Val Ellero boulder classics
Giovanni Massari ripercorre la storia del boulder nella splendida Val Ellero in provincia di Cuneo.
1 / 10
Christian Core sale il boulder Toky 8B+ in Val Ellero
Stella Marchisio
È autunno, il torrente scorre ormai placido senza il contributo delle nevi alpine e nella valle è scesa l’ombra di un tramonto imminente; come molte altre volte sono solo e, quasi al termine della mia "Bouldering session", ripeto uno dei miei passaggi preferiti. In quei gesti sempre uguali ma sempre diversi, mi regalo quella sensazione unica di ascesi fisica e spirituale: il corpo, staccato dalla mente e come sospinto da una forza invisibile, lavora in verticale muovendosi ritmicamente su appigli ed appoggi conosciuti e, come in un mantra rituale e liberatorio, accompagna il mio io fino all’apice del masso, meta fisica e simbolica insieme. Il bouldering, lo sport più bello del mondo per noi autistici della scalata a qualunque livello, è un piacere che, sottilmente, tra vittorie fugaci e sconfitte cocenti, coniuga tutti gli aspetti dell'arrampicata in un caleidoscopio di movimenti sempre diversi, emozioni forti e scoperte sorprendenti.
Mi siedo e tolgo le scarpette, un attimo di recupero, e, mentre pulisco le prese del prossimo passaggio, la mente si ferma e ritorna indietro fino alle mie prime volte qui, in val Ellero.
Il ricordo mi porta alla scoperta dei primi blocchi nel 1981 ad opera degli alpinisti monregalesi del GAM monregalese: (Gruppo Alpinistico Marguareis) Pucci Giusta, Enzo Cordero, Amilcare Gallo ed altri che iniziarono l'esplorazione valorizzando in primis il masso del GAM (da cui il nome) ed il masso della Fontana.
Lo stimolo a questa ricerca arrivò sull'onda di quella, antecedente di pochissimi anni, dei massi erratici della Val Susa da parte del vulcanico Gian Carlo Grassi ma dopo i primi entusiasmi si arrestò rapidamente ed il testimone passò al neonato gruppo dei sassisti della Maudagna Valley che dai torrioni della palestra dei Distretti di Miroglio, sempre alla costante ricerca di nuove strutture su cui esercitarsi, si spostarono in Val Ellero a caccia di nuove sfide. Per tutti i mitici '80 Federico Bausone, Giovannino Massari, Franco Ferrero, Gian Franco Tesio e pochi altri, frequentarono la valle pulendo e liberando una gran quantità di passaggi.
Certamente era un bouldering molto diverso da quello attuale: niente crash pad, rare e evidenti partenze seduti, niente paratori, niente pulizia sistematica del blocco e soprattutto non certo un'attività a sé stante e con una propria dignità come ora ma un'arrampicata quasi di ripiego e finalizzata all'allenamento per la falesia o per la montagna, semplicemente per " lavorare un po’ di dita". Nonostante questo interesse per il bouldering prevalentemente secondario, furono esplorati molti nuovi massi come la Bestia (1981), il complesso della Casa (1982), gli Schiaffi (1983), la Vela ed altri massi minori; furono salite parecchie belle linee, spesso anche esposte, naturalmente senza pad o parator i(certamente un antico retaggio alpinistico di accettazione del rischio). Questi passaggi oggi sono oggi " i classici " della Valle Ellero come, per esempio, il trittico di "Radiologia" alla Casa, i passaggi spaccadita sul muro est della Bestia o i simpatici passaggi su piatti che caratterizzano il masso degli Schiaffi.
In termine di difficoltà si raggiunse il 7B/B+ con 18 Luglio alla Casa e con il traverso di Remedios 7B+ sempre alla Bestia dell’autunno 88. Poi, pian piano, con la ribalta della falesia e delle vie di resistenza, l’oblio su questa attività e sulla valle intera: solo pochissimi appassionati climbers frequentano i blocchi e si registra la fuga verso i neonati muri artificiali e gli "scavatoni" (forse necessari) che imperversano in quel periodo e chi è senza peccato scagli la prima pietra...
Anche in val Ellero, come peraltro in altri siti, si registra, devo dire in modo alquanto limitato e per fortuna di breve durata, questo fenomeno. La presa scavata distrugge il mistero che si cela dietro alla fatidica domanda: si passa o non si passa? e il gioco finisce... Per fortuna abbiamo capito... Figlia di questo fenomeno è la traversata della Casa, che resta un buon allenamento per la resistenza e che dopo vari rimaneggiamenti viene realizzata da Franco Ferrero e da Gian Tesio nel 1995; nonostante ciò è comunque il primo 8a del sito.
La valle è, sotto il profilo dell’arrampicata, sempre più nel dimenticatoio ma nel 1999, con un gruppo di amici e dopo il bel ripristino effettuato a seguito dei lavori del nuovo acquedotto, mi decido a ripulire i blocchi ormai quasi dimenticati, inizio a ripristinare integralmente il G.A.M. ed il Masso degli Schiaffi ormai invasi da rovi ad altezza d’uomo e ricoperti dal muschio e, con tanto di decespugliatore e motosega e l’autorizzazione del vicino comune di Roccaforte, procediamo ad un’intenso lavoro di bonifica.
Si apre una nuova era e, complice la rinata moda del bouldering, ormai divenuto elemento imprescindibile della moderna arrampicata, e l’avvento del crash – pad, molti nuovi massi vedono la luce e molte linee che sembravano senza soluzione, sia per la loro difficoltà che per la loro logistica, prendono forma nel corso di innumerevoli sessioni a provare e riprovare le indecifrabili sequenze. Nuovi e vecchi volti incarnano la rinascita del sito: Sergio Conterno e Gian Franco Tesio, spesso con notevoli opere di pulizia, disboscamento e sistemazione delle aree di caduta, rendono fruibili strutture inesplorate e contrassegnate da splendide linee come Petra, la Sirena e la Prua; l'eclettico Paolo Bertolotto riesce a decifrare, rendendoli leggibili passaggi d'antologia come "Ganja" 7C+ alla Vela o la complessa "Samsara" 8A+ alla Casa e la partenza seduti di Jazz Club 8A, aperto nella versione "stand" di 7C da Marzio Nardi, solo per citarne alcuni. Anche io e il forte e discreto Marco Torielli diamo il nostro contributo con lo splendido "On the edge" e la sua diretta al masso omonimo, il traverso di "Carnivore" alla Bestia e la scoperta e ripulitura del magnifico blocco del Gigiat, dei più defilati Uovosodo e Trilobite e della severa placca dei Castagni. Ma alcune linee di interesse assoluto restano lì e, mute e indecifrabili, attendono il primo salitore.
Per questi passaggi non resta che interpellare "il gigante" ossia l'astro assoluto Christian Core che, con la sua visione, la sua forza e la sua classe riesce ad decriptare al meglio gli ultimi "boulder problems". Senza farsi pregare Chris giunge in valle e sale il trittico Kenshiro, Raul e Toki, tutti al masso di Petra, rispettivamente 8A+ , 8B e 8B+ che per bellezza e difficoltà valgono da soli il viaggio per i top che li possono salire e stupisce con la salita flash del magnifico traverso di Paradigma 8A al Gigiat. Ma "il gigante" è vorace e divora anche gli ultimi problemi irrisolti: la Quinta essenza e la sua diretta al Cubetto, rispettivamente 8A+ e 8A, Nadesha, altro 8A alla vela e la stupenda Microcosmo alla Casa, 8A anch’essa.
Le linee di Chris sono estreme anche per il loro grado e passano anni prima che vengano ripetute, ma una nuova generazione di mutanti è già all’opera e i risultati non tardano ad arrivare: il primo 8 ad essere ripetuto, pur se con una linea leggermente diversa dall’originale, è l’8A+ della Quinta Essenza da parte di Paolo Bertolotto , cadono poi Nadesha 8A per mano dell’erculeo e tenace Luca Macario e Paradigma ad opera della giovane e fortissima Giorgia Tesio, figlia d’arte de grande Gian che tanto ha dato alla valle. Infine il dotatissimo Alessandro Penna ripete Quinta essenza diretto e Cosmo due 8A dalla linea perfetta.
Ormai è notte e non vedo quasi più né appigli né appoggi, mi godo le ultime luci del tramonto e la pace del crepuscolo, ritiro il materiale e in breve riparto verso casa. L’auto scivola lentamente nel buio della notte, mentre quella piacevole sensazione di stanchezza nelle braccia mi avvolge con le le mani ancora bianche di magnesite: ho vissuto un’altro magico momento in simbiosi con la natura...
La storia delle aperture di nuovi passaggi in val Ellero è probabilmente quasi terminata e difficilmente saranno scoperte nuove strutture, per me però l’avventura continua; qui tornerò spesso per rivivere le stesse emozioni vagando libero da un blocco all'altro per tentare (inutilmente, ma va bene anche così...) i passaggi che ancora mi resistono, per ripetere quelli che più mi ispirano illudendomi di tornare indietro ad un tempo ormai lontano e per beneficiare di quest’isola di pace estranea quanto basta al mio quotidiano. A presto torrente, bosco, pace interiore, blocchi, movimenti fluidi, piacere fisico...
A presto bouldering in Val Ellero!
di Giovanni Massari
NOTA: L’eventuale discrepanza nella difficoltà dei passaggi rispetto all’edizione della guida "ELLEROCK" è dovuta a queste principali concause:
1) Omogeneizzazione delle difficoltà dopo le numerose ripetizioni dei passaggi
2) Rottura o modificazione delle prese o degli appoggi di alcuni passaggi dovute ad usura e super frequentazione del sito
3) Abbassamento del livello del suolo dovuta a super frequentazione del sito o rimozione di pietre alla base; fattori che innalzano la difficoltà nelle partenze sia in
piedi che seduti
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- Val Ellero - La Bestia
- Val Ellero - Gli Schiaffi
- Val Ellero - Il GAM
Mi siedo e tolgo le scarpette, un attimo di recupero, e, mentre pulisco le prese del prossimo passaggio, la mente si ferma e ritorna indietro fino alle mie prime volte qui, in val Ellero.
Il ricordo mi porta alla scoperta dei primi blocchi nel 1981 ad opera degli alpinisti monregalesi del GAM monregalese: (Gruppo Alpinistico Marguareis) Pucci Giusta, Enzo Cordero, Amilcare Gallo ed altri che iniziarono l'esplorazione valorizzando in primis il masso del GAM (da cui il nome) ed il masso della Fontana.
Lo stimolo a questa ricerca arrivò sull'onda di quella, antecedente di pochissimi anni, dei massi erratici della Val Susa da parte del vulcanico Gian Carlo Grassi ma dopo i primi entusiasmi si arrestò rapidamente ed il testimone passò al neonato gruppo dei sassisti della Maudagna Valley che dai torrioni della palestra dei Distretti di Miroglio, sempre alla costante ricerca di nuove strutture su cui esercitarsi, si spostarono in Val Ellero a caccia di nuove sfide. Per tutti i mitici '80 Federico Bausone, Giovannino Massari, Franco Ferrero, Gian Franco Tesio e pochi altri, frequentarono la valle pulendo e liberando una gran quantità di passaggi.
Certamente era un bouldering molto diverso da quello attuale: niente crash pad, rare e evidenti partenze seduti, niente paratori, niente pulizia sistematica del blocco e soprattutto non certo un'attività a sé stante e con una propria dignità come ora ma un'arrampicata quasi di ripiego e finalizzata all'allenamento per la falesia o per la montagna, semplicemente per " lavorare un po’ di dita". Nonostante questo interesse per il bouldering prevalentemente secondario, furono esplorati molti nuovi massi come la Bestia (1981), il complesso della Casa (1982), gli Schiaffi (1983), la Vela ed altri massi minori; furono salite parecchie belle linee, spesso anche esposte, naturalmente senza pad o parator i(certamente un antico retaggio alpinistico di accettazione del rischio). Questi passaggi oggi sono oggi " i classici " della Valle Ellero come, per esempio, il trittico di "Radiologia" alla Casa, i passaggi spaccadita sul muro est della Bestia o i simpatici passaggi su piatti che caratterizzano il masso degli Schiaffi.
In termine di difficoltà si raggiunse il 7B/B+ con 18 Luglio alla Casa e con il traverso di Remedios 7B+ sempre alla Bestia dell’autunno 88. Poi, pian piano, con la ribalta della falesia e delle vie di resistenza, l’oblio su questa attività e sulla valle intera: solo pochissimi appassionati climbers frequentano i blocchi e si registra la fuga verso i neonati muri artificiali e gli "scavatoni" (forse necessari) che imperversano in quel periodo e chi è senza peccato scagli la prima pietra...
Anche in val Ellero, come peraltro in altri siti, si registra, devo dire in modo alquanto limitato e per fortuna di breve durata, questo fenomeno. La presa scavata distrugge il mistero che si cela dietro alla fatidica domanda: si passa o non si passa? e il gioco finisce... Per fortuna abbiamo capito... Figlia di questo fenomeno è la traversata della Casa, che resta un buon allenamento per la resistenza e che dopo vari rimaneggiamenti viene realizzata da Franco Ferrero e da Gian Tesio nel 1995; nonostante ciò è comunque il primo 8a del sito.
La valle è, sotto il profilo dell’arrampicata, sempre più nel dimenticatoio ma nel 1999, con un gruppo di amici e dopo il bel ripristino effettuato a seguito dei lavori del nuovo acquedotto, mi decido a ripulire i blocchi ormai quasi dimenticati, inizio a ripristinare integralmente il G.A.M. ed il Masso degli Schiaffi ormai invasi da rovi ad altezza d’uomo e ricoperti dal muschio e, con tanto di decespugliatore e motosega e l’autorizzazione del vicino comune di Roccaforte, procediamo ad un’intenso lavoro di bonifica.
Si apre una nuova era e, complice la rinata moda del bouldering, ormai divenuto elemento imprescindibile della moderna arrampicata, e l’avvento del crash – pad, molti nuovi massi vedono la luce e molte linee che sembravano senza soluzione, sia per la loro difficoltà che per la loro logistica, prendono forma nel corso di innumerevoli sessioni a provare e riprovare le indecifrabili sequenze. Nuovi e vecchi volti incarnano la rinascita del sito: Sergio Conterno e Gian Franco Tesio, spesso con notevoli opere di pulizia, disboscamento e sistemazione delle aree di caduta, rendono fruibili strutture inesplorate e contrassegnate da splendide linee come Petra, la Sirena e la Prua; l'eclettico Paolo Bertolotto riesce a decifrare, rendendoli leggibili passaggi d'antologia come "Ganja" 7C+ alla Vela o la complessa "Samsara" 8A+ alla Casa e la partenza seduti di Jazz Club 8A, aperto nella versione "stand" di 7C da Marzio Nardi, solo per citarne alcuni. Anche io e il forte e discreto Marco Torielli diamo il nostro contributo con lo splendido "On the edge" e la sua diretta al masso omonimo, il traverso di "Carnivore" alla Bestia e la scoperta e ripulitura del magnifico blocco del Gigiat, dei più defilati Uovosodo e Trilobite e della severa placca dei Castagni. Ma alcune linee di interesse assoluto restano lì e, mute e indecifrabili, attendono il primo salitore.
Per questi passaggi non resta che interpellare "il gigante" ossia l'astro assoluto Christian Core che, con la sua visione, la sua forza e la sua classe riesce ad decriptare al meglio gli ultimi "boulder problems". Senza farsi pregare Chris giunge in valle e sale il trittico Kenshiro, Raul e Toki, tutti al masso di Petra, rispettivamente 8A+ , 8B e 8B+ che per bellezza e difficoltà valgono da soli il viaggio per i top che li possono salire e stupisce con la salita flash del magnifico traverso di Paradigma 8A al Gigiat. Ma "il gigante" è vorace e divora anche gli ultimi problemi irrisolti: la Quinta essenza e la sua diretta al Cubetto, rispettivamente 8A+ e 8A, Nadesha, altro 8A alla vela e la stupenda Microcosmo alla Casa, 8A anch’essa.
Le linee di Chris sono estreme anche per il loro grado e passano anni prima che vengano ripetute, ma una nuova generazione di mutanti è già all’opera e i risultati non tardano ad arrivare: il primo 8 ad essere ripetuto, pur se con una linea leggermente diversa dall’originale, è l’8A+ della Quinta Essenza da parte di Paolo Bertolotto , cadono poi Nadesha 8A per mano dell’erculeo e tenace Luca Macario e Paradigma ad opera della giovane e fortissima Giorgia Tesio, figlia d’arte de grande Gian che tanto ha dato alla valle. Infine il dotatissimo Alessandro Penna ripete Quinta essenza diretto e Cosmo due 8A dalla linea perfetta.
Ormai è notte e non vedo quasi più né appigli né appoggi, mi godo le ultime luci del tramonto e la pace del crepuscolo, ritiro il materiale e in breve riparto verso casa. L’auto scivola lentamente nel buio della notte, mentre quella piacevole sensazione di stanchezza nelle braccia mi avvolge con le le mani ancora bianche di magnesite: ho vissuto un’altro magico momento in simbiosi con la natura...
La storia delle aperture di nuovi passaggi in val Ellero è probabilmente quasi terminata e difficilmente saranno scoperte nuove strutture, per me però l’avventura continua; qui tornerò spesso per rivivere le stesse emozioni vagando libero da un blocco all'altro per tentare (inutilmente, ma va bene anche così...) i passaggi che ancora mi resistono, per ripetere quelli che più mi ispirano illudendomi di tornare indietro ad un tempo ormai lontano e per beneficiare di quest’isola di pace estranea quanto basta al mio quotidiano. A presto torrente, bosco, pace interiore, blocchi, movimenti fluidi, piacere fisico...
A presto bouldering in Val Ellero!
di Giovanni Massari
NOTA: L’eventuale discrepanza nella difficoltà dei passaggi rispetto all’edizione della guida "ELLEROCK" è dovuta a queste principali concause:
1) Omogeneizzazione delle difficoltà dopo le numerose ripetizioni dei passaggi
2) Rottura o modificazione delle prese o degli appoggi di alcuni passaggi dovute ad usura e super frequentazione del sito
3) Abbassamento del livello del suolo dovuta a super frequentazione del sito o rimozione di pietre alla base; fattori che innalzano la difficoltà nelle partenze sia in
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