Sperlonga, l'arrampicata tra memoria e bellezza di Ivo Ferrari
Ivo Ferrari e la semplice bellezza dell'arrampicata: 3 vie a Sperlonga per il piacere di ritrovare l'arrampicata, tra sole e roccia, tra ricordo (di Fabio Delisi) e realtà.
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Alberto Graie e Loretta Spaccatrossi su Ouverture San Fin.
archivio Ivo Ferrari
"Ho un sacco di Amici a Sperlonga" ci ha scritto Ivo Ferrari "lavorano e tengono in ordine le vie... cè una cassettina dove i climber sempre esigenti dovrebbero mettere il resto delle birre comprate... quei soldi li usano per comprare spit, colle e tasselli". Poi questo piccolo racconto che restituisce un'esperienza comune a molti climber. Un'esperienza "normale", fatta di roccia, di luce e cielo ma anche di memoria, bellezza e felicità. Insomma del bello dell'arrampicata.
"VIENI, LÌ DI SICURO NON TROVIAMO NESSUNO" di Ivo Ferrari
Sperlonga, Sole caldo, Mozzarella di Bufala, Tielle e ospitalità! Da Bruno e il suo “ristoro da Guido” si può tranquillamente sostare, conoscere e incontrare arrampicatori provenienti da ogni parte d’Italia, scambiarsi idee e consigli, un bellissimo e comodo luogo dove partire per arrampicare sulle rocce di Sperlonga. Autunno, Inverno e Primavera sono i periodi ideali per conoscere la Sperlonga verticale...
Mi trovo la mattina con Loretta e Alberto. Loro sono giunti da Roma, io ho dormito nel campeggio con Federica e i bambini. Il Cielo è azzurro, la calma è nell’aria, non abbiamo fretta, domani sarà un altro giorno e... si vedrà! Programma? Andare a rispolverare due vecchie linee ultimamente trascurate, due delle prime linee di più tiri aperte in zona: “Ouverture san fin” e “Sciuscià”. Create nei primissimi anni ‘80 e lasciate lì a segnare la storia e il tempo che avanza.
Il Pilastro di Ponente è il “selvaggio” della fascia rocciosa di Sperlonga, lì ci vanno in pochi, nessun monotiro, accesso un po’ meno comodo, su vie come “Ouverture”, chiodatura datata e lunga rispetto allo standard attuale. Girato l’angolo, ogni rumore scompare, le macchine che percorrono la vecchia Via Flacca spariscono alla vista, soltanto roccia, piante, profumi e mare, un piccolo angolo di tranquillità!
Alberto e Loretta mi guidano attraverso un sentiero tra rami secchi e piante bruciate; il Sole qui in estate picchia forte e l’acqua dal cielo a volte è un miraggio. Sono euforico, non conosco niente di quello che mi circonda, nomi, vie, tutto è un sentito dire; ora però è giunto il momento di iniziare il viaggio a ritroso nel tempo: Ouverture San Fin è sopra la mia testa, e da ospite che sono, lasciano a me il comando della cordata. Gli avambracci sono pronti, ma c’è l’emozione della prima volta, la lettura della roccia mi mette sempre un po’ in difficoltà e inizio a salire con calma, tastando appigli e appoggi. Piano cerco di seguire la logica che fortunatamente si fa seguire.
Alla prima fermata rimaniamo tutti e tre col naso all’insù! Una placca all’apparenza liscia è la linea da seguire. Polvere bianca sulle mani e mi lancio con più convinzione nelle braccia che nella testa, salgo e mi ritrovo come a danzare su piccoli appoggi, arrampicata anni ottanta, giochi di equilibrio, dove la forza serve solo a creare resistenza, un passo, uno spostamento e la distanza dai miei compagni aumenta sempre più! “che forti quei due” elaboro con la mente mentre esco dal difficile per salire una rampa che mi porta alla sosta. Fabio Delisi e Dario Brighenti, erano “avanti” per salire dal basso nel 1984 questa compatta placca. Ma Fabio era uno di “quelli forti”...
Mentre ritorniamo alla base ci rapisce la voglia di provare anche la vicina “Sciuscia”, opera dello stesso Fabio in compagnia di Gozzano, Forcatura e Monti; è forse la linea più logica dell’intera parete: una fessura diritta verso il cielo azzurro, che negli ultimi anni è stata addomesticata dagli spit!
Che strano, non ho conosciuto Fabio e i suoi Amici, io ero un bambino quando loro erano poco più che ragazzi, io non conoscevo questo fantastico gioco quando loro iniziavano a cambiarne le regole, ma, stranamente, toccando i “loro” appigli li sento vicini. Mi pervade un senso di rispetto per le loro opere, e mentre salgo maltrattando per bene gli avambracci lungo questa stupenda fessura lineare, mentre le mie coppie si agganciano negli spit, provo tristezza: un capolavoro sfregiato, la forza e l’arditezza umana, resa simile a molte altre! Il perché non sta a me saperlo, ma di una cosa sono sicuro: se pochi ripetono Sciuscià risistemata, pochissimi la salirebbero come l’hanno salita quei ragazzi nel 1983 .
Tornati “da Guido” trovo Dario, mio figlio, intento a mangiarsi un panino dalle dimensioni disumane. Sembra quasi che non se ne siano accorti della mia assenza, il divertimento e il mare hanno occupato la loro giornata.
E’ passato un po’ di tempo e ora sono io che guido Silvano verso il Pilastro di Ponente, nel settore dell’Eden, questa mattina è una via moderna la nostra meta “Il Pilastro di Cristiano”, creato da due Innamorati del posto, apritori e valorizzatori di gran parte delle strutture di Sperlonga, Bruno Moretti e Bruno Vitale. Questa linea è da favola: roccia fantastica, passaggi atletici, chiodatura sicura, è il “moderno” creato da gente che sa creare, il divertimento in persona!
Sicuramente tornerò ancora a scalare lungo la Grande Muraglia, perché mio figlio va matto per i panini del Bruno! Come dagli torto!
Un ringraziamento particolare va a tutti quelli che, con passione e impegno, rendono Sperlonga e le sue pareti assolate, un piccolo eden per gli arrampicatori di tutta Europa. Sperlonga è una delle più grandi falesie autofinanziate d’Italia quindi non dimentichiamoci di lasciare un piccolo contributo nella cassettina verde presente al Ristoro da Guido. GRAZIE e Buone arrampicate.
Ivo Ferrari
OUVERTURE SAN FIN - Fabio Delisi e Dario Brighenti, 1983
SCIUSCIA’ - Fabio Delisi, Angelo Monti, Marco Forcatura e Simone Gozzano, 1983
PILASTRO DI CRISTIANO (dedicata a Cristiano Delisi) - Bruno Moretti, Bruno Vitale e Paolo Bongianni, 2005
"VIENI, LÌ DI SICURO NON TROVIAMO NESSUNO" di Ivo Ferrari
Sperlonga, Sole caldo, Mozzarella di Bufala, Tielle e ospitalità! Da Bruno e il suo “ristoro da Guido” si può tranquillamente sostare, conoscere e incontrare arrampicatori provenienti da ogni parte d’Italia, scambiarsi idee e consigli, un bellissimo e comodo luogo dove partire per arrampicare sulle rocce di Sperlonga. Autunno, Inverno e Primavera sono i periodi ideali per conoscere la Sperlonga verticale...
Mi trovo la mattina con Loretta e Alberto. Loro sono giunti da Roma, io ho dormito nel campeggio con Federica e i bambini. Il Cielo è azzurro, la calma è nell’aria, non abbiamo fretta, domani sarà un altro giorno e... si vedrà! Programma? Andare a rispolverare due vecchie linee ultimamente trascurate, due delle prime linee di più tiri aperte in zona: “Ouverture san fin” e “Sciuscià”. Create nei primissimi anni ‘80 e lasciate lì a segnare la storia e il tempo che avanza.
Il Pilastro di Ponente è il “selvaggio” della fascia rocciosa di Sperlonga, lì ci vanno in pochi, nessun monotiro, accesso un po’ meno comodo, su vie come “Ouverture”, chiodatura datata e lunga rispetto allo standard attuale. Girato l’angolo, ogni rumore scompare, le macchine che percorrono la vecchia Via Flacca spariscono alla vista, soltanto roccia, piante, profumi e mare, un piccolo angolo di tranquillità!
Alberto e Loretta mi guidano attraverso un sentiero tra rami secchi e piante bruciate; il Sole qui in estate picchia forte e l’acqua dal cielo a volte è un miraggio. Sono euforico, non conosco niente di quello che mi circonda, nomi, vie, tutto è un sentito dire; ora però è giunto il momento di iniziare il viaggio a ritroso nel tempo: Ouverture San Fin è sopra la mia testa, e da ospite che sono, lasciano a me il comando della cordata. Gli avambracci sono pronti, ma c’è l’emozione della prima volta, la lettura della roccia mi mette sempre un po’ in difficoltà e inizio a salire con calma, tastando appigli e appoggi. Piano cerco di seguire la logica che fortunatamente si fa seguire.
Alla prima fermata rimaniamo tutti e tre col naso all’insù! Una placca all’apparenza liscia è la linea da seguire. Polvere bianca sulle mani e mi lancio con più convinzione nelle braccia che nella testa, salgo e mi ritrovo come a danzare su piccoli appoggi, arrampicata anni ottanta, giochi di equilibrio, dove la forza serve solo a creare resistenza, un passo, uno spostamento e la distanza dai miei compagni aumenta sempre più! “che forti quei due” elaboro con la mente mentre esco dal difficile per salire una rampa che mi porta alla sosta. Fabio Delisi e Dario Brighenti, erano “avanti” per salire dal basso nel 1984 questa compatta placca. Ma Fabio era uno di “quelli forti”...
Mentre ritorniamo alla base ci rapisce la voglia di provare anche la vicina “Sciuscia”, opera dello stesso Fabio in compagnia di Gozzano, Forcatura e Monti; è forse la linea più logica dell’intera parete: una fessura diritta verso il cielo azzurro, che negli ultimi anni è stata addomesticata dagli spit!
Che strano, non ho conosciuto Fabio e i suoi Amici, io ero un bambino quando loro erano poco più che ragazzi, io non conoscevo questo fantastico gioco quando loro iniziavano a cambiarne le regole, ma, stranamente, toccando i “loro” appigli li sento vicini. Mi pervade un senso di rispetto per le loro opere, e mentre salgo maltrattando per bene gli avambracci lungo questa stupenda fessura lineare, mentre le mie coppie si agganciano negli spit, provo tristezza: un capolavoro sfregiato, la forza e l’arditezza umana, resa simile a molte altre! Il perché non sta a me saperlo, ma di una cosa sono sicuro: se pochi ripetono Sciuscià risistemata, pochissimi la salirebbero come l’hanno salita quei ragazzi nel 1983 .
Tornati “da Guido” trovo Dario, mio figlio, intento a mangiarsi un panino dalle dimensioni disumane. Sembra quasi che non se ne siano accorti della mia assenza, il divertimento e il mare hanno occupato la loro giornata.
E’ passato un po’ di tempo e ora sono io che guido Silvano verso il Pilastro di Ponente, nel settore dell’Eden, questa mattina è una via moderna la nostra meta “Il Pilastro di Cristiano”, creato da due Innamorati del posto, apritori e valorizzatori di gran parte delle strutture di Sperlonga, Bruno Moretti e Bruno Vitale. Questa linea è da favola: roccia fantastica, passaggi atletici, chiodatura sicura, è il “moderno” creato da gente che sa creare, il divertimento in persona!
Sicuramente tornerò ancora a scalare lungo la Grande Muraglia, perché mio figlio va matto per i panini del Bruno! Come dagli torto!
Un ringraziamento particolare va a tutti quelli che, con passione e impegno, rendono Sperlonga e le sue pareti assolate, un piccolo eden per gli arrampicatori di tutta Europa. Sperlonga è una delle più grandi falesie autofinanziate d’Italia quindi non dimentichiamoci di lasciare un piccolo contributo nella cassettina verde presente al Ristoro da Guido. GRAZIE e Buone arrampicate.
Ivo Ferrari
OUVERTURE SAN FIN - Fabio Delisi e Dario Brighenti, 1983
SCIUSCIA’ - Fabio Delisi, Angelo Monti, Marco Forcatura e Simone Gozzano, 1983
PILASTRO DI CRISTIANO (dedicata a Cristiano Delisi) - Bruno Moretti, Bruno Vitale e Paolo Bongianni, 2005
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