Voie Lesueur, prima libera per Steck e Griffith sul Petit Dru
Sulla parete nord del Petit Dru (3754m), Ueli Steck e Jonathan Griffith hanno ripetuto la Voie Lesueur (ED3, M8+, 900m) realizzando la probabile prima salita in libera con tratti di drytooling e una variante finale.
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Voie Lesueur, Ueli Steck e Jonathan Griffith sul Petit Dru
Jonathan Griffith
Un'altra salita pulita, difficile e veloce per Ueli Steck, e trattandosi di mister "The Swiss Machine" è difficile immaginarla diversamente. Questa volta Steck, assieme all'alpinista e fotografo britannico Jon Griffith, ha appena realizzato quella che con tutta probabilità è la prima salita in libera con tratti di drytooling della Voie Lesueur sulla Nord del Petit Dru nel gruppo del Monte Bianco, a cui i due hanno aggiunto anche una variante finale. Aperta dai fratelli Pierre e Henri Lesueur dal 25-27 luglio 1952. Mentre la prima invernale era stata effettuata dal 10 al 13 gennaio 1983 dal francese Thierry Renault e dall'inglese Andy Parkin. La via, che corre vicino al Couloir Nord, sale una linea di 900m che era gradata complessivamente ABO (ED3),
Steck e Griffith dopo aver bivaccato alla base della parete di prima mattina sono partiti con Griffith che ha salito da capocordata il primo blocco della via fino a sopra l'enorme cicatrice di roccia bianca che è stata raggiunta verso le 9:00. Da qui, Steck è passato al comando della cordata e ha liberato un primo tiro chiave. A questo punto Griffith ha dato il cambio incaricandosi di arrivare al secondo tiro chiave. Quindi è stata la volta di Steck che ha salito questo croux in drytoolin gradandolo M8+, senza zaino e attrezzatura da bivacco, lasciando a Griffith il compito di seguirlo con i jumar. Verso la fine della via Steck ha deviato verso sinistra, rispetto alla linea originale, seguendo alcune rampe esposte che li hanno condotto i due ad una sezione con ghiaccio sottile e, quindi, al loro bivacco sul Colle Breche. Poi, dopo una fredda notte, la mattina seguente Steck e Griffith sono scesi per il couloir Nord del Dru.
"Non avevo mai salito la via in precedenza e sui tiri finali ho seguito il mio istinto", ci ha spiegato Steck, "se volete, è stata un errore di lettura della via, ma appunto non saprei se la nostra variante è più facile o più difficile perché non ho fatto i tiri originali. Sono sempre molto cauto nel dare i gradi, è davvero molto difficile distinguere a capire fino in fondo perchè moltissimo dipende dal terreno. Su questa via bisogna sapere che la parete è veticale, a volte strapiombante, con movimenti molto delicati. Paragonarla ad altre non è facile, non ci ho pensato molto, ma d'isinto direi che se salita in libera è molto più difficile della Colton - McIntyre sulle Grandes Jorasses. L'importante però è che la via sia bella! Attualmente mi interessa molto salire e liberare altre vie dell' arco alpino. E' molto eccitante, devi saperti proteggere, fare le soste, è davvero completo. E un grande allenamento per la mia prossima spedizione in primavera!"
Da canto suo, Griffith ha così commentato l'esperienza: "Quello che mi interessava era fare qualcosa sulla parete Nord del Petit Dru in pieno inverno. E' una parete inospitale in qualsiasi periodo dell'anno, specialmente in inverno."
Per un resoconto completo della salita, e altre foto molto belle, visitate www.alpineexposures.com
Steck e Griffith dopo aver bivaccato alla base della parete di prima mattina sono partiti con Griffith che ha salito da capocordata il primo blocco della via fino a sopra l'enorme cicatrice di roccia bianca che è stata raggiunta verso le 9:00. Da qui, Steck è passato al comando della cordata e ha liberato un primo tiro chiave. A questo punto Griffith ha dato il cambio incaricandosi di arrivare al secondo tiro chiave. Quindi è stata la volta di Steck che ha salito questo croux in drytoolin gradandolo M8+, senza zaino e attrezzatura da bivacco, lasciando a Griffith il compito di seguirlo con i jumar. Verso la fine della via Steck ha deviato verso sinistra, rispetto alla linea originale, seguendo alcune rampe esposte che li hanno condotto i due ad una sezione con ghiaccio sottile e, quindi, al loro bivacco sul Colle Breche. Poi, dopo una fredda notte, la mattina seguente Steck e Griffith sono scesi per il couloir Nord del Dru.
"Non avevo mai salito la via in precedenza e sui tiri finali ho seguito il mio istinto", ci ha spiegato Steck, "se volete, è stata un errore di lettura della via, ma appunto non saprei se la nostra variante è più facile o più difficile perché non ho fatto i tiri originali. Sono sempre molto cauto nel dare i gradi, è davvero molto difficile distinguere a capire fino in fondo perchè moltissimo dipende dal terreno. Su questa via bisogna sapere che la parete è veticale, a volte strapiombante, con movimenti molto delicati. Paragonarla ad altre non è facile, non ci ho pensato molto, ma d'isinto direi che se salita in libera è molto più difficile della Colton - McIntyre sulle Grandes Jorasses. L'importante però è che la via sia bella! Attualmente mi interessa molto salire e liberare altre vie dell' arco alpino. E' molto eccitante, devi saperti proteggere, fare le soste, è davvero completo. E un grande allenamento per la mia prossima spedizione in primavera!"
Da canto suo, Griffith ha così commentato l'esperienza: "Quello che mi interessava era fare qualcosa sulla parete Nord del Petit Dru in pieno inverno. E' una parete inospitale in qualsiasi periodo dell'anno, specialmente in inverno."
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