Fabian Buhl, prima invernale della via Wetterbock in Austria
Poco prima della fine dell'inverno il climber tedesco Fabian Buhl ha completato la prima salita invernale, in solitaria, di Wetterbockwand, una via di 10 tiri aperta in solitaria nel 2013 da Alexander Huber e poi liberata dall'alpinista tedesco nell'autunno del 2014 con difficoltà tecniche fino all’ 8c.
Fabian Buhl è più conosciuto per le sue capacità nel boulder, fino all' 8C, ma dopo essersi fratturato entrambe le caviglie in due diversi incidenti, ha iniziato ad arrampicare con la corda, salendo in velocità vie di grande rilievo come la salita trad Prinzip Hoffnung, e le vie di più tiri Silbergeier 8b+, Nirwana 8c+ e Feuertaufe 8b+. Questa è la prima volta però che il tedesco si è avventurato in montagna in inverno. "Non avevo mai fatto nessuna via alpina, via di misto o salita con la neve prima d'ora" ci ha raccontato il 25enne - "mi sono preparato con cura per questa salita. Ero interessato a scoprire com'è una via di questo genere in inverno, da solo."
Huber e Lukas Binder lo hanno aiutato con il supporto logistico, dandogli un'aiuto a trasportare il materiale sulla parte iniziale dell’avvicinamento. Buhl ha poi continuato su per l'ultimo pendio, a rischio valanghe, da solo per ripetere la via dal 17 al 19 marzo. Ha fissato le corde ed è tornato a dormire alla base della parete alla fine di ogni giornata. Anche se non ha salito la via in libera, ha salito tutte le sezioni in libera individualmente. "Alexander era scettico che potesse essere salita in inverno, visto che le protezioni sono abbastanza distanti in estate e molte delle fessure che accettano nuts e friends sono ghiacciate in inverno, e anche questo mi ha motivato. Devo ammettere che l'unica ragione per cui ho continuato a volte era perché sapevo che, in qualche maniera, Alex c’era già riuscito in precedenza."
WINTERBOCK IN INVERNO di Fabian Buhl
Con il 21 marzo finisce tradizionalmente l'inverno, ma dal 17 al 19 marzo ho avuto fortuna e la attesa finestra di tempo è arrivata. Avevo dedicato un sacco di tempo, e sacrificato molta forza pura, per questo mio progetto invernale, qualcosa che non avevo mai fatto prima. È stata una sfida nuova, qualcosa che all'inizio sembrava piuttosto impossibile.
Quando Alexander Huber mi ha parlato della sua nuova linea al Wetterbockwand sono stato subito incantato, la via è ripida, su ottimo calcare, ha le protezioni distanti e si trova in una zona piuttosto remota. Mesi dopo ho iniziato a pensare ad una solitaria invernale. Sapevo che sarebbe stata molto difficile. Alex era scettico, ma ha offerto di aiutarmi sin dall'inizio. Insieme a lui e Lukas ho esplorato l'avvicinamento, e ho depositato del materiale vicino alla parete. Non soltanto l'arrampicata in se è difficile, ma anche l'avvicinamento di circa 4 ore, su per un ripido pendio a rischio di valanghe. La maggior parte di quest' avvicinamento è possibile con gli sci, ma gli ultimi 350 metri di dislivello sono in una goulotte molto ripida.. Un'esperienza importante era esattamente quello che volevo. Ed ero disposto a tutto per realizzare il mio sogno.
Su questo tipo di calcare, cliff ed agganci, per riposarsi o per continuare con arrampicata artificiale, sono rari. L'unica opzione quindi è l'arrampicata in libera. Come al solito sulla vie di Alex gli spit erano ben distanti, ma dopo le prime grande cadute ho iniziato a fidarmi nuovamente del mio sistema di auto-assicura, e non ci ho più fatto caso. Mentre continuavo a collezionare voli, l'unica cosa che mi preoccupava era la sosta successiva. A volte ho trascorso 40 minuti ad affrontare delle sezioni con runout, arrampicando su e giù, non conoscendo la via di salita, alla ricerca della via di minor resistenza, togliendo il ghiaccio dalle prese o pulendo la neve dalle cenge. Alla fine, la fortuna è sicuramente stata dalla mia parte e sono riuscito ad effettuare la prima ripetizione della via Wetterbockwand sulla parete nordest del Hoher Göll.
Svegliarsi ogni giorno al freddo alle 4:30 del mattino, arrampicare fino al buio è stata una esperienza nuova e mi è piaciuto vedere come il mio corpo reagiva in una situazione del genere. Ero concentrato al 100%, sempre, e mi sentivo sicuro di me, non ho mai messo in discussione nessuna decisione che ho preso e non mi sono mai sentito stanco. Solo dopo aver raggiunto la sicurezza del sentiero è scesa la mia adrenalina, e sono stato sopraffatto da una fatica pazzesca.
Mai avrei pensato che sarei dovuto andare così in profondità per raggiungere la cima di questa incredibile via in inverno! Ora sono davvero felice che sia finito tutto e di essere tornato sano e salvo!
Fabian Buhl ringrazia i suoi sponsor adidas, Petzl, La Sportiva, Climb on e Totem Cams
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