Up Urban Climbing Bologna, il 18 maggio riapre la torre esterna
La voglia di aprire era veramente tanta: vedere la palestra con tutte le vie nuove tracciate, i materassi puliti, neanche un’ombra di magnesio in giro e nessuno dentro ad arrampicare era come essersi vestiti eleganti per sedersi da soli sul divano a guardare la televisione. Finalmente il 6 maggio una ordinanza della regione Emilia Romagna ha consentito “l’attività sportiva all’interno di strutture e circoli sportivi, se svolta in spazi all’aperto che consentano nello svolgimento dell’attività il rispetto del distanziamento ed evitino il contatto fisico tra i singoli atleti.”
Per chi non la conosce, la nostra palestra (UP urban climbing di Bologna) è formata da una sala interna con vie di corda e zona boulder ed una torre esterna di 15 metri con circa una ventina di catene: abbiamo cominciato a pensare come fare per poter aprire la torre, garantendo la sicurezza degli arrampicatori e del nostro staff (il COVID, lo abbiamo imparato in questi mesi, è un animale subdolo, che si infiltra nei varchi lasciati aperti) perché la difesa del fatturato non vale il rischio che qualcuno si faccia del male.
Il problema più grande è stata la mancanza di regole certe per il nostro settore: le regole predisposte dalla FASI sono fatte molto bene ma riguardano l’allenamento degli atleti di interesse nazionale, più gestibili e sotto il controllo dei loro allenatori, e non la frequenza del normale appassionato che viene in palestra per rilassarsi e fare due tiri in compagnia.
Per la mia collaborazione con IFSC (International Federation of Sport Climbing) mi sono trovato coinvolto in alcuni gruppi di lavoro tra cui uno gestito da CWA (Climbing Wall Association), una associazione nordamericana di supporto all’industria dei muri di arrampicata. A questo gruppo di lavoro partecipano persone di diversa provenienza (Austria, Germania, Svizzera, Gran Bretagna, Olanda, Canada, Italia) e ci confrontiamo su come ripartire in sicurezza. Le idee sul contagio e la sua prevenzione sui muri di arrampicata non sono chiare per nessuno: la situazione sanitaria di ogni nazione influisce pesantemente sull’approccio alla sicurezza: Austria e Germania (paesi meno colpiti) apriranno le palestre in questi giorni senza obblighi particolari, Gran Bretagna e Olanda (ancora nell’occhio del ciclone) non parlano ancora di riaperture, in Italia, dopo due mesi di clausura totale, l’idea di un "liberi tutti" spaventa non poco.
In mancanza di direttive specifiche chiare abbiamo recepito le norme generali, le abbiamo integrate sulla base della nostra esperienza e alla fine ci siamo dati queste regole:
- Si può entrare solo con una temperatura inferiore a 37.5°.
- La mascherina è obbligatoria all’interno dell’area, anche quando si arrampica.
- È obbligatorio igienizzarsi le mani al momento dell’entrata e continuare a farlo durante il periodo di permanenza (l’uso del magnesio liquido in base alcoolica è consigliato come coadiuvante nella sanificazione delle mani).
- L’attività non è libera ma suddivisa in fasce orarie di 2 ore e 30 minuti a partire dalle 10 di mattina (2.15 di arrampicata effettive e gli ultimi 15 minuti per raccogliere il proprio materiale ed uscire).
- Vengono ammesse al massimo 20 persone per ogni fascia oraria.
- È necessario prenotarsi, attraverso l’apposita funzione che si trovate sul sito web, per la giornata e la fascia oraria desiderata. Per lasciare spazio al maggior numero di persone possibile, è possibile prenotarsi solamente due volte nella stessa settimana.
- Vengono noleggiati solo imbraghi e gri-gri.
- È possibile arrampicare solo con la corda personale o utilizzando gli autobelay presenti.
- Spogliatoi e docce non possono essere utilizzati, quindi è opportuno venire già vestiti da arrampicata: non è possibile stare all’interno dell’area o arrampicare scalzi e/o a torso nudo.
Chi fosse interessato a vedere l’intero protocollo lo può trovare sul nostro sito a questo link www.upurbanclimbing.it/si-torna-ad-arrampicare-in-torre