Al Torrione Quattordio di Valmadrera (Lombardia) la nuova via Osa di più
Era il 1° di aprile quando con Alessandro Beretta mi sono portato all'inizio della cresta per iniziare a tracciare a ritroso una linea logica. Obiettivo: raggiungere la Torre all'uscita dal suo muro. Il buon Ale, cliente ed amico, mi segue sempre in queste idee che alle volte sembrano malsane, ma poi lasciano quel carico di avventura che anche lui desidera. Il terreno era avventuroso: scovavamo i passaggi, li rendevamo per quanto possibile sicuri, e via via procedevamo lungo la cresta. Alla fine di quel primo giorno di tentativi, mi sono reso conto che l'apertura di quelle linea non sarebbe stata una toccata e fuga.
Passato qualche giorno siamo tornati a Valmadrera, questa volta con Simone Alimonta. L'obiettivo questa volta era partire dal basso ed iniziare a chiodare i tiri. Il primo era uno zoccolo e come tale richiedeva il suo tempo per essere pulito. Ciò nonostante a metà mattina eravamo già pronti per attaccare il muro giallo ben visibile dalla valle.
Era davvero super, ma era chiaro la mia idea di creare una via per tutti stava sfumando già dai primi passi. A fine giornata ho chiuso il secondo tiro. Cotti da una giornata fredda ed intensa siamo scesi a valle soddisfatti, rimandando la chiusura del progetto al prossimo tentativo.
La difficoltà in questa linea è la pulizia della roccia, ma soprattutto la voglia di rispettare i passaggi storici delle vie esistenti creando una linea a goccia senza stravolgere la storia, ma donando una nuova gioventù alla Torre.
La Torre Quattordio infatti è stata solcata per le sue linee più agevoli già nel 1964 dalla via di Giorgio Tessari, Antonio Rusconi e Angelo Canali, che salendo il canale alla base a sinistra, segue poi la spaccatura per tutta la sua lunghezza fino in cima alla Torre con un percorso serpeggiante. A seguire è nata la via di Domenico Chindamo e Marco Valsecchi, sempre a sinistra, che risale un diedro evidente. Infine, nel 2004 Franco Tessari e Carlo Caccia hanno aperto una via completamente a destra.
La Torre nella sua parte centrale verticale e in leggero strapiombo è vergine ed è proprio lì che voglio passare, senza sfruttare fessure che sicuramente hanno già visto i passaggi delle altre vie e presentano ancora qualche vecchio chiodo martellato.
L'approccio lo reputo corretto e rispettoso, ma necessita maggiore attenzione, e di conseguenza le uscite successive mi hanno portato a provare i passaggi prima a destra poi a sinistra, in compagnia o da solo.
Sono seguite poi le due giornate decisive. Con Gabriele Midali ho deciso di continuare la cresta al punto dove ero arrivato, per disgaggiare tutto quello che avrebbe potuto creare problemi in apertura. La sera, soddisfatti e contenti, eravamo nuovamente alla base. Con una chiarezza: la cresta era fattibile. Non banale, ma possibile.
A quel punto rimaneva il terzo tiro sulla Torre, quello finale per completare la via. Altro giro, altra corsa e questa volta ero con l'amico Armando il Caimano. Era il 22 di maggio, e io volevo finire. Abbiamo subito risalito i 2 tiri e siamo rimasti in sosta. Sno poi partito deciso. La roccia non regalava nulla, ma volevo a tutti i costi chiudere i conti e dopo un paio d'ore eravamo tutti e due in cima. Che soddisfazione! A quel punto non ci restava che percorrere la cresta, chiodare ciò che mancava e scendere a valle a goderci la meritata birra.
Anche questa volta è stata una bella avventura, vissuta con clienti e amici che assecondano sempre le mie pazze o strampalate idee. Ma d'altronde, sono fatto così.
di Cristian Candiotto
Candiotto ringrazia SCARPA, Ortovox, Salice Occhiali, Fischer ski, ATK, Rock Experience
Link: www.guidaalpinacinghio.it
SCHEDA: Osa di più, Torrione Quattordio (Lombardia)