Schiara parete nord, nelle Dolomiti Bellunesi una nuova via di Benincà, De Colle e Trevisol

Il report di Marino De Colle che insieme a Franco Benincà e Marco Trevisol ha aperto Via Lara, una nuova via di misto sulla parete nord della Schiara nelle Dolomiti Bellunesi.
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L'apertura di Via Lara, Schiara parete nord, Dolomiti Bellunesi (Franco Benincà, Marino De Colle, Marco Trevisol 02/2020)
archivio Marino De Colle

Era da qualche anno che salivo al Rifugio Bianchet per osservare questa linea di ghiaccio, ma a volte per le condizioni proibitive, a volte per mancanza di tempo o compagni, non ero mai riuscito a portare a termine nulla di concreto. Ma si sa che a volte la fortuna aiuta gli audaci, e questa volta ha aiutato pure me.

É giovedì pomeriggio e ricevo una telefonata dal amico Enzo Fedeli, gestore del Rifugio Bianchet, il quale mi dice che sta salendo al rifugio per dei lavori. Si accende subito in me una lampadina. Dopo due chiacchiere gli chiedo gentilmente se mi può fare delle foto della parete nord dello Schiara, perché credo che con questo particolare inverno, secco e caldo, si sia formato qualche cosa… Verso il tardo pomeriggio mi arrivano puntualmente un paio di foto, dove si vede solo la parte alta della parete, ma è quello che mi basta per capire che ci potrebbero essere le condizioni giuste per salire.

Eccitato come un bambino quando riceve un giocattolo nuovo mando subito un paio di messaggi a due miei cari amici, Franco (alpinista di vecchia data) e Marco (futura promessa dell'alpinismo) proponendogli di salire al bivacco invernale del Rifugio Bianchet la domenica pomeriggio e tentare di salire per una via nuova, la nord della Schiara, il lunedì.

La risposta di Franco tarda un po' ad arrivare, mi dice di sì, ok, a patto che si dorma in Bivacco e non all'addiaccio, perché con il lavoro che fa non può permettersi di ammalarsi (è cabarettista di professione, I Francofabrica). Marco invece che ha cominciato a scalare da qualche anno, ma non ha mai salito una via di ghiaccio, mi dà subito l'ok, forse ignaro di che cosa saremo andati a fare.

Detto fatto, tra una risata e l'altra saliamo al Rifugio Bianchet e finalmente vediamo con i nostri occhi questa linea immaginaria. Dopo una bella cenetta a base di carne Simmental e minestrone Knorr mettiamo la sveglia alle 4:30, che puntualmente al mattino spostiamo di un'ora (la scusa unanime, troppo buio, in realtà si stava tutti troppo bene dentro al sacco a pelo).

Dopo un paio d'ore di avvicinamento dove a tratti si profonda nella neve alta fino al ginocchio, arriviamo all'attacco del primo canale. La sveglia vera e propria arriva subito, mi alzo di qualche metro, comincio ad attraversare e hop, mi partono i ramponi da sotto i piedi e volo giù sino al punto di partenza. Mi rialzo in piedi, guardo i miei compagni e facendo finta di niente gli dico “Beh, forse è meglio se ci leghiamo!”

Piano piano cominciamo la salita che si sviluppa attraverso una serie di canali, nevai e cascate di ghiaccio sempre sotto la caduta costante di sassi e ghiaccio dal grande nevaio superiore, di cui uno mi lascia un bel ricordino in viso!

Dopo circa 800 m tra canali, nevai e cascate di ghiaccio, bagnati ed infreddoliti arriviamo in cima all'anticima est, alle sei di sera, giusto in tempo per godere di un tramonto che non dimenticheremo mai più!

Il problema principale sono state le protezioni sui tiri, sopratutto le soste, quasi tutte su roccia precaria e di dubbia tenuta. D'altronde il versante nord dello Schiara non è famoso per la buona qualità della roccia.

La grande cascata di circa 200 metro ha rappresentato il passaggio chiave della salita ed era in buone condizioni. Ma si sa che dalla cima si deve comunque scendere e visto l'orario e la nostra stanchezza fisica, decidiamo di bivaccare al Bivacco del Marmol. Così dopo la discesa dalla cresta e tre calate (da 60m) sul versante sud, ormai al buio (alle otto di sera) arriviamo davanti alla porta del bivacco del Marmol.

Quel poco che ci rimane nello zaino, tre barrette ed un succo, lo dividiamo prima di addormentarci stanchi morti! L'indomani speranzosi di scendere facilmente, ci rendiamo subito conto che non sarà così, la ferrata è quasi tutta sotto la neve ghiacciata e per farla ancor più piccante una fitta nebbia non ci permette di vedere più in là del nostro naso.

Così cominciamo la discesa, con i tre chiodi che ci sono rimasti a disposizione. Dopo una lunga serie di doppie e tiri in traverso, cercando di sfruttare al meglio il materiale a nostra disposizione arriviamo al Porton, alla base della ferrata, che sono le quattro del pomeriggio, esausti ma contenti!

Lì cominciamo a sentire il gusto della birra in bocca avvicinarsi, ma ci vorranno ancora tre ore prima di arrivare in fondo al sentiero, al parcheggio di Case Bortot. È lì che troviamo Dino De Bona, alpinista di casa sulla Schiara, ad aspettarci! Con un grande abbraccio ci dice “Bravi, avete risolto, forse, l'ultimo problema dello Schiara”.

Ma ancora non riusciamo a realizzare la nostra cavalcata. Solo dopo la terza birra media cominciamo a capire che il nostro sogno questa volta si è avverato. É nata così “Via Lara” questa linea di ghiaccio e neve di 800m IV/5 dedicata a Lara gestrice del Rifugio VII° Alpini, nonché mia moglie.

Vorrei ringraziare i miei compagni di cordata Frano Benincà e Marco Trevisol, per aver creduto in questo mio sogno e avermi dato la possibilità di realizzarlo! Vorrei inoltre ringraziare Linea Verticale di Feltre per la loro disponibilità, competenza e la fornitura del materiale.

di Marino De Colle

SCHEDA: Via Lara, Schiara, Dolomiti Bellunesi




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