Ice World Cup 2000 la gara di Saas Fee

Il commento, i risultati e il portfolio a cura Erik Svab e Roberto Fioravanti
Gli strapiombi di misto di Saas Fee


Una struttura e un 'ambiente' nuovi…
La quarta tappa della stagione delle gare di ghiaccio ha visto gli atleti contendersi la vittoria su una struttura assolutamente inedita, sia per quanto riguarda la costruzione, sia per quanto riguarda la sua ubicazione. Si trattava, infatti, di una parete strapiombante di granito, coperta da ghiaccio verticale o anch’esso strapiombante, sita all’interno (si, avete capito bene – una struttura indoor) del parcheggio di 10 piani della cittadina turistica di Saas Fee, in Svizzera, non lontana dalla più famosa Zermatt che ha anche una struttura di questo tipo. Appena arrivati a Saas Fee si è obbligati a lasciare la propria autovettura all’interno di uno dei piani del parcheggio e si deve entrare in paese a piedi o servendosi dei numerosi taxi elettrici 4X4. Devo dire che il primo impatto e’ un po’ strano, per non dire traumatico, ma poi ci si abitua e non ci si preoccupa troppo.
Come dicevo la struttura si trova all’interno del parcheggio, dunque coperta, al riparo dalle intemperie, ma anche un po’ al buio, illuminata solo da luce artificiale. Non che ci siano stati problemi di visibilità, ma dopo tre giorni passati là dentro, era così bello uscire al sole e vedere che il mondo non finiva in cima alla via di finale…
Ma visto che siamo andati lì per la gara, bisognava mettersi il cuore in pace e fare del proprio meglio.

Gli Open

Il primo giorno gli atleti si sono affrontati su due percorsi per gli open, entrambi tracciati in parte su ghiaccio e in parte su roccia, che presentavano movimenti tipici dell’arrampicata su misto moderno e dry tooling (l’incastro a secco, cioè usare gli attrezzi da ghiaccio anche sulla roccia pura, una tecnica molto in voga negli ultimi tempi). Devo ammettere che era anche divertente poter applicare in gara le tecniche acquisite in natura su strutture di questo tipo e, infatti, già negli open era abbastanza netta la differenza tra quelli che erano abituati a questo particolare tipo di progressione e gli altri. Come sempre passavano i migliori 16 atleti che si sarebbero poi affrontati nelle semifinali.

La gara di velocità

La sera dello stesso giorno si disputava anche la simpatica gara di velocità su un percorso, di una ventina di metri, da superare il più veloce possibile. La formula della gara prevedeva solo una corsa, cronometrata dai giudici, che stabiliva poi la classifica.
Come già nelle tappe scorse, i disinibiti climber francesi, con in testa la leggenda vivente dell’alpinismo d’oltralpe, Christoph Profit, si esibivano nella gara di velocità in mutande, facendo sfoggio delle proprie nudità ma dimostrando anche di essere belli e veloci. Dunque per tutte le pulzelle che vogliono vedere Profit in mutande, consiglio il reportage fotografico della gara di Saas Fee alla pagina ufficiale del circuito della Coppa del Mondo:
www.ice-time.com.
Ovviamente c’era anche una parte più seria della gara di velocità, in cui la spuntava lo svizzero Lorenzo Lanfranchi con 12,1 secondi, davanti all’inglese Tim Emmet e ad Erik Svab, ripetendo così quasi fedelmente il podio della gara di velocità di Lanzada in Valmalenco di una settimana prima (vedere le news su queste stesse pagine). Ovviamente alla gara di velocità è seguita una festa con i fiocchi, in cui (come sempre) si è distinto il nostro Bubu con uno strip-tease mozzafiato assieme ad una delle concorrenti tedesche, che alla fine però è riuscita a sfuggirli…
Il tutto fino a notte fonda, quando poi si è andati a dormire per non essere troppo spezzati per il giorno delle semifinali e finali.

Le semifinali

Infatti, manco a dirlo, il giorno dopo il grande favorito della gara, Mauro Bole – Bubu, arrivava alla colazione con una faccia che sembrava gli fosse passato sopra un tir, molto bisognoso di caffè… Ma non c’era tempo per drammatizzare e allora ci siamo preparati e presentati puntualmente alle semifinali che si disputavano su una sola via di circa 20 metri con partenza piedi nel vuoto, poi una sezione di roccia e uscita su ghiaccio strapiombante. I migliori dimostravano ancora una volta la classe e la pompa che li contraddistingue e menzione speciale ancora una volta per il nostro Bubu che in uscita dal pezzo di roccia, dove tutti gli altri concorrenti accusavano stanchezza e acciaiamento degli avambracci, appeso ad una mano si girava verso il pubblico salutando con l’altra. Poi ovviamente usciva in catena tra gli applausi dei presenti.

La Finale
La via di finale per i migliori 8 concorrenti era ancora più complicata con una lunga sezione iniziale di roccia con agganci precari di piccozza e movimenti molto fisici; a questa seguiva un traverso in strapiombo e un lungo bloccaggio da risolvere con un yaniro (gamba sopra il braccio, movimento spettacolare ma anche molto difficile, soprattutto senza dragonne) e uscita su ghiaccio strapiombante per arrivare in catena. Lo spettacolo si faceva subito interessante con i concorrenti che rimanevano appesi a minuscole reglette con il primo dente della picca per poi ristabilirsi con trazioni monobraccio e altre cose ‘leggermente fisiche’.
Subito il fuoriclasse francese e vincitore della gara di Pitztal,
Francois Lombard, dava dimostrazione di talento e forma, risolvendo la via di finale e andando in catena, ma allo stesso tempo quelli che conoscevano bene i concorrenti si rendevano conto che forse stavolta la via di finale era un po’ troppo facile per i mostri in gara. Infatti dopo di lui anche Will Gadd arrivava in cima risolvendo il tratto chiave in maniera elegante e veloce. A questo punto Gadd era primo (in caso di ex-aequo si guarda al risultato conseguito nelle semifinali) e Lombard secondo e mancavano all’appello il nostro Bubu e Daniel Dulac, autori entrambi del top in semifinale.
Bubu si presentava tranquillo e rilassato, cosciente del fatto che su misto e dry-tooling lui è a casa come nessun altro quest’anno e risolveva infatti la via senza problemi, arrampicando con stile e facendo vedere a tutti che la classe non è acqua e che il passaggio chiave si può risolvere anche senza yaniro, basta avere la tecnica, la pompa e le Machine. Passava così in testa alla graduatoria provvisoria con grande soddisfazione di tutti i presenti che si rendevano conto che Bubu si merita un grande risultato nella gara a lui più congeniale.
Mancava ora solo Daniel Dulac, il campione francese di boulder che ha dato già nelle semifinali dimostrazione di grande preparazione e determinazione e, infatti, manco a dirlo, anche lui fa catena, vincendo così la gara.

La classifica
Dunque alla fine la classifica sentenziava: Dulac, Bubu, Gadd, 4° François Lombard, 5° Bruno Rüdisser, 6° Aljaz Anderle 7° un inedito Manu Ibarra (di solito tracciatore o giudice ma questa volta anche atleta di alto livello), Christophe Profit (sempre in forma).

In campo femminile
Semifinale e finale per (sempre poche) 10 ragazze10. La 'solita' Kim Csizmazia si dimostra ancora una volta una spanna davanti a tutte e vince precedendo la tedesca Ines Papert e l'ungherese Ildi Kiss. A margine una piccola annotazione sulla 'forza' della Kim: ha provato anche la via di finale dei maschi, se avesse gareggiato con loro sarebbe arrivata al 7° posto...

Per finire
Possiamo dire che è stata una bella competizione, ma che quattro top nella finale sono un po’ troppi e bisognerà in futuro rendersi conto che i ragazzi sono veramente delle ‘bestie’ e che per spezzarli e fare una selezione reale bisogna preparargli delle vie veramente dure e disumane, come finora è stato fatto solo sui boulder di Cortina. Un applauso anche agli organizzatori che sono riusciti a inserire la competizione in un ambiente inusuale e a far accorrere un pubblico numeroso che ha potuto osservare da vicino le evoluzioni degli atleti su terreno misto.


A due tappe alla fine della IWC
Ora non ci resta che prepararci alle ultime due trasferte (Kirov – Russia 3 - 5 marzo e Are – Svezia, 10 - 12 marzo) per vedere come va a finire questa prima Coppa del Mondo e chi sarà il migliore. Non perdete dunque le prossime gare su queste stesse pagine!

Portfolio di Roberto Fioravanti

altre competizioni
- Pitztal
- Cortina d'Ampezzo
classifica gara maschile
1 Daniel Du-Lac FRA
2 Mauro Bubu Bole ITA
3 Will Gadd CAN
4 François Lombard FRA
5 Bruno Rüdisser AUS
6 Aljaz Anderle SLO
7 Manu Ibarra FRA
8 Tim Emmet GB
classifica gara femminile
1 Kim Csizmazia CAN
2 Ines Paperta GER
3 Ildi Kiss HUN
4 Lydia Frolova RUS
5 Irina Ryzhenkova RUS
6 Alenka Jerala SLO
7 Isabel Carrier FRA
8 M. Pierre Dufrene FRA
9 Caroline Ware SWI


Il Commento di Roberto Fioravanti

Per fortuna che è brutto, che nevica e non si vede a un metro di distanza per fortuna che siamo al coperto.

Per fortuna anche se l’ambiente si adirebbe più a una scenografia da film di fantascienza che a una competizione di ghiaccio.


Dall’alto del decimo piano la spirale della rampa del parcheggio ha un suo lato ipnotico che viene smorzato solo dalla musica che strabocca dal parapetto e dall’odore di affumicati che sale dal fuoco che brucia giù in fondo.





Finalmente una competizione di ghiaccio che si svolge su un terreno che ha qualcosa di naturale, dopo le torri di ghiaccio dove la difficoltà è stare dentro una banda più stretta delle tue spalle per poter determinare la difficoltà, e dopo i boulder di Cortina dove si simulava il dry tooling su lavagne di legno, ecco una vera parete rocciosa con sopra una colata di ghiaccio, di che sbizzarrirsi per gli apritori che finalmente tracciano dei percorsi dove salendo si riesce a respirare.




Sass Fee Questa volta anche io che non ho mai fatto cascate ne tantomeno vie di misto capisco cosa significhi dry tooling.

È uno sport elitario. Se sinteticamente si può affermare che lo scopo del calcio è infilare il pallone nella porta degli avversari quello del dry tooling è chiaramente spuntare le picche raspandole sulla roccia.

Ecco quali sono i
tre requisiti di base:
primo, riuscire a fare una trentina di trazioni a fila inframmezzate da bloccaggi a tutti gli angoli,
secondo, essere intrallazzati con uno sponsor che ti regala un paio di picche al mese,
terzo, non sapere cosa sia il freddo.



Fra tutte le prove quella che riscuote maggior successo è certamente quella della velocità.

Qui a Saas Fee si correva come pazzi fino a tirare una picozzata su una pentola. Grande goliardia e picozzatori in mutande che competono.

La tenuta discinta dovrebbe essere obbligatoria per tutti con le donne in mutande che corrono sulla parete la disciplina sarebbe molto più spettacolare!





Ultime news


Expo / News


Expo / Prodotti
Scarpone alpinismo Mountain Ribelle Tech 2.0 HD
Scarpone ultraleggero, veloce per alpinismo tecnico.
Imbracatura leggera da alpinismo e scialpinismo Singing Rock Serac
Imbracatura estremamente leggera per scialpinismo, alpinismo e tour su ghiacciaio.
Ferrino Full Safe E2 - zaino da freeride e skitouring
Zaino da freeride e skitouring, equipaggiato con 2 device di sicurezza in caso di valanga: Sistema Airbag Alpride E2 e Riflettore RECCO
Soul – piccozza cascate di ghiaccio
Una piccozza per cascate di ghiaccio con l’anima.
Petzl Rocha - mochettone a ghiera
Moschettone con ghiera a vite, ultracompatto e ultraleggero con forma a pera
SCOTT Pure Tour 100 - sci da scialpinismo e freeride
Nuovissimi sci SCOTT, leggeri per lo scialpinismo e modellati per il freeride.
Vedi i prodotti