Riserva naturale della Val di Mello: un punto di inizio
Lo scorso gennaio la Regione Lombardia ha reso definitivo l'iter per riconoscere la Val di Mello come Riserva naturale. Finisce così, occorre dire nel migliori dei modi, la lunga vicenda per tutelare quest'autentico gioiello delle Alpi e della Valtellina che ora è diventato la più grande Riserva naturale della Lombardia.
La nuova riserva naturale è suddivisa in tre aree: ‘Riserva naturale integrale', ‘Riserva naturale orientata' e ‘Riserva naturale parziale con finalità paesaggistica' che saranno gestite dal comune di Valmasino con l' Ersaf (Ente regionale per i servizi all'agricoltura e alle foreste). Va precisato che In tutta l'area, pur essendo possibile ancora la pesca, è bandita la caccia.
Inutile dire ai tanti escursionisti e climber (di tutte le nazionalità) che da sempre frequentano e amano la Valle quanto importante sia questo traguardo. Né quanto sia necessario che l'esempio di questo territorio, che è rimasto integro e ha scelto uno sviluppo turistico assolutamente sostenibile (senza impianti di risalita o quant'altro), sia seguito.
Abbiamo chiesto a Michele Comi (guida alpina e organizzatore del grande Melloblocco) e a Jacopo Merizzi (guida alpina e climber che della Val di Mello ha fatto la sua patria) il loro punto di vista ma anche la loro gioia per il raggiungimento di questo traguardo per il quale anche loro hanno lottato e lavorato a lungo. Lo facciamo sicuri che tutti gli escursionisti, i climber, gli alpinisti e quanti amano la montagna appoggino questo tipo di iniziative continuando a rispettare la natura, non solo come insostituibile grande campo di gioco delle loro passioni ma soprattutto come indispensabile valore per la vita stessa.
VAL DI MELLO – RISERVA NATURALE.
di Michele Comi
Finalmente con il nuovo anno la Val di Mello è stata dichiarata Riserva Naturale: si tratta della più grande riserva della Lombardia operosa. E’ stato un traguardo importante per la piccola Yosemite italiana che finalmente vede riconosciuta una doverosa tutela speciale, come accadde per il mitico parco americano già a partire dal 1890. Il dato ancor più positivo riguarda il percorso che ha portato all’approvazione dell’area protetta, fortemente voluto dalla Valmasino e dai suoi abitanti, non calato dall’alto come spesso accade. Quindi tutta l’area che sino a pochi anni fa era contro la modernità, simbolo di arretratezza e sottosviluppo, si rivela oggi come una grande risorsa.
A differenza di altre valli vicine, probabilmente l’assenza di interessi e poteri forti (a parte il recente assedio fatto alle acque, scongiurato in extremis) e di spietati fervori immobiliari, hanno consentito di portare a termine il faticoso iter di approvazione. La speranza è che questo territorio e la Riserva possano costituire un modello di riferimento da applicare a tante altre splendide realtà del territorio valtellinese e non rappresentino solo il “contentino” concesso a pochi sognatori, che segna il pretesto per far terra bruciata tutto intorno.
Michele Comi guida alpina - Comitato organizzatore Melloblocco
LA VALLE DEI MELAT E DEI CLIMBER
di Jacopo Merizzi
La Val di Mello è Riserva. E' una grande, straordinaria vittoria. E' una vittoria per la Val Masino, per tutti gli alpinisti, gli ambientalisti, per la Valtellina e per tutti quelli che hanno creduto la Val di Mello uno dei luoghi più affascinanti delle Alpi. Una Valle speciale, magnifica, che ha fatto innamorare tutti quelli che l'hanno percorsa, che non ha eguali nelle Alpi, una Valle, che è diventata
simbolo di una natura imponente, selvaggia, perfetta.
Il fondovalle pianeggiante con un fiume dai colori azzurri e verdi, libero di scorrere tra i prati e di lato le pareti altissime, levigate dai ghiacciai, diventate per noi arrampicatori enormi sculture naturali su cui correre tra una fessura e l'altra, tra una placca di cristalli e una vena di quarzo, una corsa verso l'alto verso una cima che spesso non è altro che una radura piena di mirtilli. Ma non si può parlare della Val di Mello senza menzionare le sue cascate, bianchissime, lunghe strisce di cristallo che segnalano le valli. I primi, eroici, frequentatori di questa selvaggia Valle sono stati i Melat. Pastori eccelsi che hanno tracciato su queste rocce arditi sentieri di pietra su cui poi facevano transitare vere e proprie cordate di bovini alla conquista degli alpeggi di alta quota.
Quando siamo arrivati a metà degli anni settanta, noi arrampicatori cittadini, gli alpeggi più alti erano stati oramai abbandonati da anni, e le antiche tracce dei pastori nascoste dalla vegetazione. Il primo sentimento che abbiamo avuto in questo luogo fantastico è stato l'idea di conquista, di fare, scoprire, segnalare, possedere questi pezzi di natura ma poi lentamente abbiamo colto un aspetto più profondo, più delicato, un senso di rispetto che si ha di fronte ad una opera sacra. Da frenetici conquistatori, al piacere di passare senza lasciare traccia, di percorrere le sue foreste, le sue rocce in punta di piedi, di coglierne il silenzio e di lasciare luoghi con lo stesso fascino incontaminato, che abbiamo avuto la fortuna di trovare.
Così la Val di Mello è cresciuta, è diventato anche simbolo di un turismo diverso, un punto di riferimento Europeo, di come può essere vissuta la montagna con un impatto ambientale bassissimo. I cretini del Val di Mello, (come ci vedevano i ben pensanti dell'epoca) alla fine hanno fatto breccia. Siamo riusciti a convincere i proprietari delle baite in Valle che una strada carrozzabile non è indispensabile e che si può fare e vivere di turismo puntando in alto, alla qualità che solo un paesaggio monumentale incontaminato come la Val di Mello può avere. Abbiamo avuto il forte appoggio dell'Amministrazione Comunale, la Comunità Montana, la Provincia ed infine anche dalla Regione. Ma non è stato difficile ottenerlo, anzi è stato quasi ovvio, è bastato mostrare la Valle.
L'unica zona che somiglia alla Val di Mello è Yosemite in California, diventata Parco Nazionale nel 1873: il primo Parco Nazionale al mondo. La Riserva è una vittoria importante, è una grande sfida verso il futuro ed è anche la certezza di lasciare alle prossime generazioni un piccolo pezzetto di paradiso qui sulla terra nel cuore della Valtellina.
Jacopo Merizzi - Guida alpina
Inutile dire ai tanti escursionisti e climber (di tutte le nazionalità) che da sempre frequentano e amano la Valle quanto importante sia questo traguardo. Né quanto sia necessario che l'esempio di questo territorio, che è rimasto integro e ha scelto uno sviluppo turistico assolutamente sostenibile (senza impianti di risalita o quant'altro), sia seguito.
Abbiamo chiesto a Michele Comi (guida alpina e organizzatore del grande Melloblocco) e a Jacopo Merizzi (guida alpina e climber che della Val di Mello ha fatto la sua patria) il loro punto di vista ma anche la loro gioia per il raggiungimento di questo traguardo per il quale anche loro hanno lottato e lavorato a lungo. Lo facciamo sicuri che tutti gli escursionisti, i climber, gli alpinisti e quanti amano la montagna appoggino questo tipo di iniziative continuando a rispettare la natura, non solo come insostituibile grande campo di gioco delle loro passioni ma soprattutto come indispensabile valore per la vita stessa.
VAL DI MELLO – RISERVA NATURALE.
di Michele Comi
Finalmente con il nuovo anno la Val di Mello è stata dichiarata Riserva Naturale: si tratta della più grande riserva della Lombardia operosa. E’ stato un traguardo importante per la piccola Yosemite italiana che finalmente vede riconosciuta una doverosa tutela speciale, come accadde per il mitico parco americano già a partire dal 1890. Il dato ancor più positivo riguarda il percorso che ha portato all’approvazione dell’area protetta, fortemente voluto dalla Valmasino e dai suoi abitanti, non calato dall’alto come spesso accade. Quindi tutta l’area che sino a pochi anni fa era contro la modernità, simbolo di arretratezza e sottosviluppo, si rivela oggi come una grande risorsa.
A differenza di altre valli vicine, probabilmente l’assenza di interessi e poteri forti (a parte il recente assedio fatto alle acque, scongiurato in extremis) e di spietati fervori immobiliari, hanno consentito di portare a termine il faticoso iter di approvazione. La speranza è che questo territorio e la Riserva possano costituire un modello di riferimento da applicare a tante altre splendide realtà del territorio valtellinese e non rappresentino solo il “contentino” concesso a pochi sognatori, che segna il pretesto per far terra bruciata tutto intorno.
Michele Comi guida alpina - Comitato organizzatore Melloblocco
LA VALLE DEI MELAT E DEI CLIMBER
di Jacopo Merizzi
La Val di Mello è Riserva. E' una grande, straordinaria vittoria. E' una vittoria per la Val Masino, per tutti gli alpinisti, gli ambientalisti, per la Valtellina e per tutti quelli che hanno creduto la Val di Mello uno dei luoghi più affascinanti delle Alpi. Una Valle speciale, magnifica, che ha fatto innamorare tutti quelli che l'hanno percorsa, che non ha eguali nelle Alpi, una Valle, che è diventata
simbolo di una natura imponente, selvaggia, perfetta.
Il fondovalle pianeggiante con un fiume dai colori azzurri e verdi, libero di scorrere tra i prati e di lato le pareti altissime, levigate dai ghiacciai, diventate per noi arrampicatori enormi sculture naturali su cui correre tra una fessura e l'altra, tra una placca di cristalli e una vena di quarzo, una corsa verso l'alto verso una cima che spesso non è altro che una radura piena di mirtilli. Ma non si può parlare della Val di Mello senza menzionare le sue cascate, bianchissime, lunghe strisce di cristallo che segnalano le valli. I primi, eroici, frequentatori di questa selvaggia Valle sono stati i Melat. Pastori eccelsi che hanno tracciato su queste rocce arditi sentieri di pietra su cui poi facevano transitare vere e proprie cordate di bovini alla conquista degli alpeggi di alta quota.
Quando siamo arrivati a metà degli anni settanta, noi arrampicatori cittadini, gli alpeggi più alti erano stati oramai abbandonati da anni, e le antiche tracce dei pastori nascoste dalla vegetazione. Il primo sentimento che abbiamo avuto in questo luogo fantastico è stato l'idea di conquista, di fare, scoprire, segnalare, possedere questi pezzi di natura ma poi lentamente abbiamo colto un aspetto più profondo, più delicato, un senso di rispetto che si ha di fronte ad una opera sacra. Da frenetici conquistatori, al piacere di passare senza lasciare traccia, di percorrere le sue foreste, le sue rocce in punta di piedi, di coglierne il silenzio e di lasciare luoghi con lo stesso fascino incontaminato, che abbiamo avuto la fortuna di trovare.
Così la Val di Mello è cresciuta, è diventato anche simbolo di un turismo diverso, un punto di riferimento Europeo, di come può essere vissuta la montagna con un impatto ambientale bassissimo. I cretini del Val di Mello, (come ci vedevano i ben pensanti dell'epoca) alla fine hanno fatto breccia. Siamo riusciti a convincere i proprietari delle baite in Valle che una strada carrozzabile non è indispensabile e che si può fare e vivere di turismo puntando in alto, alla qualità che solo un paesaggio monumentale incontaminato come la Val di Mello può avere. Abbiamo avuto il forte appoggio dell'Amministrazione Comunale, la Comunità Montana, la Provincia ed infine anche dalla Regione. Ma non è stato difficile ottenerlo, anzi è stato quasi ovvio, è bastato mostrare la Valle.
L'unica zona che somiglia alla Val di Mello è Yosemite in California, diventata Parco Nazionale nel 1873: il primo Parco Nazionale al mondo. La Riserva è una vittoria importante, è una grande sfida verso il futuro ed è anche la certezza di lasciare alle prossime generazioni un piccolo pezzetto di paradiso qui sulla terra nel cuore della Valtellina.
Jacopo Merizzi - Guida alpina
Note:
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