Sean Leary è morto facendo BASE jump
SEAN LEARY di Chris McNamara
Sean Leary era il mio compagno di avventura preferito da sempre. Non solo era divertente salire El Cap con lui oppure saltare giù da un ponte, ma potevamo parlare di tutto, dal bio giardinaggio fino alla filosofia orientale. Salire El Cap era divertente, come lo era il primo BASE jump di Sean dal Potato Bridge. Ma quello che mi ricordo meglio erano le nostre lunghe conversazioni durante le discese da El Cap oppure mentre si faceva colazione prima di una lunga giornata in montagna. Entrambi convivevamo la stessa visione/filosofia: tutte queste grande avventure non erano legate alle foto e ai video che si potevano ottenere (anche se erano un bel vantaggio collaterale). Per noi contava di più trovare, e rimanere, sul sentiero sottile di una costante scoperta e crescita. A volte questo si traduceva nello salire El Cap più velocemente oppure trovare gli ultimi grandissimi BASE jump negli USA ancora da effettuare. Ma molto più spesso si trattava dei libri che leggevamo, come riuscire ad avere energia solare nella sua casa a El Portal, oppure come migliorare l'orto di casa.
Ho cominciato a conoscere Sean veramente a Capodanno del 2000. Il mondo stava per finire a causa di una programmazione errata dei computer, o almeno così pensava un sacco di gente. Eravamo nel deserto vicino a Bishop, intorno ad un grande falò. Tutti avevano preso troppe droghe; Sean ed io ancora di più. Alla fine tutti gli altri si sono addormentati, quindi siamo rimasti solo noi due a vedere la prima alba del millennio. Non mi ricordo se ci siamo detti molto - a quel punto i nostri cervelli erano praticamente cucinati. Ricordo solo il pensiero che eravamo due persone sulla stessa strada: usavamo le montagne, l'avventura (e forse un po' di acido) per attingere alle esperienze più forti e significative che riuscivamo a trovare.
Ho incontrato Sean alcune volte nei primi anni del 2000, e poi è arrivato il giorno del suo primo BASE jump dal Potato Bridge a Twin Falls con Ivo Ninov e Ammon McNeely. Non mi ricordo perché ero l'insegnante; nel mondo del BASE avevo una reputazione, meritata, di avere un po' più ambizione che abilità. Ma tutti e tre sono saltati e hanno atterrato perfettamente. Il giorno dopo hanno eseguito altri salti perfetti, mentre io li seguivo con il mio primo tentativo con una vela più piccola. Il risultato è stato una caviglia che si è slogata orribilmente e che ancora oggi ogni tanto si gonfia. Sean, Ammon e Ivo a turno mi hanno portato in braccio all'ospedale. Questa esperienza ha segnato l'inizio del mio percorso verso l'abbandono del BASE jumping.
Ho venduto a Sean una delle mie attrezzature BASE e lui ha iniziato il suo percorso per diventare il più prolifico BASE jumper con la tuta alare di sempre. Ha probabilmente trovato più uscite nuove da fare con la wingsuit nel Ovest degli USA che chiunque altro. Anche se mi ero ritirato dal Base Jumping poco dopo che Sean iniziasse, ho vissuto il tutto indirettamente attraverso di lui. Abbiamo condiviso idee su ciò che era possibile fare e che non era mai stato fatto prima. Parlavamo dei pericoli di questo sport, che sono enormi. Lui era pienamente consapevole e credo di sapere cosa gli passava per la testa - anche io avevo vissuto qualcosa di simile. Era quel delizioso momento in cui il miglioramento della proprie capacità e la progressione nel design delle tute alari hanno permesso di essere (ancora oggi) nell'epoca d'oro di questo sport, con un numero illimitato di "primi saliti" ancora da fare, in attesa di essere scoperti. Un grande volo BASE è una delle emozioni più forti del mondo. E purtroppo ha portato via troppi miei amici, incluso uno dei più grandi di sempre, Sean Leary.
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