Spigolo Irena Sendler, una nuova via nell'Appennino Ligure

Nel comprensorio del Monte Penna (Appennino Ligure), Giuseppe Foscili, Anna Perka e Eugenio Pinotti hanno aperto la via dello Spigolo Irena Sendler dedicato all’infermiera polacca che salvò 2500 bambini durante la Seconda Guerra Mondiale. La piacevole via d'arrampicata sale una cima innominata, per la quale i tre hanno proposto il toponimo Cima Janusz Korczak.
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Spigolo Irena Sendler, Appennino Ligure: il caratteristico "Dente" nella terza lunghezza
archivio Eugenio Pinotti, Giuseppe Foscili
Ho conosciuto Beppe nel luglio del ’94. Con Enzo eravamo saliti al Rifugio Allievi per una settimana di arrampicata, nel periodo in cui un giovane Luca Maspes "Rampikino" iniziava ad aprire vie a fix. In quel periodo Luca era impegnato nella chiodatura della falesia sopra al rifugio e insieme a Stefano Righetti stava aprendo El Diablo al Torrone Orientale. Loro aprivano e noi ripetevamo…

Martedì sera davanti ad un birra Stefano se ne esce con un: "Questa sera arriva il Beppe, alle 22 è qui!" Così è iniziata l’attesa di tutto il rifugio per questo "grande personaggio", attesa che non è andata delusa: l’ingresso del Beppe è stato trionfale, paragonabile all’apparizione di un Cristo Verde (o di un Dio vichingo se per caso avete fede vichinga) e da quel momento è stato l’unico e vero protagonista della settimana.

Dopo aver condiviso diverse esperienze (cito per dovere di cronaca solo il Meeting su ghiaccio di Livigno) ci siamo completamente persi di vista, ognuno per la sua strada. Questo fino a qualche anno fa, quando grazie ad un giro di amicizie su facebook il Beppe è riuscito ad entrare in possesso del mio numero di cellulare e da quel momento non ce né stato più per nessuno.

Così io ho avuto la fortuna di conoscere Anna, la sua compagna, lui è riuscito ad introdurre mia moglie ai piaceri dello spritz e insieme abbiamo condiviso l’apertura di una via nel nostro Appennino, una salita che sicuramente diventerà una "Most Popular Route".

di Eugenio Pinotti

SPIGOLO IRENA SENDLER di Giuseppe Foscili

Durante una visita di qualche anno fa al ghetto di Cracovia, la mia compagna Anna (di origini polacche) mi parlò con grande entusiasmo e commozione di una eroina polacca, Irena Sendler, che contribuì a salvare circa 2.500 bambini dal ghetto di Varsavia durante la Seconda Guerra Mondiale.

Questa minuta infermiera, che faceva parte della resistenza polacca, a sprezzo del pericolo e della vita riuscì segretamente a far uscire centinaia di bambini ebrei dal ghetto facendoli poi adottare da famiglie cristiane. Conservava nascosti in barattoli i nomi dei bambini, delle famiglie d'origine e di quelle adottive, operazione che permise a fine conflitto il ricongiungimento coi propri cari di circa 2.000 bambini. Nonostante fosse stata catturata e torturata dai nazisti tanto da essere costretta per tutta la vita su una sedia a rotelle, Irena mai confessò dove celava i suoi "famosi" barattoli.

Fu fatta evadere dal carcere la notte prima di essere giustiziata, grazie alla resistenza polacca che riuscì a corrompere i suoi carcerieri, permettendole così di continuare in anonimato la sua opera a favore dei più piccoli fino alla fine del conflitto.

Irena Sendler fu proposta nel 2007 per il Premio Nobel per la Pace dal Primo Ministro Israeliano (è ricordata tra i Giusti tra le Nazioni), anno in cui il riconoscimento fu dato ad Al Gore. Una figura quindi di grande spessore umano, che volevamo in qualche modo ricordare ed omaggiare.

Con il passare del tempo si fece ricorrente l’idea di salire una nuova via da poterle dedicare e, dopo lunga ricerca, individuammo una possibile linea nel comprensorio del Monte Penna che con la sua magnifica foresta è posto al confine tra le province di Parma, Piacenza e Genova. Il Monte Penna è ricco di storia alpinistica, ed è conosciuto soprattutto per le salite invernali e le recenti vie di misto moderno. Noi cercavamo una linea che non fosse troppo difficile, alla portata di tutti e che potesse diventare "popolare"; nell’area della "Nave" (una bellissima conca che ricorda le forme della chiglia di una imbarcazione) abbiamo trovato la parete che cercavamo.

Insieme all’amico Eugenio Pinotti e sua moglie Anna Rita nel luglio 2015 ci siamo imbarcati in questa piccola "spedizione familiare" salendo lo Spigolo Irena Sendler, portando così finalmente a compimento il nostro sogno. Ma non solo.

Visto che la montagna salita non aveva ancora un nome (sulle carte è indicata genericamente come q. 1626), pensammo tutti e tre di dedicarla alla bellissima figura di Janusz Korczak, eminente medico ebreo polacco, scrittore e compositore, pedagogo e padre della psichiatria infantile, resosi protagonista di una delle più commoventi e tragiche pagine della Seconda Guerra Mondiale quando, nonostante riconosciuto e spronato dai nazisti ad abbandonare gli orfani dell'orfanotrofio ebreo che dirigeva, preferì  rimanere coerente col suo pensiero fino all'estremo sacrificio, morendo con loro nelle camere a gas del campo di sterminio di Treblinka. Per questo motivo abbiamo proposto come toponimo Cima Janusz Korczak.

Da ultimo, il nostro voleva in senso più lato essere un omaggio a tutti i medici, infermieri e personale volontario che dedicano le loro vite ad alleviare le sofferenze dei più piccoli ed indifesi, ricordando l'enorme prezzo che i bambini hanno da sempre pagato silenziosamente a causa delle guerre. Siamo convinti che in un mondo particolarmente "autoreferenziale" come quello alpinistico, questo nostro messaggio possa invece contribuire a ricordare persone uniche, le cui gesta ed amore verso il prossimo vengono spesso e troppo facilmente dimenticati.


SCHEDA: Spigolo Irena Sendler, Monte Penna, Appennino




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