Prima tappa della Pierra Menta a Perrier e Gachet. Fra le donne dominano Martinelli e Pedranzini.
Sotto un caldo sole primaverile e neve trasformata e sciabilissima i francesi Florant Perrier e Gregory Gachet strappano la prima tappa (delle quattro in programma) della 22^ edizione della Pierra Menta agli italiani Giacomelli e Lunger che, per una caduta di quest’ultimo, perdono la prima posizione proprio sulla discesa finale. Fra le donne dominio delle valtellinesi Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini.
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Via! La Pierra 2007 è partita da pochi secondi. Fra i due francesi Gachet e Perrier si vede Guido Giacomelli.
Lorenzo Scandroglio
La Pierra Menta, la più classica scialpinistica francese di origine moderna, ha alzato il sipario sull’edizione 2007 con una prima tappa combattuta e piena di colpi di scena. La gara a coppie che si svolge nello stupendo scenario del massiccio del Beaufortin, dipartimento della Savoia, la Pierra è la più tecnica delle grandi competizioni in pelli di foca: couloir da affrontare con i ramponi, salite ripide con inversioni, creste affilate e aeree, discese con pendenze fino a 40-45 gradi.
La tappa di oggi, giovedì 15 marzo, prevedeva 4 salite di cui una con un couloir (da salire con i ramponi) e tre con cresta finale (sempre con ramponi) e altrettante discese, per un totale di 2870 metri di dislivello in salita. Dopo i primi 1144 metri di dislivello della Légette du Mirantin (2353 m) le prime tre piazze erano ancora da definire con i due francesi Florant Perrier e Gregory Gachet divisi dal valtellinese Guido Giacomelli. Subito dietro il compagno di Giacomelli, l’altro italiano Hansjorg Lunger. Al cambio pelli arrivava anche la coppia inseguitrice italo-francese di Denis Trento e Tony Sbalbi. I due italiani erano i più veloci nel “pit-stop” e ripartivano in testa con i francesi a tallonarli. Fra le donne Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini arrivavano insieme alle francesi Nathalie Bourillon e Corinne Favre.
Tra la terza cima della Grande Journée (2460 m) e la quarta del Pointe de la Grande Combe (2175 m), la coppia Giacomelli-Lunger portava il suo vantaggio a quasi un minuto e mezzo dai beniamini di casa Perrier-Gachet. La terza piazza intanto sembrava sicura per Tony Sbalbi e Denis Trento, seguiti dagli altri due francesi Alexandre Pellicier e Bertrand Blanc. Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini nel frattempo mettevano al sicuro la tappa con un distacco che, nel frattempo, era salito sopra i tre minuti.
Ma è sulla discesa finale che si è consumato lo spettacolo: mentre Giacomelli e Lunger sembravano avviati a tagliare per primi il traguardo (tanto che lo speaker per un attimo, annunciando l’arrivo dei primi, nominava gli italiani), l’altoatesino cadeva perdendo uno sci. Durante il concitato inseguimento a piedi dell’amato-odiato attrezzo, sopraggiungevano i francesi che, fra il tripudio della folla a sottolineare il momento a suon di campanacci, superavano gli italiani giungendo primi sotto lo striscione di Areche con un vantaggio di 24”.
Ma non è tutto: anche per la terza piazza il colpo di scena era in agguato. Erano passati solo 3 minuti che l’italiano Denis Trento si presentava da solo davanti al traguardo. Come si sa il regolamento prevede che nelle gare a squadre si aspetti il compagno prima di concludere. Tony Sbalbi, il compagno francese di Trento, non arrivava. Si sarebbe saputo poi che aveva quasi spezzato uno sci. Nel frattempo passavano gli altri francesi Vincent Meilleur e William Bon Mardion. Distacchi oltre i 5 minuti e mezzo dalla coppia di testa. Subito dietro l’amareggiato Tony Sbalbi che, con Trento, passava a 5:59 dalla coppia Perrier-Gachet.
Curiosità: Ivan Murada, dopo il divorzio forzato a causa degli acciacchi dell’inseparabile Graziano Boscacci, giungeva settimo anche grazie all’ottima prestazione del nuovo compagno Daniele Pedrini. Ottima la prestazione, segno di un miglioramento inatteso, dei catalani Dani Leon Roca e Joan Martinez Vendrell che tagliavano il traguardo in undicesima posizione.
Poco da dire, almeno per questa prima tappa, della competizione femminile che vedeva la coppia valtellinese Martinelli-Pedranzini dominare incontrastata: Corinne Favre e Natalie Bourillon chiudevano infatti con 4’:45” di ritardo dalle azzurre. Le altre due francesi Lathuraz-Valentine Favre passavano dopo 20’02” dalle prime.
Alla fine sono state 137 le coppie maschili giunte al traguardo, 7 quelle femminili.
Per la tappa di domani (venerdì) tutto è possibile. I francesi saranno galvanizzati dal successo? Riusciranno a conservare il flebile vantaggio sugli italiani? Certo è che la tappa si annuncia meno alpinistica, meno tecnica, con maggiore sviluppo ma meno dislivello.
Lorenzo Scandroglio
La tappa di oggi, giovedì 15 marzo, prevedeva 4 salite di cui una con un couloir (da salire con i ramponi) e tre con cresta finale (sempre con ramponi) e altrettante discese, per un totale di 2870 metri di dislivello in salita. Dopo i primi 1144 metri di dislivello della Légette du Mirantin (2353 m) le prime tre piazze erano ancora da definire con i due francesi Florant Perrier e Gregory Gachet divisi dal valtellinese Guido Giacomelli. Subito dietro il compagno di Giacomelli, l’altro italiano Hansjorg Lunger. Al cambio pelli arrivava anche la coppia inseguitrice italo-francese di Denis Trento e Tony Sbalbi. I due italiani erano i più veloci nel “pit-stop” e ripartivano in testa con i francesi a tallonarli. Fra le donne Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini arrivavano insieme alle francesi Nathalie Bourillon e Corinne Favre.
Tra la terza cima della Grande Journée (2460 m) e la quarta del Pointe de la Grande Combe (2175 m), la coppia Giacomelli-Lunger portava il suo vantaggio a quasi un minuto e mezzo dai beniamini di casa Perrier-Gachet. La terza piazza intanto sembrava sicura per Tony Sbalbi e Denis Trento, seguiti dagli altri due francesi Alexandre Pellicier e Bertrand Blanc. Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini nel frattempo mettevano al sicuro la tappa con un distacco che, nel frattempo, era salito sopra i tre minuti.
Ma è sulla discesa finale che si è consumato lo spettacolo: mentre Giacomelli e Lunger sembravano avviati a tagliare per primi il traguardo (tanto che lo speaker per un attimo, annunciando l’arrivo dei primi, nominava gli italiani), l’altoatesino cadeva perdendo uno sci. Durante il concitato inseguimento a piedi dell’amato-odiato attrezzo, sopraggiungevano i francesi che, fra il tripudio della folla a sottolineare il momento a suon di campanacci, superavano gli italiani giungendo primi sotto lo striscione di Areche con un vantaggio di 24”.
Ma non è tutto: anche per la terza piazza il colpo di scena era in agguato. Erano passati solo 3 minuti che l’italiano Denis Trento si presentava da solo davanti al traguardo. Come si sa il regolamento prevede che nelle gare a squadre si aspetti il compagno prima di concludere. Tony Sbalbi, il compagno francese di Trento, non arrivava. Si sarebbe saputo poi che aveva quasi spezzato uno sci. Nel frattempo passavano gli altri francesi Vincent Meilleur e William Bon Mardion. Distacchi oltre i 5 minuti e mezzo dalla coppia di testa. Subito dietro l’amareggiato Tony Sbalbi che, con Trento, passava a 5:59 dalla coppia Perrier-Gachet.
Curiosità: Ivan Murada, dopo il divorzio forzato a causa degli acciacchi dell’inseparabile Graziano Boscacci, giungeva settimo anche grazie all’ottima prestazione del nuovo compagno Daniele Pedrini. Ottima la prestazione, segno di un miglioramento inatteso, dei catalani Dani Leon Roca e Joan Martinez Vendrell che tagliavano il traguardo in undicesima posizione.
Poco da dire, almeno per questa prima tappa, della competizione femminile che vedeva la coppia valtellinese Martinelli-Pedranzini dominare incontrastata: Corinne Favre e Natalie Bourillon chiudevano infatti con 4’:45” di ritardo dalle azzurre. Le altre due francesi Lathuraz-Valentine Favre passavano dopo 20’02” dalle prime.
Alla fine sono state 137 le coppie maschili giunte al traguardo, 7 quelle femminili.
Per la tappa di domani (venerdì) tutto è possibile. I francesi saranno galvanizzati dal successo? Riusciranno a conservare il flebile vantaggio sugli italiani? Certo è che la tappa si annuncia meno alpinistica, meno tecnica, con maggiore sviluppo ma meno dislivello.
Lorenzo Scandroglio
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