Via il volo della grola sul Campanile Giac in Dolomiti di Brenta
"Mi ritrovo a leggere il racconto che avevo scritto dopo la prima salita tre anni fa, e mi viene da ridere: di rocce sanissime non c'è proprio l'ombra su questa via. Ma era stata davvero un'avventura quel giorno, indimenticabile. Tre anni non sono pochi, da allora le scalate si sono moltiplicate, altre vie nuove, il viaggio in Argentina e i corsi da aspirante guida, tante cose sono successe.
Ogni tanto mi è capitato di pensare al Campanile Giac che avevamo battezzata così in onore di Fabio Giacomelli: "chissà se qualcuno ha ripetuto la via, sarebbe bello provarla in libera". Ed ecco che quasi per caso si presenta l'occasione e dopo un accurata opera di persuasione io e Giulia ci ritroviamo all'attacco sotto il camino giallo.
Sono stato il solito presuntuoso: "massì prendo dietro quattro friends tanto cosa vuoi, allora non facevo neanche il 6c, me la ricordo dura ma saremo giù per pranzo". Mentre a metà del primo tiro mi contorco per recuperare un friend da sotto il ginocchio e metterlo un metro sopra con la corda che viene a singhiozzo realizzo che forse la cosa non sarà poi così easy: "ma su che cavolo di orrido camino ci siamo infilati quella volta?".
Praticamente aggiungo mezzo grado a ogni tiro e non penso più che la roccia sia sana con qualche tratto friabile, ma piuttosto il contrario. Scaliamo con una corda singola e il procord per recuperare lo zaino, è una buona idea e il sacco mi dà anche un' interessante prospettiva di quanto strapiombano i tiri. Con una bella dose di ingaggio e mettendoci cinque ore buone siamo in cima e firmiamo il libro scoprendo che come immaginavo siamo i primi ripetitori e Giulia è la terza persona che calca questa vetta nella storia dell'uomo. La via mi è venuta tutta in libera anche se si è rivelata parecchio più impegnativa di quanto mi ricordassi. Anche se le fessure marce e strapiombanti non sono il suo forte anche Giulia è contenta e invece di indirizzarmi un meritato calcio mi abbraccia felice. Queste montagne selvagge ci hanno regalato un' altra giornata memorabile e in barba ai fighetti delle vie ripulite con la spazzola ci siamo divertiti anche a giocare alla roulette sulle lame sonanti.
Un interessante riflessione: Il volo della Grola con i suoi 4 tiri per 160metri con difficoltà fino al VI+/A1 o VII+ su fessure strapiombanti e spesso friabili è certamente la via normale più dura delle Dolomiti di Brenta. Inoltre, se si dà per assodato che la via "Sinfonia di mulini a vento" sull'Aguglia di Goloritzè in Sardegna è la più difficile via normale d'Italia, avendola ripetuta posso assicurare che il Campanile Giac è decisamente più impegnativo. Questa isolata guglia è quindi la più difficile vetta da salire in Italia? Ai posteri l'ardua sentenza."
di Francesco Salvaterra
SCHEDA: Via il volo della grola, Campanile Giac, Dolomiti di Brenta
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