Arrampicata in Valle dell’Orco, Francesco Deiana batte Rocky Marciano
Complice un progetto editoriale dell’amico Paolo Seimandi, che raccoglierà tutte le più belle fessure della Valle dell’Orco, ho ripreso di fatto a girare per i boschi della Valle a caccia di fessure, proprio come quando avevo 20 anni e stavo scrivendo la mia prima guida della Valle dell’Orco. Eh si perché, oggi come allora, il problema non è fotografare e recensire Incastromania, la Kosterlitz o Legoland, lo "sbattimento" è relazionare tutte quelle fessure sconosciute perse nei boschi a magari a un’ora dal fondovalle!
Alla fine della prima decade del nuovo millennio i fuoriclasse inglesi Tom Randall e Pete Whittaker (che allora non erano ancora così famosi) si erano incaricati di esplorare con l’ottica della libera, spesso di alta difficoltà, tutti i più insignificanti e meno agevoli risalti della parte mediana della Valle dell’Orco. Ne erano uscite alcune perle, tra esse fessure ripetute di rado da altri (come la terribile Gloves of War, ripetuta poco tempo fa da Marzio Nardi) o addirittura mai più trovate! E si perché le indicazioni dei due inglesi erano così sommarie che anche per dei locali come noi (e altri) era veramente difficile trovarle! Per End of the Flare, ad esempio, esisteva solo una foto di Pete che mostrava la fessura con un dito e l’indicazione "a NW di Fornolosa". Eh già, aveva commentato Paolo, ma anche Leningrado è a NW di Fornolosa!
Tuttavia, forse spinto dalla motivazione del libro, Paolo ha perso due giornate a vagare nel bosco ripido ma alla fine l’ha trovata e a luglio finalmente mi ci ha portato. La prima cosa che ho notato è stato il fatto che i due inglesi avevano salito si la linea più evidente (End of the Flare) ma tralasciato tutte le altre. Come era possibile? Ad esempio una fantastica fessura a destra di End of the Flare, come anche una a sinistra, risultavano evidentemente vergini considerato il muschio e ogni genere di maceria che poi abbiamo successivamente asportato. Ma per essere sicuri ho comunque chiesto anche a Pete, che ha riconosciuto il luogo al volo, ma non si ricordava nient’altro! Forse troppe fessure salite in giro per il mondo! Era comunque evidente che i due inglesi si erano limitati ad esplorare solo le strutture e non a valorizzarle a fondo (successivamente abbiamo visitato Block Party aprendo altre 5 fessure stupende, a fianco a quella degli inglesi).
Dopo due giorni di pulizia da parte di me e Paolo è nata una specie di traccia nel bosco ripido segnata da ometti e soprattutto due bellissimi progetti che, considerato il mazzo che ci siamo fatti, abbiamo deciso di battezzare anche se la prima libera sarebbe stata probabilmente appannaggio di altri.
Dopo una prima visita a fine settembre di Matteo della Bordella, accompagnato da Paolo, e di Fred Moix (che tipo segugio alla fine aveva scovato le fessure), Matteo è ritornato il 13 ottobre in compagnia dell’amico Francesco Deiana il quale è riuscito a liberare la fessura più difficile, battezzata da Paolo Rocky Marciano, in onore del fortissimo pugile, al secondo giro. Essendo presente allo "spettacolo" posso dire che Francesco ha veramente tanto talento e siamo tutti contenti che sia stato lui a liberare questa piccola Greenspit. Come sempre il grado nelle fessure è indicativo, dipende dalla misura delle mani. Rocky Marciano è divisa in due sezioni, la prima ad incastro di mano piccola, la seconda di dita con un’uscita più stile boulder che fessura. Il tutto per una dozzina di metri strapiombantissimi.
In ogni caso per ora accontentatevi del video, se volete invece sapere come trovare queste perle nascoste della Valle dell’Orco (più di 100) corredate dalle splendide fotografie di Paolo, dovrete aspettare qualche mese e l’uscita della guida... (M.O)