Nuova via in Oman per Kozjek e Miskovic
Il 20.1.2008 gli sloveni Pavle Kozjek e Dejan Miskovic hanno realizzato la prima salita di Yel-la sadik sulla parete sud est dello Jebel Misht (2090 m), Oman.
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Yel-la sadik (VII-/VI), Jabal Misht, Oman
Pavle Kozjek
Verso la fine di gennaio, Pavle Kozjek e Dejan Miskovicsi si sono recato nell' Oman per un viaggio lampo, durante il quale i due sloveni hanno completato una via nuova sul Jebel Misht. I 1000 metri di “Yel-la sadik” (Sbrigati, amico mio) è stata salita in stile tradizionale in poco meno di 10 ore ed è stata gradata un “piacevole” VII-/VI.
La via viene descritta come una linea logica su calcare perfetto, e si colloca tra due vie esistenti, Make love not war (Richter, Wünsche, T & P Kohbach,Fischer, 02/2003, F7b) e Shukran (Trenkwalder & Gargitter, 02/2006 VII).
Dopo aver individuato la linea il giorno precedente, Kozjek e Miskovic sono partiti più tardi del previsto e hanno salito i primi 100m senza corda, per poi legarsi e continuare su “roccia eccellente con prese nei posti anche più inaspettati.” Tre lunghi tiri (80m ciascuno) li ha condotti sotto i grandi tetti, dove hanno traversato verso destra per raggiungere una zona con eccellente calcare marrone.
Dalla grande cengia a circa 250m dalla cima hanno poi proseguito slegati, probabilmente seguendo l’uscita logica della via Empty Quarter (Ramsden-Eastwood, 2000). I due hanno raggiunto la cima con l’ultima luce, sono scesi sull’altro lato della montagna durante la notte e, fortunatamente per loro, si sono risparmiati parte del rientro a piedi (25km) grazie ad un passaggio in macchina.
La via viene descritta come una linea logica su calcare perfetto, e si colloca tra due vie esistenti, Make love not war (Richter, Wünsche, T & P Kohbach,Fischer, 02/2003, F7b) e Shukran (Trenkwalder & Gargitter, 02/2006 VII).
Dopo aver individuato la linea il giorno precedente, Kozjek e Miskovic sono partiti più tardi del previsto e hanno salito i primi 100m senza corda, per poi legarsi e continuare su “roccia eccellente con prese nei posti anche più inaspettati.” Tre lunghi tiri (80m ciascuno) li ha condotti sotto i grandi tetti, dove hanno traversato verso destra per raggiungere una zona con eccellente calcare marrone.
Dalla grande cengia a circa 250m dalla cima hanno poi proseguito slegati, probabilmente seguendo l’uscita logica della via Empty Quarter (Ramsden-Eastwood, 2000). I due hanno raggiunto la cima con l’ultima luce, sono scesi sull’altro lato della montagna durante la notte e, fortunatamente per loro, si sono risparmiati parte del rientro a piedi (25km) grazie ad un passaggio in macchina.
Note:
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