella con partenza ogni volta da una diversa località. Attrezzatura da ski alp ma progressione in pista. Terreno poco tecnico, dunque, ma lungo e veloce. 4 salite, 4 discese (e rispettivi cambi pelli), quattro cittadine, fino alla chiusura del cerchio. Ci eravamo candidati alle ultime posizioni, tenuto conto della presenza di molti “extraterrestri” provenienti da svariate nazioni, e alla fine siamo stati di parola: duecentosettantesimi su trecentoventi. A oltre due ore da Giacomelli e Lunger che, con questa prestazione, battevano il record assoluto con il tempo di 3h .19.29. Idem dicasi per la coppia rosa Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini che fermavano il cronometro a 4h.01.14.
Il nostro obiettivo era arrivare, mettere metri di dislivello nelle gambe, allenarsi per quello che sarà il “nostro” Mezzalama il 29 aprile, quando non mancheremo di formare un’altra cordata brancaleone.

IL RACCONTO

Meglio la birra o il Sellaronda
Alla partenza eravamo oltre 700 sulle nevi di Selva di Valgardena. Un colpo d’occhio incredibile, anche per noi, tanto che un elicottero sorvolava le nostre teste per le riprese televisive. Alle 18 di venerdì 23 febbraio, dunque, al crepuscolo di un giorno d’inverno non freddo ma nuvoloso, dopo il controllo degli Arva (i dispositivi per il ritrovamento dei corpi in caso di valanga), tutto era pronto: due ali di folla sulla pista di partenza, le comunicazioni fra gli organizzatori coordinati da Diego Perathoner rimbalzavano fitte da Selva a Corvara, da Corvara ad Arabba, da Arabba a Canazei, le fiaccole per la segnalazione luminosa delle piste venivano accese. Sulle nostre teste, in attesa del buio, si provavano e riprovavano le lampade frontali (fanali più che lampade, grandi quanto un’altra testa) che poi si sarebbero dovute accendere al calar delle tenebre, specie nelle discese effettuate a tutta velocità. Solo a pensare ai 42 chilometri e ai 2700 metri di dislivello in salita che ci attendevano, veniva voglia di fare dietro front e di andare a bersi una birra in uno degli “aprés ski” presi d’assalto da “skiatori” epicurei, amanti dei piaceri della vita più che delle sofferenze e delle privazioni di chi fa gare e allenamenti sotto le intemperie su e giù per le montagne. E invece siamo rimasti lì. Una specie di falange romana, un rettangolone di 700 persone scalpitanti con gli sci ai piedi. Le prime ottanta coppie, quelle dei favoriti con classifica Fisi lusinghiera, davanti, gli altri (noi) dietro.

Pronti via
All’improvviso, mentre eravamo persi in chiacchiere (“Hai visto che c’è Stefano?”. “Ma chi, il nostro amico canottiere di Orta?”. “Sì lui, il campione del mondo di canottaggio, che ha trovato la scusa dello scialpinismo da gara per allenarsi alla barca; sai, dice che fa bene alle gambe e al fiato. La fa con Cappelletti perché il Tosi all’ultimo ha bidonato”), senza aver sentito né botti né “via”, ci siamo trovati in movimento in una selva di gambe, sci, bastoncini, pelli di foca che si staccavano, imprecazioni, grida di ricerca del compagno già perso prima di partire, scambi di reciproci auguri.
E via i campanacci del pubblico, gli incoraggiamenti, gli olè. Prima che mancasse il fiato la Ceci aveva fatto in tempo a raccontarmi della via Buhl, fatta lì sulla bastionata del Sella con Silvia Summa, l’altra sua collega guida bolzanina: “Guarda Lorenz, un diedro unto più dell’insalata di ieri, sai, una di quelle vie classiche che vogliono fare tutti perché ha quel marchio di Hermann Buhl. Ti ricordi Inps a Finale? Ecco una roba simile, unta e nera. Non riesci neanche a incastrare, ti scivola fuori il pugno”. Sono le ultime cose articolate che è riuscita a dirmi. Poi solo imprecazioni sommesse, in stile Ceci, che non ha mai detto una parolaccia in vita sua: “accipicchia, se lo sapevo prima…”.

Pacche sulle spalle
Valicato il primo dei quattro passi - 750 metri di dislivello - in poco più di una cinquantina di minuti ci siamo scapicollati verso Corvara dove siamo passati abbondantemente oltre la duecentesima posizione. Comunque ben dentro il cancelletto orario di un’ora e venticinque oltre il quale chi fosse giunto a Corvara sarebbe stato escluso dalla competizione. Intanto Giacomelli e socio, che poi sarebbero risultati vincitori da record, erano già passati da una buona mezz’ora. Fra le tante pacche sulle spalle del pubblico non è mancata quella del nostro amico e collega Simone Bobbio, che ha immortalato le nostre facce allucinate con la sua mini camera.
Bevuto in fretta (“mica che ci fregano la duecentottantesima posizione!”) un bicchiere di tè, rimesse le pelli, siamo ripartiti per la seconda salita.
Ceci intanto era già arrivata al suo terzo “Accipicchia, chi me l’ha fatto fare!”.
Alla fine però lei è un diesel. Va sempre alla stessa velocità: all’inizio sembra lenta ma poi gli altri rallentano. La ceci no. Lei va a velocità costante. Così, dopo essere scesi ad Arabba, poi risaliti e discesi a Canazei, avevamo recuperato ben dieci posizioni.
Passando per Canazei, con le curve fra le vie del centro e la chiesa affrescata e la piazza in festa a gridare: “Grandi, siete voi quelli bravi, siete voi la Sellaronda” (roba che non sai se gioire o sentirti un dilettante doc), abbiamo capito lo spirito vero e la chiave del successo di questa maratona dolomitica con gli sci: la festa nel fondovalle, la partecipazione di popolo e la sua immedesimazione nella nostra (di noi centinaia di appassionati in gara) fatica e nel nostro piccolo sogno di arrivare in fondo.
Al traguardo di Selva intanto (poco oltre le 23,30), dopo gli abbracci, mentre Giacomelli e i primi avevano già fatto la pennichella, si erano cambiati e sembravano reduci da sedute di relax sull’amaca più che da una prestazione da record lungo i 42 chilometri attorno al Sella, era in corso la festa. Mezz’ora dopo di noi, a mezzanotte e un quarto, arrivavano le coppie fanalino di coda. Le abbiamo guardate e applaudite, con la solidale fratellanza degli ultimi.
Calava così il sipario sull’ennesima, riuscitissima, edizione della Sellaronda Skimarathon.

Classifica maschile
1) Giacomelli Guido - Lunger Hansjoerg (SC Alta Valtellina - Ski Team Fassa) 03.19.29
2) Pedrini Daniele - Mezzanotte Mirco (SC Alta Valtellina - Ski Team Fassa) 03.28.40
3) Boscacci Graziano - Murada Ivan (Pol.Albosaggia) 03.31.59
4) Verbnjak Heinz - Echtler Martin (Atomic S Northland) 03.35.16
5) Zanetel Gianantonio – Canteri Mirco (GS Fiamme Oro - US Primiero) 03.36.03
6) Antiga Ivan - Pellissier Jean (SC Brenta Team – SC Cervino) 03.37.49
7) Fazio Alberto - Fazio Fulvio (SC Garessio AD) 03.39.24
8) Ringhofer Andreas - Blassnig Alois (OSV – OEAV) 03.39.37
9) Innerkofler Eugen - Wurzer Manfred (Niederdorf-Raiffeisen) 03.40.42
10) Marta Franco - Trettel Thomas (AS Cauriol) 03.41.05
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Classifica Femminile
1) Pedranzini Roberta - Martinelli Francesca (SC. Alta Valtellina) 04.01.14
2) Koch Stefanie - Grassl Judith (Deutscher Alpenverein) 04.34.22
3) Jellici Carla - Rizzi Michela (Bogn da Nia – Altitude) 04.38.14
4) Secco Roberta - Calliari Orietta (Ski Club San Martino - Brenta Team) 04.41.16
5) Gros Annemarie - Lunger Tamara (Ski Team Fassa) 04.42.21
6) Canclini Ludovica - Foppoli Cristina (SC Sondalo) 05.01.39
7) Locatelli Tatiana - Ferrandoz Martina (SC Cervino Valtournenche - SC Saint Nikolas) 05.09.10
8) Wegher Maddalena - Seppi Petra (Brenta Team - US Cornacci) 5.10.14
9) Sojer Kathrin - Swidrak Veronica (Schwaighofer Brixlegg) 05.15.08
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