Women and chalk in Trango di Mauro Bubu Bole
Sapevo che su una parete così lontana tutto è incerto. Basta un niente per mandare in fumo tutto: le condizioni atmosferiche, l'acclimatazione, per non parlare poi delle scariche di sassi dalla parete… Ma probabilmente è una mia caratteristica tirar fuori tutto per qualcosa in cui credo…
Riuscivo ad aprire solamente un tiro duro al giorno, poi la concentrazione se ne andava. Me ne sono bruscamente accorto su un tratto facile, a metà parete: ero distratto e mi è rimasto in mano un pilastro… Sono volato strappando tutte le protezioni (eppure sembravano buone!). Quei 15 metri a testa in giù non finivano più. Perché volavo così tanto, se l'ultima protezione ce l'avevo ai piedi? Mi sono guardato l'imbragatura per vedere se ero ancora legato, e proprio in quel momento ho sentito lo strappo che mi ha fatto ritornare in posizione normale. A tenermi è stata la sosta, fortunatamente su due spit!
Solo qualche graffio! Ma lo stomaco era come una lavatrice. Risalito con i bloccanti in sosta, il mio primo pensiero è stato tutto per il tiro da finire, dovevo farlo e dovevo farlo subito: altrimenti sarei tornato a casa. Sono ripartito salendo però completamente da un’altra parte sia per non perdere l' ‘on sight’, ma anche perché, evidentemente, quella di prima non era la strada giusta. Ero scosso. Quello era il primo volo della mia vita in montagna, su roccia. E, una volta di più, mi sono reso conto che non bisogna mai mollare la concentrazione.
E concentrazione vuol dire anche decisione. Come quando, proprio nel tiro più difficile, mi sono accorto che il ‘duro’ doveva ancora arrivare. Dopo circa 25 metri la sottile fessura leggermente strapiombante si allargava a ventaglio. Non potevo proseguire con la tecnica di incastro, né tanto meno proteggermi. Già con gli occhi fuori dalla testa e l'ultimo friend ormai lontano (ne avevo pochi di quella misura) ho preso la mia decisione: dovevo andare e basta! Anche perché se mi fermavo probabilmente non sarei più riuscito a ripetere rotpunkt il tiro. Così, tenendo a pinza il bordo svaso della fessura e soffiando come un toro incazzato, con un lancio dopo l'altro dopo 5 metri sono arrivato ad un buon posto di sosta.
Women and chalk... per tutte le cose che stanno tra le donne e il magnesio. Forse non è un nome serio, professionale, o all'altezza di questa via, ma è il primo che mi è venuto in mente e l'unico che sento veramente adatto per questa singolare avventura piena d’emozioni. Ho dato veramente tutto ma dopo quest’esperienza posso dire che su una parete adatta, con motivazione e fantasia, si può fare ancora di più....
Devo un particolare ringraziamento ai miei due compagni di spedizione, Mario Cortese e Fabio Dandri. Senza di loro non sarei riuscito a realizzare questo mio sogno. Non eravamo una ‘squadra’ ma un semplice gruppo di amici, dove ognuno faceva quello che poteva. Ed è forse questo il punto forte che ha fatto sì che tutte le cose andassero per il verso giusto."
Mauro Bole
TOPO: Women and Chalk, Shipton Spire, Trango
Women and chalk (donne e magnesio).
Nuova via aperta dal 26/7 al 15/8/2001 da Mauro “Bubu” Bole sulla parete est dello Shipton Spire (5850 m), spettacolare guglia di granito nella valle del Trango, in Pakistan.
Della spedizione facevano parte – oltre a Bole - Mario Cortese, suo compagno di cordata, e Fabio Dandri, per le riprese fotografiche e video.
Versante:
Parete est dello Shipton Spire (5850 m) - Trango, Pakistan.
Altitudine:
Tra i 4500 e i 5700m.
Difficoltà:
La via. 29 tiri totali, con difficoltà quasi sempre superiori al 6c e, su alcune lunghezze di corda, tra il 7c e l’8a. Un tiro valutato 8a sopra i 5000m. (vedere schizzo)
Lunghezza: 29 tiri per 1150m e 13 giorni di arrampicata effettiva.
Tempi: Partenza dall’Italia il 15 luglio. 26 luglio 1° tiro. 10 agosto primi 500m. 15/08 fine della via. Più di 3 settimane di lavoro tra la parete ed il campo base. 13 giorni di arrampicata effettiva.
Descrizione.
Sequenza continua ed estremamente logica di fessure e diedri che scende in linea retta dalla verticale della cima dello Shipton Spire. Risale per 1150 metri il grande e suggestivo muro di granito, verticale e strapiombante, fino alla cresta finale poco sotto la vetta dove interseca Ship of Fools (via americana del ’97).
Avvicinamento.
Islamabad – Skardu - Thongul (autobus + jeep) piccola cittadina punto di partenza di tutti i trekking del Baltoro. A Thongul si inizia a camminare, due giorni sulla terra e sulla sabbia fino al frequentatissimo villaggio di Paiyu. Poi un giorno sulle morene fino al Campo Base dello Shipton, un delizioso triangolo verde che riesce a resistere alla prepotenza del vicino ghiacciaio.
Il filmato
Il filmato trailer della spedizione è prodotto dalla Barcode Films c/o Superstudio_Trieste Via Milano