Mario Prinoth ripete Solo per vecchi guerrieri

Il 17 ottobre Mario Prinoth ha realizzato la prima ripetizione di "Solo per vecchi guerrieri" (200m, 8c/9a max) la via aperta e liberata da Manolo sulla parete, ben visibile da Aune, de "El Colaz" sulle Vette Feltrine.
Solo per vecchi guerrieri, Mario Prinoth

Il 17 ottobre Mario Prinoth ha realizzato la prima ripetizione di "Solo per vecchi guerrieri" la via aperta e liberata da Manolo sulla parete, ben visibile da Aune, de "El Colaz" sulle Vette Feltrine. Come si ricorderà la via supera 200 metri di fantastica roccia con un'arrampicata difficile e aleatoria. I quattro tiri di questa autentica super via erano stati proposti da Manolo con difficoltà in sequenza di 7c, 7b+, 8b seguiti poi da un'ultima lunghezza (la più difficile e soprattutto la più aleatoria) che secondo il Mago poteva essere di 8c/9a. La difficoltà obbligatoria, infine, si attesta sul 7b/c. Ora dopo questa prima ripetizione (costata vari tentativi) Mario Prinoth conferma sostanzialmente queste difficoltà, ma soprattutto conferma che si tratta di una bellissima linea che l'ha letteralmente stregato. Una via "particolare" dove nulla è scontato, ovvero una via solo per vecchi (e veri) guerrieri.


Solo per vecchi guerrieri, Mario Prinoth
Solo per vecchi guerrieri, Mario Prinoth
Solo per vecchi guerrieri, Mario Prinoth
Solo per vecchi guerrieri, Mario Prinoth
SOLO PER VECCHI GUERRIERI
di Mario Prinoth


L'estate scorsa avevo iniziato a provare una via che poi, per motivi innanzitutto di lavoro e anche di clima troppo rigido, ho dovuto accantonare. Con Riccardo (Scarian ndr) abbiamo così deciso di provare “Solo per vecchi guerrieri”, via aperta dal basso e poi liberata da Manolo.

Tra il 1990 e il 1995 mi è capitato svariate volte di volare col parapendio lanciandomi dal monte Avena, per poi da qui sorvolare tutte le Vette Feltrine, ma mai avrei pensato, un giorno, di avere la possibilità di scalarle ricavandone tanta soddisfazione.

In settembre intraprendiamo per la prima volta la salita, ma l'arrampicata severa e la nostra sensazione di scalare su una roccia “vergine”, senza alcuna traccia da seguire se non quella degli spit, non ci permettono l'ascesa integrale.

Dopo circa una decina di giorni,con la pelle nuova e le dita fresche, ci riproviamo e Riccardo, in gran forma, riesce a passare la corda nella sosta dell'ultimo tiro.

Pur dovendo percorrere ogni volta 400 Km, alzandomi presto e tornando a casa sempre più tardi, la via ci svelava ogni volta nuovi e diversi metodi, e riusciva così ogni volta a intrigarci sempre più, invogliandoci a tornare.

Dopo una preparazione specifica alle dita, cominciavo a "sentire" la via, anche se la sua caratteristica principale è l'incertezza, e i suoi passaggi aleatori ti possono tenere in sospeso fino a poco prima della sosta. Nonostante ciò, sentivo che il momento di fare un buon tentativo poteva essere vicino.

Domenica 15 ottobre osservando il meteo noto che le previsioni sono buone; fatto, questo, da non sottovalutare su questo genere di via. Questa volta Riccardo, impegnato con i corsi da aspirante guida, non può essere il mio compagno. Così martedì mattina alle cinque mi ritrovo nuovamente in macchina con Bruno (Pederiva ndr).

Alle nove sto già indossando le scarpette, comincia la scalata e, con piacere, noto che Bruno dimostra il suo entusiasmo paragonando la roccia a quella del Verdon. Risolto il tiro di 8b, pur essendo consapevole di aver davanti ancora la lunghezza più difficile, sono comunque contento in quanto questo tiro ci ha dato filo da torcere già dalla prima salita: in quella prima occasione, infatti, avevo rimediato anche un brutto volo.

Adesso è il turno dell'ultimo tiro e, mentre allaccio le scarpette, mi sento proprio un guerriero che si accinge alla battaglia. La paura di sbagliare è sempre in agguato, si annida in quei movimenti decisivi coi piedi su appoggi minuscoli che non ti acciaiano ma che possono far svanire in un attimo il tuo sogno di vincere.

Il tiro è lungo e presenta dei riposi che devi necessariamente gestire al meglio per poi affrontare, lucidamente, i passaggi successivi senza mai abbassare la soglia di concentrazione che deve restare alta per l'ultimo movimento decisivo. Passo la corda nella sosta e mi sento soddisfatto anche se sono consapevole che il "Grande guerriero" rimane chi ha intuito e liberato per primo questa bellissima linea.

E' complesso dare un grado a una via del genere; pur avendola paragonata ad altre la sua caratteristica è la particolarità: mi sento di poter dire che al di là del grado questa è semplicemente "Solo per vecchi guerrieri"...

Voglio infine ringraziare Heinz per la nuova Scarpa, Grivel e il Red Point di Arco per il loro sostegno.

Mario Prinoth


Portfolio
Solo per vecchi guerrieri: Manolo e la via
arch. news Mario Prinoth
Grivel su Expo PlanetMountain

Nelle foto: Mario Prinoth su "Solo per vecchi guerrieri" (arch. M. Prinoth).


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