Sognando Joe Tasker e Peter Boardman
"Joe, non è poi tanto diverso, hanno materiale differente, leggero, pratico ma le Montagne non sono cambiate, tranquille quando le cerchi tranquille, difficili quando vuoi che lo siano. Certo poi, gli "imprevisti" c’erano, ci sono e ci saranno sempre"
" ... Ma non ti sembra che corrano troppo velocemente, osservali bene, tutti fanno e tutti raccontano quello che fanno. Ai nostri tempi, pochi facevano e ancor meno raccontavano"
"Joe, tu sei un fissato, lo sei sempre stato, sono cambiati i tempi, ora funziona così, ma a pensarci bene, ti ricordi, al ritorno dalla Ovest, da quella avventura fantastica che ci aveva spremuti per bene, anche noi eravamo fieri di raccontare, di parlare, di scrivere di quei giorni meravigliosi, ricchi di fatiche, paure e sensazioni..."
"Mah, sarà! Ma, sembra tutto molto più strano. Vedo campioni mischiati con "falsi" campioni, vedo teste che seguono regole non scritte e gente che le infrange a suo piacimento. Io penso che ai nostri tempi... insomma, eravamo diversi!"
"Joe, sei proprio una testa dura, ma ti ho sempre voluto bene perché eri così (laggiù) e nemmeno quassù sei cambiato. Piuttosto, dimmi, cosa ne pensi se chiedessimo un permesso per ritornare tra loro, magari potremmo terminare quello che abbiamo interrotto!"
"Quella Cresta era infinità, noi due da soli, quel giorno me lo ricordo ancora, vento, freddo e quella stanchezza che ti entra dentro e ti spegne piano, piano. Sai, non so se ne vale la pena, noi eravamo tra i migliori, e ora i migliori abitano quasi tutti qui! Ecco, vedi, che gira e rigira sta uscendo quello che stavo pensando guardando giù in basso, quella sensazione che tutti facciano e pochi siano..."
"Uffa Joe! Sei quasi paranoico, ma cosa può interessarti, lascia che chiunque faccia e si diverta come vuole. Io credo poi che alla resa dei conti il "finto" scritto sulle Montagne scompaia come una penna cancellabile su un foglio di carta, è sempre stato così. Ora loro sono sicuramente più soggetti al "caos" e alla facilità di crearlo, ma credimi, tutto passa da un esaminatore, e quel che esce, non viene scartato"
"Hai ragione Pete, queste s.... mentali sono solo il frutto che... sì, chiediamo un permesso e ritorniamo sulla lunga Cresta, voglio sentire il gelo, il canto del vento e capire dove abbiamo sbagliato e se abbiamo sbagliato! Dici che ci lascerà?"
"Io sono sempre stato bravo, in tutti questi anni di "onorato servizio" entrambi siamo stati quello che eravamo da sempre, sognatori, pensatori, uomini forti e preparati, poi Lui, ha sempre perdonato la nostra poca cura fisica, i nostri capelli lunghi... in fin dei conti, era la divisa di quel tempo. Sì, ci lascerà!"
- La Cresta è lì, noi ne siamo dentro, assorbiti, stanchi come allora, uno davanti all’altro. Il vento non ci dà tregua, ma saliamo a testa bassa, cocciuti e fieri di esserlo, noi siamo Alpinisti, Alpinisti tra i migliori... Ecco il punto, la fine della Cresta che prosegue ancora, ma questa volta passiamo, andiamo oltre e tra neve alta e rischiosa raggiungiamo la Cima. Finalmente, dopo tutti questi anni, ci siamo riusciti, siamo in Cima... -
"Pete, sei capace di usare internet?"
"Perché Joe? A cosa serve ora internet .."
"... Pete, vorrei comunicare immediatamente che... ci siamo riusciti!"
"L’alpinismo e gli alpinisti non sono cambiati e temo che non cambieranno mai!"
di Ivo Ferrari
- Leggi il testo PETER, scritto da Alberto Sciamplicotti
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PETER, di Alberto Sciamplicotti |