Spigolo Anja, nuova via sui Lastoni di Formin in Dolomiti
Provo un grande senso di ammirazione per Ferruccio, guida alpina, alpinista con un grande curriculum (centinaia di vie nuove in Dolomiti, grandi invernali e spedizioni extraeuropee) ora anche talentuoso scultore, ma soprattutto persona umile e schiva, non per questo meno simpatico e intelligente nel divulgare le sue avventure alpinistiche.
L’occasione per arrampicare insieme viene durante una serata al soccorso alpino, quando "Ferro" mi invita ad aiutarlo nell'apertura di una nuova via sui Lastoi de Formin, un gruppo dolomitico posto in Comune di San Vito di Cadore ma afferente alla conca ampezzana trovandosi nella zona tra il Pelmo e Passo Giau. Mi parla di una cima, subito dopo la Punta dei Lastoi, solcata dalla base alla vetta da una fessura: una linea classica che spera non sia stata salita da nessuno. Altre volte gli è capitato di provare una salita nuova, ma di scoprire salendo che qualcuno aveva già percorso la via. In quella zona infatti dopo l'apertura delle varie linee classiche gli alpinisti, soprattutto Mario Dibona, si sono concentrati sull'apertura di itinerari sulle placche con l’uso di spit che sono diventati molto famosi (Love my dogs solo per fare un nome).
Accetto di buon grado l’invito di Ferro sono sicuro che nonostante siano 24 anni che scalo avrò ancora da imparare qualcosa vedendolo in azione. Fissiamo la salita per mercoledì 31 luglio, con ritrovo alle sette a casa sua a Pieve di Cadore. Io porto le mezze corde, martello, chiodi e il materiale personale, lui metterà il resto (friends, nuts). La mattina scendo da Pozzale prendo Ferro e via direzione Passo Giau. Un caffè al Rifugio, un’oretta di cammino e siamo alla base della parete. La giornata è splendida come tante in questa bella estate del 2013.
Ci guardiamo un attimo: "chi parte?". Penso per un minuto di iniziare io per poi cedergli il passo sopra, dove sembra più duro, ma alla fine lo lascio partire, anche perché Ferro si è già messo addosso il materiale mentre io riflettevo sul da farsi. Il primo tiro fila via liscio su roccia grigia, prima per fessura e poi placche fino alla sosta su una piccola cengia dove intercettiamo la fessura che solca l’intera parete. Raggiungo il mio compagno e penso che sì, questo tiro potevo farlo anch’io ma ormai è tardi e comunque poco conta. Guardiamo su e il secondo tiro è più impegnativo e ora non c'è nessun dubbio, parte Ferro. Lo guardo salire sempre calmo, solo dei rarissimi "occhio" per tenere alta l’attenzione: protegge bene e velocemente beccando sempre il friend più appropriato al primo colpo; scala proprio bene, con grandi spaccate e posizioni rannicchiate. Altra sosta per Ferro: scalando bene, nonostante lo zaino, lo raggiungo, percorrendo un bel tiro che passa a destra di un tetto e continua in fessura. Ferruccio riparte, sempre con la direttrice della fessura, che in partenza richiede dei movimenti eleganti per salire. Il tempo passa velocemente, come sempre quando si scala; su questo tiro però sento, stranamente, Ferruccio che impreca perché fatica a piantare i chiodi di sosta. Riparto e raggiungo l’amico dopo un altro bel tiro con una uscita delicata. Ancora un tiro corto e dovremmo essere all’ultimo. Qui la geologia delle Dolomiti ci ha riservato un passaggio duretto, uno strapiombo. Ferro parte, protegge bene come sempre, lotta con lo strapiombo e i friends e poi esce per una bel diedro che verso destra conduce alla cima. Scalo anche questo tiro e il passaggio è effettivamente un po’ impegnativo, poi percorro il bel diedro ed esco in vetta. Grande soddisfazione per la via nuova, stringo la mano al mio forte compagno e gli faccio i complimenti.
Gli chiedo dell’ultimo passaggio della via e se ha fatto fatica, mi risponde "sì un po’ faticoso perché mi dispiaceva fare resting proprio alla fine". Prima di oggi, pensavo stupidamente che solo 200m di via non fossero interessanti. Ma fatta così in stile puro ed etico le cose cambiano e io sono contento di avere cambiato idea. Scendendo gli faccio una domanda alla quale spero mi risponda "no!" avendo aperto tante vie: "hai in mente un nome da dare alla via di oggi?" La risposta è quella che desideravo e rivela ancora una volta lo spessore della persona. Gli propongo di dedicare la via alla mia amata moglie Anna. Ferruccio accoglie la proposta e nasce così un nome un po’ classico ma adatto al tipo di via che abbiamo aperto: Spigolo Anja.
Grazie ancora Ferro per la splendida giornata assieme e per tutte le qualità che mi hai trasmesso. Nella vita non si finisce mai di imparare.
Maurizio Bergamo, Gruppo Ragni Pieve di Cadore CNSAS Centro Cadore il 31/07/2013
SCHEDA: Spigolo Anja, Lastoni di Formin, Dolomiti
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