Freerider: storie di ordinaria scalata in Valnuvola

Le guide alpine Thomas Ballerin e Walter Bellotto presentano l'arrampicata in Valnuvola partendo dall'ultima loro creazione, la via Freerider (162m, max 7 b/c), ultima nata sulla parete Sud Ovest del Monte Coppolo (Lamon, Vette Feltrine, Dolomiti). Un posto per una scalata bella, solitaria e intensa.
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Thomas Ballerin sul primo tiro di Freerider
Roberto De Pellegrin

Primavera 2013:
Sono in Valnuvola invitato da Walter a scalare sulla sua bellissima via appena aperta dal basso da lui e Felice (“Gli Irriducibili”) quando, dal sentiero, notiamo una linea che probabilmente si può salire. La linea sembra abbastanza evidente e visto che saliremo dal basso la nostra idea è quella di seguire i punti deboli della parete: placca appoggiata e lavorata, diedro e obliquo a destra, tettino e obliquo a sinistra, grande tetto e poi facile diedro appoggiato e placche compatte finali... Questo è il piano tiro per tiro! Quanto alla progressione il piano è altrettanto semplice: salire in libera, piazzare (possibilmente) lo skyhook e infine mettere lo spit!

Autunno 2013:
Saliamo ancora in Val Nuvola io e Walter per attaccare la linea che avevamo visto…..così, trapano alla mano e spit all’imbrago, inizia la nostra piccola avventura a due passi da casa! Sul primo tiro le difficoltà non si fanno attendere e dopo aver piazzato il secondo spit capiamo subito che la placca lavorata che ci aspettavamo non è proprio così lavorata. Alla fine, dopo una bella lotta per trovare i movimenti giusti riusciamo a mettere la prima sosta. Il secondo e terzo tiro filano via abbastanza velocemente viste le difficoltà più contenute, comunque nessuno dei due risulta banale! Eccoci ora sotto l’imponente tetto. Dopo breve discussione decidiamo dove salire. Se Il primo spit lo piazziamo facilmente, con il secondo le cose cambiano... Il vuoto si fa sentire ma un fantasioso skyhook piazzato di rovescio su una fessurina cieca risolve tutto e lo spit chiave è piazzato! Sopra lo strapiombo non molla ma con un po’ di fortuna troviamo tutti gli appigli e arriviamo alla base del “facile” diedro appoggiato... purtroppo subito ci accorgiamo che di appoggiato c’è ben poco e di facile ancor meno, comunque anche qui alla fine arriviamo a una cengia e piazziamo un’ottima sosta. Eccoci ora sulle placche compatte dove gli appigli sono un po' più abbondanti rispetto ai tiri sotto quindi riusciamo a salire rapidi e a finire gli ultimi due tiri senza problemi. Piazzata l’ultima sosta giù veloci in doppia e già sulla strada (dissestata) del ritorno pianifichiamo, tra uno scossone e l’altro, la libera certa e imminente e proponiamo gradi certi tiro per tiro! Naturalmente la libera non sarà né certa né imminente mentre i gradi proposti si riveleranno senza fondamento! Alla fine, per aprirla, abbiamo impiegato 9 giorni di scalata suddivisi tra autunno 2013 e autunno 2014. Ora non ci resta appunto che liberarla, naturalmente dopo averla (faticosamente) ripulita!

27 novembre 2015:
Con Walter siamo ancora una volta alla base della via, la giornata è splendida e il nostro piano è molto semplice: salire entrambi in libera e da primi i due tiri più duri e il resto alternandoci da capocordata! Come al solito il primo tiro senza riscaldamento è una bella bastonata ma Walter, drastico come sempre, lo sale subito in libera e scende subito a farmi sicura. Dopo aver sfilato con qualche dubbio la corda riesco anch’io a salirlo pulito. Walter sale di nuovo quindi parto io per il secondo tiro che, viste le difficoltà più contenute, fila via veloce così come il terzo per Walter. Siamo ora sotto il grande tetto: qui parto io e mi ritrovo quasi senza accorgermene sopra, ora l’unica cosa a cui devo pensare è quella di non sbagliare sul diedro “facile” ma infine giungo in sosta senza errori ed un urlo liberatorio mi viene spontaneo! Mi faccio calare e nuovamente sfiliamo la corda, Walter parte un po’ distratto dall’ incredibile cielo blu cobalto ma il vuoto e un mio richiamo lo costringono subito a concentrarsi e così anche lui arriva pulito fino alla sosta. Subito mi recupera e parto per il tiro successivo, più facile ma per niente banale! L’ultimo tiro tocca a Walter, tiro corto ma con spit ben distesi! Io lo raggiungo all’ultima sosta per la foto di rito e poi giù veloci, ma sempre concentrati, in doppia. Sulla strada di casa l’inevitabile lunga sosta al solito bar per festeggiare una bellissima giornata di scalata e aria pura.
Questa è la cronaca scritta a due mani da me e Walter e dedicata a un posto speciale e selvaggio.
I gradi che proponiamo sono questi: 7b; 6b, 6b+, 7b/c, 6c+, 6b e naturalmente sono da confermare, per una ripetizione basta una corda da 70 m. e una serie di rinvii. La discesa si fa in doppia sulla via.
Dimenticavamo: visto il suo andamento la via l’abbiamo chiamata “Freerider”: tre curve distese e fatte bene! Le protezioni, come del resto sulle altre vie di Valnuvola, non sono proprio ravvicinate e richiedono buon morale e una certa attenzione.
Ultima nota: dato l’ambiente remoto e selvaggio si raccomandano il massimo rispetto e una certa discrezione soprattutto durante il periodo venatorio.

Guide Alpine Thomas Ballerin (www.dolomitiguides.com) e Paolo Walter Bellotto

SCHEDA: Freerider, Monte Coppolo, Valnuvola, Vette Feltrine (Lamon)

Breve storia della scalata in Valnuvola (a cura di Paolo Walter Bellotto)
Il primo scalatore che ha messo le mani sulle pareti di Valnuvola è stato il lamonese Felice Maccagnan verso la prima metà degli anni ’80 con un tentativo dal basso a chiodi normali. La compattezza della roccia, le difficoltà elevate e la rinuncia all’uso dello spit hanno fermato questo tentativo subito dopo aver piantato il primo chiodo normale. Circa nello stesso periodo una visita di Daniele Lira conferma che i tempi non sono ancora maturi. Il silenzio è calato poi su queste pareti fino al 2011 quando Riccardo Scarian “Sky” e l’inossidabile Paolo Loss “Pol” aprono le danze e salgono dal basso la difficilissima Shakti.
Nel 2012 sempre l’irriducibile Felice Maccagnan torna e da solo e comincia a pulire una fessura che diventerà la partenza della via “Gli Irriducibili” aperta poi assieme a Walter Bellotto. E proprio durante l’apertura di questa via che Walter e Felice notano una fila di spit che finisce a un cordino risalente all’apparenza a qualche anno prima... tuttora gli autori di questo tentativo sono ignoti. Il 2013 vede in azione Walter Bellotto e Thomas Ballerin che aprono la via “Freerider”. Infine, nel 2015, arriva Manolo che, aiutato da Walter, inizia a chiodare dei tiri (come Bellissima) e alcuni sono ancora in cantiere.

Attualmente le vie lunghe salite dal basso sono 3:
Shakti Riccardo Scarian “Sky” e Paolo Loss “Pol” 2011, (vedi articolo su Planetmountain).
Gli Irriducibili Walter Bellotto e Felice Maccagnan 2012, 200 m., 7 tiri, difficoltà max. 7c, indispensabili friend sul primo tiro (7b, 7c, 7a+, 7a+, 7b, 6b, 6c), gradi da confermare.
Freerider Walter Bellotto e Thomas Ballerin 2014 180 m., 6 tiri, difficoltà max 7b/c
Tutte salite dal basso a spit con soste ad anelli per la calata in doppia e già salite in libera dagli stessi apritori.




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