Chamonix, niente è più come prima

A Chamonix è andata in scena la Coppa del Mondo Lead e Speed, vinta rispettivamente da Ai Mori e Colin Duffy, e da Zhang Shaoqin e Sam Watson. Il report di Fabio Palma.
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Chamonix Coppa del Mondo Lead 2024
Jan Virt

Negli anni passati la gara di Chamonix era LA gara, per pubblico e contesto, e nessuno dei migliori al mondo l'avrebbe voluta mai perdere. E invece le assenze di Garnbret, Schubert, Megos, Kalucka, Miroslaw, Hunt, Anraku, Narasaky, Desak, Grossman, Rabatou, Seo, certamente fanno capire che c'è stata un'altra priorità. Prima di provare a spiegare perché, ecco i risultati.

La Speed ha visto al minimo 10.000 spettatori e lo spettacolo è stato entusiasmante. Dalle qualifiche Matteo Zurloni, col nuovo record europeo di 4"97, sembrava dovesse dare filo da torcere al primatista del mondo Samuel Watson, ma negli scontri diretti Zurloni ha sempre sbagliato fermandosi subito e lo statunitense ha trionfato con grande sicurezza. Grande prova di Gianluca Zodda, sconfitto ai quarti, mentre Ludovico Fossali sbaglia quando era in grande vantaggio negli ottavi. Nelle donne ancora una cinese che si migliora in maniera vertiginosa in un mese: questa volta é Shaoqij Zhang, che stampa una serie di tempi che non aveva mai neppure sfiorato. Come fanno le cinesi a migliorarsi in un mese dai 3 ai 5 decimi di secondo? Se lo chiedono tutti, compresa la grande esclusa di Parigi, Natalia Kalucka, finita seconda. Splendide le italiane: Beatrice Colli 6"91 in qualifica, poi vince controllando gli ottavi e nei quarti perde con l'altra grande esclusa di Parigi, la coetanea coreana Jimin Jeong. Sarà sesta alla fine davanti a Giulia Randi, che fra qualifiche e scontri abbassa tre volte il suo personale fermandosi alla mitica barriera 7”.

Nella Lead femminile decisamente noiosa la finale, con Ai Mori al suo quarto oro davanti a Jessica Pilz che per la decima volta in carriera si ferma all’argento. In qualifica Claudia Ghisolfi, Ilaria Scolaris e Federica Mabboni vengono fermate molto basse, presa 12, da un lancio normale che le preoccupa fin dalla partenza. 19 su 63 cadono lì, tre italiane e tre francesi fra di loro. Attenzione, il lancetto viene tranquillamente a Jain Kim e Aleksandra Totkova, non certo famose per questo fondamentale. Lo sbagliano anche Martina Demmel e Eva Hammelmüller, due fortissime falesiste, e quindi azzardo una spiegazione: le gare italiane non preparano a queste sezioni. Ci vuole più coraggio nelle tracciatura almeno di finale. Più aggressivi i maschi, con Stefano Ghisolfi decimo alla fine (vietato chiamarlo vecchio, visto cosa fa dopo 3 lustri Jakob Schubert e con sportivi come Novak Djokovic e James LeBron sugli scudi in sport molto più usuranti), e in semifinale ci sono arrivati anche Filip Schenk e Giorgio Tomatis, cosa mai facile visto chi rimane fuori. Non c'era Giovanni Placci, neo campione italiano Lead, peccato. In generale le altre nazioni non hanno paura a far partecipare chi è più in forma, a qualunque età e con qualunque nome.

Veniamo al perché anche una super gara come quella di Chamonix diviene schiava dell’Olimpiade. Ci provo: cosa diavolo stia succedendo in arrampicata?

Chamonix è una delle gare più belle e seguite, l'anno scorso le finali Speed e Lead sono state seguite da 8000 persone (dalla mia esperienza di concerti…) o 15000 (speaker), quest'anno 45000 presenze in più nel week end! Considerando che una Finalissima di basket o Volley italiana non raggiunge simili numeri, si capisce perché in Francia l'arrampicata abbia di nuovo superato il calcio per praticanti. Siamo pur sempre nel paese che nel 1985 proclamò Patrick Edlinger sportivo dell'anno davanti a Michel Prost e Michel Platini.

Ma negli ultimi anni anche una gara grandiosa come quella di Chamonix, con gente da 9a/b insieme a turisti ed escursionisti ad ammirare i migliori al mondo, e tutti stupiti di fronte allo spettacolo Speed, fa i conti con la presenza spettrale dell’Olimpiade, per di più in terra francese. I pochissimi qualificati per Parigi 2024 stanno attentissimi al vero obiettivo, mentre i grandiosi atleti che non ce l'hanno fatta hanno dentro una voglia di riscatto personale enorme, ma hanno ancora tantissime scorie nervose, chi non poté partecipare alle Qualifiche Olimpiche, pur fuoriclasse ma fuori dai Ranking, vede una gara del genere come la gara della vita.

Non lo è mai, in realtà, così come non lo è un tentativo in falesia. La tensione sentita e vista a Budapest qualche settimana fa, con nomi famosissimi a piangere sdraiati sul prato, semplicemente qui non esiste. É una grandissima festa, dove il livello minimo richiesto per una semifinale è 8c a vista per i maschi e 8b/8b+ per le donne e tempi stratosferici per la Speed, diventata ormai una successione di boulder alta 15 metri. Chi non approda in semifinale e poi in finale rimane deluso, certo, ma c’è la tappa di Briançon una settimana dopo, non 4 anni di attesa come nelle Olimpiadi. Manca, insomma, tutta una drammaticità che sa di Trials americani di atletica o nuoto e che sfocia tantissimo nella psicologia.

Ecco che i protagonisti che hanno deciso di partecipare sono davvero molto più fluidi, tranne Mori che fluida lo é veramente sempre. Nella Speed ci sono dieci atleti formidabili capaci di andare sotto 5”, due anni fa il record era 5”20. Nelle donne 15 sotto i 7”, nel 2021 erano due. Il livello delle gare si è drasticamente impennato nel 2023, l'anno preolimpico… Questo perché la preparazione atletica e tecnica è diventata ancora più mirata. Anche solo un mese di troppo in due anni dedicato alla falesia o allo svago é diventato, come per ogni sport olimpico, un fosso da riempire.




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