Torvagando for Nepal: Campanile Dülfer e Guglia De Amicis in Dolomiti
Difficile esprimere a parole quel groviglio che da mesi ho dentro e che finalmente magicamente, come il sole scioglie l’ultima neve negli angoli, si è dipanato…quella volta che…non ho avuto paura…quella volta, ORA..che non ho più paura!! Per noi la IX e la X torre hanno rappresentato lo sfondamento di una barriera che per mesi mi ha bloccato la mente…finalmente poter salire in alternata senza pensieri, senza paure, senza dover dimostrare nulla…perché prima o poi succede, se ci credi prima o poi sei libera, senza freni, senza paure…
Mi sono confrontata recentemente con un professionista della montagna, uno da cui sentire le critiche fa davvero piacere perché ti fa crescere, e si parlava del fatto che stiamo scalando vie straripetute per continuare a portare l’attenzione della gente su un popolo che continua a lottare in silenzio e di cui molti sembrano essersi dimenticati. E con lui concludevo che in effetti il bello del nostro progetto è l’aspetto fluido, libero, senza schemi predefiniti, nella massima libertà di scelta e di orientamento con l’unico scopo di creare contatti e aiuti per ricostruire la scuola dei "nostri" bimbi a Jharlang. E difatti devo ammettere che rispetto alla lista di torri altisonanti e note che Gian ed io avevamo inizialmente steso con l’aiuto di Alessandro Gogna, il nostro sguardo ormai sta vagheggiando su torri ben differenti, meno note, molto estetiche, più corte e magari meno appetibili, ma non per questo meno prive di fascino, localizzate in ambiente selvaggio oppure talmente belle da vedere che ti tolgono il fiato e spesso le guardiamo, ci guardiamo, sorridiamo e torniamo a guardarle!
Eccoci quindi il 14 agosto a guardarci, a guardare la seggiovia ancora chiusa e a dirci "…non si può perdere tempo così..saliamo a piedi?" e allora senza tanto parlare per decidere, eccoci a fare le 2 ore abbondanti che ci hanno portati al Rifugio Città di Carpi e poi sui ghiaioni che conducono alla partenza della via. Attorno pinete, prati, mandrie di mucche e di cavalli bellissimi che hanno fatto da cornice alla nostra salita e i cui campanacci hanno fatto da colonna sonora per tutta la giornata. Senso di quiete e pace.
Siamo arrivati sotto la torre con un po' di timore reverenziale perché guardando in su la vedevi incombere su di noi in tutta la sua maestosità. Bella salita, tra "gialli" dall’aspetto inconsistente, alla ricerca di roccia solida e della via più logica, tra tiri sprotetti da attrezzare e soste aleatorie su friend e clessidre. Tiro dopo tiro siamo arrivati in cima, mentre attorno iniziavano ad addensarsi nubi scure. Due foto e due sorrisoni grandi come il mondo hanno fatto da cornice a questa bella salita. E poi giù…perché le grandi vie vanno conquistate fino alla fine. Sette doppie spesso nel vuoto, tra sfasciumi e gragnola di sassi nei canali ci han depositati alla base mentre le prime gocce di pioggia iniziavano a cadere. Via di corsa nel tentativo di schivare il temporalone che già si addensava attorno al Cristallo. Al rifugio Città di Carpi ci siamo fermati per aspettare che spiovesse, ma poi abbiamo deciso di scendere veloci, valutando (giustamente!) che probabilmente non avrebbe mai smesso di piovere! Ormai è l’imbrunire quando arriviamo alla macchina..ci chiudiamo dentro mentre fuori si scatena il temporale. Cena frugale e una buona birra seduti sul pianale della macchina con nelle gambe e nelle braccia ancora la stanchezza della via. Un tempo il mio professore di Medicina diceva che la stanchezza da attività sportiva è bella perché ti ricorda che sei vivo, che hai fatto qualcosa di bello. Beh..aveva proprio ragione! Crolliamo nei sacchi a pelo felici di un piccolo traguardo raggiunto: davvero non ho più paura?
Piove fino alle 5:30. Chiusi nella macchina sentiamo la pioggia battere sulla lamiera e i tuoni rombare nel cielo. Alle 6 la sveglia impietosa ci richiama all’ordine..mi rinchiudo nel sacco a pelo pensando a una bella mattina di pigre dormite, mentre Gian spalanca il portellone dicendo "Non c’è una nuvola!!!!"…
E allora via…si riparte. Una moka fumante che sparge il profumo attorno, due biscotti, una tazza calda tra le mani mentre rincorri i riccioli di fumo che salgono verso l’alto possono fare casa e farti tornare immediatamente la voglia di salire ancora? Beh..di sicuro dopo poco siamo sul sentiero silenzioso che sale oltre la Baita Misurina, in mezzo ai mughi, sempre più su verso la "nostra" torre. La vediamo sempre più vicina e ancora una volta mi stupisce la perfezione delle forme, la grandiosità della posizione, l’armonia con tutto ciò che ci circonda. Restiamo a bocca aperta quando, sbucando dai mughi, ce la troviamo davanti..il silenzio, perfetto artista delle nostre salite, pittore dei nostri paesaggi più belli..
Il Silenzio, il Rumore del Silenzio.. da anni cercavo qualcuno simile a me che lo apprezzasse..scaliamo in silenzio Gian ed io, neanche i comandi ci diciamo..sentiamo i movimenti della corda, abbiamo segnali che ci fanno capire, non si parla, ci piace lasciare che ciò che ci circonda faccia la colonna sonora delle nostre salite..per anni ho cercato sugli 8000 il Rumore del Silenzio e adesso riesco ad apprezzarlo anche qui (non sempre..ovvio)..poche parole anche in cima, piuttosto un abbraccio, uno sguardo. A volte ognuno di noi guarda in una direzione diversa, ma i pensieri sono gli stessi, in armonia con la Natura. Bello..l’essenza di ciò che facciamo!
Attacchiamo la breve torre..ripida, esposta, friabile, ma molto bella. Alla partenza dell’ultimo tiro troviamo un anello di calata di dimensioni considerevoli con su inciso "CAI lecco". Ci ridiamo sopra ma il pensiero è ovviamente per come abbia fatto a finire lì e quindi quanti anni abbia.
Saliamo anche questa volta in alternata con Gian che insiste perché provi io il tiro "chiave". Per la prima volta non ci penso troppo, so che se lui si fida, posso almeno provarci (sui muri della palestra dove mi alleno hanno scritto, per spronare gente come me, questa frase di Michael Jordan: "Posso accettare di fallire, ma non posso accettare di non tentare"), posso almeno fare un tentativo..beh..non sarò atletica, né leggiadra come una libellula, ma..supero lo strapiombo lo stesso! Pochi tiri ci depositano sulla cima, su un sasso che pare appoggiato là da un gigante per farne un enorme ometto di sassi in cima. E nonostante il male incredibile dopo l’infortunio, arrivo in cima con le lacrime..e recupero Gian che sbuca col sorriso più bello del mondo…
Silenzio..meraviglioso silenzio! decima torre..ORA non ho più paura (forse!)…
E la birra fatta da Gian qualche anno fa, dal fantastico profumo di miele e dalla forte gradazione fa da brindisi a questo nostro piccolo grande traguardo. A te Gian che per mesi hai sopportato i miei pianti e la mia frustrazione ogni volta che ho dovuto cederti il passo, e a me che finalmente ho sbloccato la testa (lo spero) e ora posso davvero essere di aiuto!
E a voi, bimbi di Jharlang, nella speranza che questo nostro girovagare, o "torvagare" spinga più gente possibile a darci una mano per voi!
Namaste Nepal!
Annalisa Fioretti
Per aiutare l'iniziativa in aiuto del Nepal di Il Nodo Infinito ONLUS e Annalisa Fioretti questo è l'IBAN: IT09K0845332760000000190806
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