Gabriele Moroni trova a Metanodotto i suoi Maestri di Vita
Trad italiano sempre di più all’avanguardia. Dopo la bella salita della settimana scorsa con Jacopo Larcher che ha salito Lapoterapia in versione trad a Osso, ecco la notizia che Gabriele Moroni ha liberato un’altra difficile via trad, Maestri di Vita a Metanodotto in Valle d’Aosta. Si tratta di una delicata prua alta circa 15m, tentata in passato da Enrico Baistrocchi e liberata da Moroni dopo quattro giorni di lavoro mentre era assicurato dal grande amico Marzio Nardi. Quindi dopo 20 anni di arrampicata sportiva, dopo un numero infinito di Coppe del Mondo e competizioni nazionali, con al suo attivo vie sportive fino al 9a+ e boulder fino al 8C, ecco che vediamo Gabriele Moroni in versione trad, con nuts, friends appesi all’imbrago e casco. Questa trasformazione non dovrebbe stupire, chi segue il climber di Norvara da vicino sa che negli ultimi mesi ha salito alcuni highball - alcuni boulder altissimi - di grande impegno, sia fisico sia psicologico, e quest’ultima via trad non può essere altro che la logica evoluzione di un fortissimo climber sempre alla ricerca dei propri limiti.
Gabri ci parli di martedì scorso?
È stata una giornata come tante altre, ero stato in Val Bavona il giorno prima, avevo salito Heritage 8b e avevo preso una bella pelata ai polpastrelli... Quindi l'idea era trovarmi con Marzio Nardi ed andare a fare qualche giro in top rope sulla “prua" a Metanodotto. Non è una falesia vera e propria, piuttosto ci sono una serie di fascette sui 10/15 metri che offrono diversi tiri chiodati da Massimo Malpezzi più di 10 anni fa. La “prua” invece è troppo pura e non è mai stata toccata dagli spit.
Baistrocchi ci aveva dato un’occhiata
Si, Enrico una decina di anni fa aveva avuto la visione di lasciarla pulita e lavorarla con l'intenzione di liberarla in versione trad. Durante i suoi tentativi era caduto da circa metà spigolo, riuscendo però a scendere due movimenti prima di cadere. Così non ha toccato terra, ma comunque ha sbattuto molto forte contro la roccia, prendendo una distorsione ad una caviglia ed incrinandosi una costola.
Adesso invece l’hai ripresa in mano tu
Ho "rispolverato" la prua circa due mesi fa e ho iniziato a provarla da solo, con una corda statica. Sono tornato altre due volte e l'ho salita diverse volte con la corda dall’alto, poi però sono stato impegnato e per un mese non ho avuto la possibilità di riprovarla, fino a l'altro giorno.
Ci parli della via allora
La prima parte è molto facile, sul 6c, e a circa 5m puoi mettere una prima protezione. Poi sali altri 3 metri fino a raggiungere una fessurina dove c'è un nut, incastrato ancora da Enrico. Lì ho messo altri due micro friends, e da quel punto inizia la parte difficile: una serie di tacche e pinzette che vanno verso sinistra e seguono un logico spigolo fino alla cima del sasso, attorno al 7B+ boulder...
Dove appunto è meglio non cadere
Dagli ultimi due movimenti duri è consigliabile non cadere perché c'è veramente il rischio di andare per terra.
Mentalmente entri, come tu stesso hai scritto, “nella zona”…
Infatti. Quest’anno, in tutte e tre le occasioni delle mie tre prime salite “pericolose”, mi sono stupito quanto riesco ad entrare in una bolla e pensare solo alla scalata.
Stai parlando di questa via trad, ma anche dei due difficili boulder highball?
Esatto. Parlo di Rigatoni e The Trojan Horse. Rigatoni è in Valle dell’Orco, l’avevo gradato 8A e penso sia ancora la mia prima salita di cui vado più fiero, e probabilmente è quella con la componente difficoltà/pericolosità più alta. The Trojan Horse invece si trova a Outrefer in Val d'Aosta ed è più basso, circa 7 metri, ma sicuramente il più aleatorio e tecnico, credo sempre sull'8A boulder comunque.
E Maestri di Vita?
Maestri di Vita non può essere considerato un boulder ma più una via di concezione “inglese”. Credo che se fosse chiodata a spit meriterebbe il grado 8a falesia.
Ma non lo è. Nel video si nota che usi il casco…
Sì perché qua, scalando su una prua, la corda ti si avvicina alle gambe e potrebbe esserci una remota possibilità che cadendo ti possa girare.
Domanda difficile Gabri: dopo 20 anni, adesso cosa cerchi nella tua arrampicata?
Cerco sempre di progredire. Ogni anno mi sento sempre in miglioramento, e soprattutto quest’ultimo anno mi sento molto più forte fisicamente. Conoscendomi molto bene so anche come reagisce il mio corpo, e adesso riesco a divertirmi e giocare con la componente mentale. Ed è un bel gioco.
Gabriele è sponsorizzato da: Wild Climb, Petzl, E9, BSide Climbing School e Rock Spot 2 Milano
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