Arrampicata in Finlandia - una breve storia

Tommy Vänskä, co-regista del film Kylmää kiveä, ripercorre la storia dell’arrampicata in Finlandia.
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La falesia Olhava, una delle falesie più importanti della Finlandia.
Ville Kurru

Lo ammettiamo, non siamo esperti dell’arrampicata finlandese. Ma Tommy Vänskä certamente ne sa qualcosa. Assieme a Ville Kurru, Vänskä ha recentemente diretto Kylmää kiveä, il film che ripercorre l'intera storia dell'arrampicata finlandese, dai suoi inizi nei primi anni ‘50 passando per chi ha dato il primo impulso, Matti A. Jokinen, fino alle stelle della nuova generazione come il boulderista Nalle Hukkataival. Siccome il trailer è bello ma online non si trova molto sulla storia verticale della Finlandia, abbiamo chiesto a Vänskä di qualche notizia in più.


ARRAMPICATA IN FINLANDIA - LA STORIA IN BREVE
di Tommy Vänskä

L’arrampicata in Finlandia risale ad un uomo, Matti A. Jokinen, la cui salita del Cervino nel 1954 segna l'inizio dell'arrampicata finlandese. Quando tornò a casa le piccole rocce di Taivaskallio, appena fuori di casa sua a Helsinki, sono diventate le prime falesie finlandesi.

Per lui e per il piccolo gruppo di coetanei che aveva reclutato, l’arrampicata in Finlandia è stata rigorosamente vista come allenamento per le Alpi, che naturalmente erano meta dei loro viaggi il più spesso possibile. Matti era il miglior arrampicatore della sua generazione e durante la sua carriera ha effettuato numerose prime salite nelle Dolomiti, come ad esempio la Via Finlandia a Cortina. Tuttavia è stato costretto a smettere con l’arrampicata alla fine del 1960 a causa di un infortunio alla schiena. Forse anche per questo, l’arrampicata in Finlandia ha vissuto un calo, lasciando soltanto alcuni appassionati ad arrampicare sulle poche falesie che erano state fino ad allora scoperte.

Poi, alla metà degli anni ‘70, una nuova falesia, Olhava, è stata trovata. Era decisamente migliore delle altre ed è rimasta una delle falesie più importanti della Finlandia fino ad oggi. Olhava è diventata il catalizzatore di diversi cambiamenti: in primo luogo è stato introdotto il free climbing e questo è diventato ben presto lo stile prevalente. Poi, agli inizi degli anni ‘80, anche in Finlandia l’arrampicata ha iniziato ad essere praticata come fine a se stessa, rispetto a prima che veniva considerata solo un allenamento per qualcosa d'altro. A questo punto, anche se l’arrampicata era diventata chiaramente più popolare come mai era stato prima, era comunque un'attività oscura, conosciuta da pochi e praticata da pochissimi.

Poiché in Finlandia l’arrampicata all'aperto è impossibile in inverno, vale a dire nel corso di un anno da novembre a marzo, l’arrivo della prima palestra indoor è senz’altro una pietra miliare nella storia dell’arrampicata finlandese. Nel 1989 in un centro sportivo / riparo contro le bombe sono stati praticati dei buchi nelle pareti verticali per creare, tra le altre vie, un traverso lungo 150 metri. Nella stagione successiva le prestazioni sono migliorate di un grado intero, e in cinque anni è stato raggiunto l’8a+. Il massimo, prima di questo allenamento indor, era stato il 7b. La spinta verso l’alto invece è interamente riconducibile al lavoro di un climber, Henrik Suihkonen, mentre tutte le vie nuove si trovavano nella stessa falesia, Nummi, scoperta nel 1989.

Gli anni ‘90 sono stati dominati dall’arrampicata sportiva. Sebbene il numero di nuove falesie fosse elevato rispetto ai tre decenni precedenti, e sebbene le vie in Finlandia fossero prestigiose quanto le altre all’estero (se non di più! La Finlandia ha una lunga tradizione di gradi “timidi”), il numero relativamente basso di vie ha fatto sì che gli arrampicatori si allenavano sul granito di casa con l'obiettivo principale di arrampicare poi sul calcare del sud dell’europa. Moderne strutture d’arrampicata sono state costruite e si sono anche svolte le gare, ma è stato solo con l'arrivo del nuovo millennio che si è verificato un vero rinascimento.

Quello che ha cambiato il gioco è stata la consapevolezza che le foreste finlandesi contengono bellissimi massi per chi si prende la briga di andare a cercarli. Nel giro di pochi anni il numero delle aree e dei boulder è esploso e dopo aver visitato tutte le aree di fama internazionale, i boulderisti sapevano che in termini di qualità, i boulder finlandesi sono alla pari con le altre aree più famose. Per la prima volta, un climber finlandese poteva trascorrere l'intera stagione a casa e non per ripetere le solite vie, ma per trovare e salire continuamente nuove linee!

E' in questo terreno fertile che giovani come Nalle Hukkataival sono cresciuti. Oggi l’arrampicata in Finlandia è, se non di massa, qualcosa di molto simile. Sono state aperte una serie di belle palestre indoor per il boulder e per l’arrampicata sportiva, introducendo una nuova generazione a questa pratica. E' la prima generazione per la quale l'arrampicata è facilmente disponibile. Ma anche la prima generazione che non ha imparato il mestiere dai più anziani ed esperti, e quindi in gran parte ignorano la storia dell’arrampicata di questo paese. Come questa popolarità, finora inimmaginabile, cambierà la natura dell’arrampicata finlandese resta da vedere. Viviamo tempi interessanti!





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